Il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, in una intervista al quotidiano La Repubblica di oggi, ha decisamente degenerato nella delicata funzione che dovrebbe svolgere. Raggiunto in vacanza (sì, in vacanza in questo momento che per lui dovrebbe essere caldissimo), ha auspicato una modifica della procedura penale, lì dove non è prevista l'incarcerazione per omicidio colposo, ma solo gli arresti domiciliari in attesa del processo, e quindi ha trovato il suo modo di manifestarsi come “duro” chiedendo il carcere subito per chi uccide come nel caso della bimba di tre mesi in provincia di Caserta. Sinceramente, se chi ha ucciso la bimba di tre mesi sia in galera o agli arresti domiciliari, a noi non cambia nulla, perché ci sembra che la giustizia anche con le attuali norme abbia tutti gli elementi per fare il suo corso. A noi interesserebbe che non si creassero le condizioni perché altri bimbi muoiano e, visto che basarsi solo sulla paura del carcere duro non è un deterrente, insistere come fa il ministro Bianchi, ci mostra solo la sua incompetenza a concentrarsi lì dove andrebbe fatto: la prevenzione a partire da controlli massicci, con adeguati strumenti tecnici, sulle strade 24 ore su 24. Non a caso è proprio su questo che il nostro ministro dimostra anche di essere un incosciente. Quando l'intervistatore gli paventa l'emergenza e la necessità dell'aumento di strumenti e personale, il ministro rimanda tutto a ciò che dovranno discutere in Finanziaria (a fine anno, mentre le stragi sono in corso) e, per il momento, vanta l'acquisto, da parte del ministero, di 1.000 etilometri (probabilmente ne occorrerebbero 200.000... che ad un costo medio unitario di 25-50 euro significherebbe 5-10 milioni di euro, cioè niente!). Bianchi, probabilmente, parla senza sapere di cosa sta parlando e per questo è incosciente.
Ci possiamo permettere il lusso di avere un ministro incompetente e incosciente e quindi, proprio perché ministro, pericoloso? Auspichiamo che il presidente Romano Prodi provveda immediatamente a salvarci e a sostituirlo (anche solo con un tecnico del ministero, ché crediamo farebbe meglio).
Vincenzo Donvito, presidente Aduc