Fa bene Pietro Ichino a condannare assenteisti e nullafacenti nella pubblica amministrazione anche se dovrebbe riconoscere che il metro di giudizio del rendimento di impiegati e funzionari non può assolutamente essere affidato ai dirigenti che, soprattutto negli enti locali, rispondono poco a criteri di obiettività e molto a precise indicazioni politiche.
È ora che si prenda in considerazione anche lo scandalo degli straordinari, che dovrebbero essere scoraggiati dalle pubbliche amministrazioni mentre vengono utilizzati dai dirigenti come strumento di favoritismo nei confronti del personale più ruffiano e carrierista.
Non è concepibile che negli enti locali ci siano impiegati e/o funzionari che dilungano appositamente l’espletamento delle proprie mansioni per poi ricorrere abitudinariamente allo straordinario persino nei giorni in cui gli uffici, per disposizione delle stesse amministrazioni, dovrebbero restare chiusi. Si viene in tal modo a vanificare la motivazione ispiratrice del sistema dei rientri pomeridiani settimanali.
È bene che questo malcostume si scoraggi e condanni. Tra l’altro, se si considerano seriamente il dispendio di corrente elettrica e i costi dovuti all’utilizzazione, al di fuori del normale orario di lavoro, di telefoni, computer, stampanti, fotocopiatrici, si provoca un pesante aggravio sulle uscite la cui entità finisce per ricadere sulle tasche di tutti i contribuenti. Per non parlare, poi, della violazione della privacy sistematicamente compiuta da parte degli “stakhanovisti” di turno che, profittando dell’assenza dei colleghi, si aggirano tra gli uffici vuoti aprendo indebitamente cassetti e cercando di forzare le password per entrare nei vari computer.
Francesco Pullia
(fonte: www.radicali.it)