In Gran Bretagna e negli Stati Uniti, contrariamente all'Italia, le compagnie farmaceutiche possono vendere medicinali direttamente ai pazienti tramite consegna a domicilio. Questa pratica è utilizzata in gran parte per pazienti affetti da malattie croniche che richiedono la somministrazione continuata e regolare di medicinali su ricetta, come Hiv, artrite reumatoide, emofilia e sclerosi multipla.
Secondo una indagine del quotidiano Times del 28/08/2007, la vendita diretta a domicilio permette ai pazienti, alle compagnie farmaceutiche e al sistema sanitario britannico di risparmiare centinaia di milioni di euro ogni anno. Tale pratica, infatti, elimina i costi della grande e piccola distribuzione, oltre a facilitare ed incoraggiare il trattamento a domicilio di pazienti che altrimenti richiedono una frequente ospedalizzazione.
Sempre secondo il Times, grazie alla vendita diretta a domicilio di farmaci, il costo del trattamento dell'Hiv può diminuire fino a 2.000 euro l'anno per ogni paziente curato nella propria dimora. La vendita diretta a domicilio facilita la consegna di prodotti farmaceutici biologici di nuova generazione -estratti da materiale biologico vivente, come vaccini, anticorpi, interleukins- che richiedono refrigerazione e consegna rapida. Il passaggio dalla grande e piccola distribuzione, oltre ad aumentare i costi di tali prodotti (e quindi i costi per il Sistema sanitario), ostacola la rapida consegna di tali medicinali.
Per questo ho rivolto al ministro della Salute un'interrogazione per sapere se non ritenga necessario, ai fini di trattamenti più efficaci e meno gravosi per il Sistema Sanitario Nazionale, legalizzare la vendita diretta dei farmaci a domicilio.
Donatella Poretti
Qui il testo dell'interrogazione