Una festa in più, specie se dedicata ai nonni, non fa male. Anzi, potrebbe rappresentare un fatto positivo, a patto di ricordarci dei nonni e dei loro problemi anche negli altri giorni dell'anno.
I motivi per ricordarci dei nonni sono tanti. In primo luogo perché le conquiste economiche e sociali nel nostro paese non sono venute dal nulla, sono costate enormi sacrifici anche ai nostri nonni. Lo stesso allungamento delle aspettative di vita, è giustamente considerato, misura di successo del modello sociale costruito, una conquista sudata, con l'impegno partecipativo dei nostri nonni. Forse dovremmo chiederci se la qualità e quantità della vita assicurata oggi a moltissimi nonni li paghi dei sacrifici sostenuti.
Oggi i nonni sono un aiuto e sostegno economico ai figli, accudimento e cura dei nipoti, volontariato in tutti i campi, lavori socialmente utili, assistenza ai famigliari più anziani e a quelli più bisognosi, svolgono attività culturali, sportive e ricreative, sono gli impegni e le diverse attività, utili e preziose per l'intera società, che svolgono i nostri nonni.
Ma non sempre i nonni sono rispettati e adeguatamente considerati. Intanto le promesse fatte e non mantenute: dei sei milioni e mezzo di pensionati al minimo, ce ne sono ancora cinque milioni che attendono il famoso milione al mese promesso dal governo di centrodestra, e in vista delle prossime elezioni politiche, si sentono aleggiare nuove promesse. In questi ultimi anni il potere d'acquisto delle pensioni è diminuito, per effetto dell'aumento dei prezzi e dei tagli dei finanziamenti a Regioni, Province e Comuni, con le leggi finanziarie degli ultimi 4 anni e ora anche con la legge finanziaria 2006, con relativo taglio dei servizi e aumento delle tariffe. I soldi per ridurre le tasse ai ricchi o per condonare gli evasori li hanno trovati, ma non ci sono stati interventi né per frenare il caro vita né per rivalutare adeguatamente le pensioni; non c'è stata nemmeno la restituzione delle tasse pagate in più per l'effetto dell'inflazione (il cosiddetto fiscal-drag).
L'assistenza agli anziani, spesso non autosufficienti, resta per molti casi a totale carico delle famiglie, che sempre più spesso ricorrono all'aiuto delle badanti. Nella sanità le liste di attesa sulle prestazioni sono sempre più lunghe, e ticket sempre più cari. Il tutto senza che queste domande di servizio siano analizzate, e messe in quella rete di servizi che dovrebbero essere costruiti sul territorio per i più bisognosi. Diciamolo al governo, che vogliamo meno promesse e più fatti concreti per i più bisognosi, per i nonni. Bisognerebbe adottare alcune cose da subito: istituire un fondo nazionale per la tutela dei non autosufficienti, misure urgenti per frenare il carovita, tutelare il potere d'acquisto delle pensioni, garantire servizi e sostegni più adeguati, in particolare per le persone non autosufficienti, che vanno messe al primo posto. Abolire i ticket sanitari, annullare le liste di attesa nelle prestazioni sanitarie.
Tutti assieme facciamo sentire la nostra voce, e facciamo tutti qualcosa di più nella società, per fare stare bene i nostri nonni, possibilmente dentro una società piena di valori, piena di diritti, piena di solidarietà, piena di umanità, in una società più giusta verso i più bisognosi.
Francesco Lena