Il gran caldo di questa estate ha rilanciato un problema riguardante la commercializzazione dilagante delle bibite composte da infusi o di sali minerali e integratori: da una lato l’eccessivo consumo da parte di tutte le fasce dei consumatori e non solo degli sportivi, mentre diversi studi di laboratorio evidenzierebbero la possibilità che alcune di queste bevande assimilate in quantità eccessive potessero essere cancerogene.
In passato diverse ricerche hanno rilanciato più volte l’allarme, a cui è seguito pedissequamente un quasi assoluto silenzio mediatico.
Secondo la Food and Drug Administration, l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, il problema sarebbe legato alla presenza, in alcune bibite, di conservanti fra i quali il benzoato di sodio, il potassio, il calcio e la vitamina C addizionata, che per una reazione chimica favorita dal calore, dalla luce e dalla presenza di acido citrico, generano il benzene, noto cancerogeno. È noto che l'inalazione dei suoi vapori provoca avvelenamento con emorragia delle mucose, della pelle e degli organi interni.
Per il momento, i risultati degli studi invitano a porre attenzione alla conservazione del prodotto ed alla scadenza dello stesso, oltre che, ovviamente, a preferire bibite che non contengano additivi a rischio.
Per questi motivi e al fine di evitare inutili allarmismi, il componente del Dipartimento nazionale tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, Giovanni d’Agata invita il Ministero della Sanità ad effettuare più approfonditi controlli e nuove ricerche su eventuali pericoli alla salute derivanti dall’consumo eccessivo di tali prodotti.
Giovanni D’Agata