Coldiretti annuncia che è in veloce crescita l'importazione di carne bovina proveniente dal Brasile: nel 2007 si registra in Italia un aumento dell'import pari al 44%. Da dove viene questa “carne”? Da animali allevati su pascoli della foresta pluviale disboscata...
In realtà la Coldiretti si preoccupa della concorrenza e mette in luce «l'inefficienza degli accertamenti sull'uso di ormoni e sulla rintracciabilità degli alimenti». Ma non è certo quello il problema vero. Il problema vero è che 14,4 milioni di chili di carne bovina importati dal Brasile all'Italia sono quasi centomila animali ammazzati nei macelli, e sono anche, per coloro che non sono interessati agli animali, ma all'ambiente magari un po' sì, ettari di foresta amazzonica disboscata per creare pascoli per allevare questi centomila animali.
Oltretutto, si tratta di terreno non adatto al pascolo: nell'ecosistema tropicale lo strato superficiale del suolo contiene poco nutrimento, ed è molto sottile e fragile. Dopo pochi anni di pascolo il suolo diventa sterile, e gli allevatori passano ad abbattere un'altra regione di foresta.
La geografa Susanna Hecht racconta che il 90% degli allevamenti di bestiame nella ex-foresta amazzonica cessa l'attività dopo circa otto anni, per ricominciare in altre zone. Si possono percorrere centinaia di chilometri di strada nella foresta amazzonica senza trovare altro che terre abbandonate dove cresce una vegetazione secondaria.
Così, le foreste pluviali non vengono abbattute per predare il legname, come a molti fa comodo credere, ma per ottenere pascoli (o, in misura minore - circa il 10% del totale - per coltivare soia per mangimi per gli animali di allevamento intensivo).
Le recenti notizie dell'aumento di importazione di carne bovina dal Brasile ci confermano dunque che l'irrinunciabile bistecca che ciascuno vuole trovare nel proprio piatto è proprio quella che fa aumentare il disboscamento della foresta amazzonica brasiliana, e riconferma quanto raccontato nel dossier “Hamburger Connection” pubblicato nel 2003. In esso erano riportati i dati del CIFOR (Centro per la Ricerca Forestale Internazionale) e dell'INPE (l'Istituto di Ricerca Spaziale del governo Brasiliano), secondo cui:
- Tra il 1997 e il 2003 (6 anni) c'è stato un incremento del 600% di carne bovina esportata (soprattutto in Europa). L'incremento di popolazione bovina si è avuto per l'80% nella foresta amazzonica.
- Nel 2003 c'è stata una crescita del 40% della deforestazione rispetto all'anno precedente.
- In soli 10 anni, la regione ha perso un'area pari a due volte il Portogallo. Gran parte di essa è diventata terra da pascolo. Le operazioni di taglio per il mercato del legno sono molto meno influenti sulla deforestazione rispetto alla produzione di carne.
Il trend in aumento della deforestazione viene dunque confermato dalle statistiche “nostrane”.
Se ci si preoccupa, giustamente, di salvaguardare le foreste pluviale, si deve sapere che se vogliamo fare qualcosa per salvarla non dobbiamo andare ai concerti ambientalisti, ma smetterla con gli hamburger e le bistecche, e basare la nostra alimentazioni sui cibi vegetali: non ammazzano nessuno, hanno un impatto sull'ambiente infinitamente minore, ci evitano vari tipi di cancro, malattie cardiovascolari e altre malattie “del benessere”... e sono buonissimi.
Forse è ora di informarsi e farsi un po' furbi, no?
LEAL Sezione di Sondrio
(per 'l Gazetin, settembre 2007)