Verrebbe da fare una proposta, a Radio Radicale: accanto a “Stampa e regime” una rubrica: “Silenzi di regime”: per documentare le omissioni, le censure, le distorsioni, gli sfregi, le caricaturizzazioni che i radicali devono patire, e che sono davvero avvilenti e impressionanti. Forse occorrerebbe, per questa rubrica, il doppio del tempo che si dedica alla rassegna stampa.
Le omissioni di queste ore. Intanto un fatto importante, più unico che raro: martedì prossimo, nonostante il Parlamento sia chiuso, si convocano congiuntamente le commissioni Esteri di Camera e Senato, per ascoltare il Governo sulle iniziative relative alla moratoria. È un fatto di grande rilevanza, se ne potrà avere notizia esauriente e completa solo ascoltando Radio Radicale o grazie ai siti radicali.
Ancora: abbiamo guadagnato alla nostra causa, grazie al lavoro paziente, silenzioso, rigoroso di Emma Bonino, il SÌ della Gran Bretagna; oggi Londra, come ieri Parigi e Madrid – sempre grazie a Emma – sostiene la posizione e l’iniziativa italiana e nostra. Dobbiamo vincere le resistenze della presidenza di turno, quella portoghese; e di qualche paese baltico, ma insomma, su questo fronte si registrano dei progressi confortanti.
C’è stato, domenica scorsa, un lungo colloquio tra Marco Pannella e Massimo D’Alema, lo stesso Pannella ne ha riferito a Radio Radicale nel corso della sua settimanale conversazione serale; martedì sera sempre Pannella ha parlato lungamente con Romano Prodi, che ha assicurato nuovamente l’impegno suo e del Governo su questo tema; lo stesso Pannella probabilmente nelle prossime ore racconterà meglio e con maggiore precisione il contenuto di questo colloquio; che è comunque importante per il solo fatto di esserci stato.
Quasi un centinaio di compagni si sono uniti per uno, due, tre giorni, al digiuno di Pannella e della “sporca dozzina” perché gli impegni presi siano rispettati, e l’assemblea generale dell’ONU discuta, finalmente, senza “se” e senza “ma” la moratoria.
Ecco: questi sono fatti, notizie. Eppure non se ne scrive, non se ne parla. Ci sono le agenzie, che però non vengono riprese; i comunicati e le dichiarazioni, che però vengono ignorati. Martedì scorso un significativo articolo di Europa, per il resto, deserto.
Qui si arriva alla questione informazione e sapere per poter conoscere. Quella che è a tutti gli effetti la madre di tutte le questioni. Si può dire – ridotto a slogan – “fare, saper fare, far sapere”. Per quel che riguarda i primi due stadi, riusciamo nell’impresa che ci siamo posti; i problemi nascono con il “far sapere”. La nostra proposta viene censurata, la nostra immagine sfregiata. Credo che bisognerà approntare in tempi rapidi un pacchetto di iniziative contro tutto questo. Una cosa è certa: quell’insipido, e sbagliato nei contenuti, spot che da qualche tempo vediamo trasmesso dai teleschermi della TV, è una foglia di fico con cui qualcuno pensa di poter coprire le sue censure e le sue omissioni. Si illude e si sbaglia, se crede di potersela cavare in questo modo.
Valter Vecellio
(da Notizie radicali, 06/09/2007)
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