Cari Genitori,
è già l’anno prossimo ... da non credere! A gennaio prima scadenza importante per l’anno scolastico 2006-2007: l’iscrizione al primo anno di ogni ciclo si fa appunto a gennaio, generalmente dopo una ondivaga riunione informativa organizzata dalle scuole, le quali presentano l’offerta formativa. Ondivaga? sì, ricca di informazioni certe, certissime, anzi, probabili, visto che il corpo docente rimarrà in forse ancora per molti mesi e che la fertile mente della nomenklatura ministeriale è sempre al lavoro.
Tuttavia, ai primi di settembre i nostri figli affronteranno il nuovo anno scolastico: ogni scuola sarà riuscita a darsi un programma che comunque funzionerà, così come ogni mamma sa mettere insieme una cena tutte le sere, accada quel che accada.
Tra le varie scelte da operare a gennaio, insieme alla seconda lingua, alle 27, 30, 33 ore ecc. potremo scegliere se avvalerci o non avvalerci dell’insegnamento della religione cattolica (i.r.c.). Quest’ultima scelta, a differenza delle altre, non è vincolante per tutto il ciclo, ma può essere operata annualmente, se si intende modificarla, e addirittura in qualunque momento dell’anno se non è inconciliabile con l’assetto organizzativo scolastico (è difficile cambiare il sugo se la pasta è già condita). Le scelte possibili sono quattro: a) avvalersi dell’i.r.c; b) non avvalersi richiedendo una attività alternativa; c) non avvalersi richiedendo che l’allievo si dedichi al libero studio, cioè ripasso, compiti, approfondimento, e altro; d) non avvalersi e chiedere che l’allievo esca da scuola.
Va da sé che l’uscita da scuola rappresenta una sorta di autogol, se riteniamo che la scuola sia un luogo di formazione per i ragazzi, e comunque è di difficile attuazione tranne che alle prime o alle ultime ore. Purtroppo, solo in pochissime scuole l’i.r.c. è collocata in ore pomeridiane: potenza della Curia. La richiesta di un programma alternativo conduce spesso ad esperienze frustranti, con attività poco organizzate che necessitano comunque dell’impegno di un docente, merce ormai rara nelle scuole. Risulta spesso gradita invece l’opzione del libero studio, che fa risparmiare tempo ai ragazzi, purché siano in grado di autogestirsi. A proposito di autogestione, ricordiamo che i ragazzi di età superiore ai quattordici anni hanno la possibilità di scegliere autonomamente se avvalersi o non avvalersi, ed è quindi importante sensibilizzarli verso una scelta matura e ponderata.
Genitori, scegliere è possibile ed è semplice. Ma è soprattutto importante, perché l’omologazione non paga! I genitori che non sono di fede cattolica hanno, infatti, la possibilità di affermare con questa scelta che differenza e appartenenza non si contraddicono, ma si integrano nella società. Non esiste nella Scuola una normalità cattolica con rare sbavature, ma una pluralità di coscienze e di culture che costituiscono, insieme, la società civile. È tempo di fare coming out, come usa dire ormai anche da noi, e di uscire fuor dal gregge che nasconde e protegge, perché l’omologazione impoverisce, abbassa l’autostima, priva della capacità di ideare un proprio futuro, una propria via.
Nelle classi dove molti non si avvalgono dell’i.r.c., potremo più facilmente sperare di vedere il volto umano, non divino, del Natale: il natale della gioia, dell’aiuto, della reciprocità e, quindi, della pace. Potremo sperare in canzoncine natalizie diverse da quella di cui abbiamo raccontato su queste pagine l’anno scorso, che diceva fra l’altro «..nell’uomo che oggi non vuole seguir la traccia della tua luce il buio, il freddo del cuor spegnerà la sua più vera umanità…».
È tempo di fare coming out, per chiarire che essere cittadino non significa essere cattolico. È importante fare coming out perché è pericoloso che la Scuola di tutti ospiti canzoncine di dubbio gusto e altre prevaricazioni culturali che più volte abbiamo denunciato da queste pagine. La differenza negata genera nel tempo contrasti insanabili; giochiamo d’anticipo, se il tempo non è già scaduto. Ma giochiamo pulito, secondo le regole che, per fortuna, esistono ancora: scegliamo con i nostri figli di non avvalersi dell’i.r.c. e sosteniamo con determinazione la laicizzazione della vita scolastica.
Giancarlo Sensalari
per l'Associazione Scuola e Diritti