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Carlotta Zanobini: Cara Stella.
14 Agosto 2007
 

L'esordio della giovane toscana, che rifiuta di essere chiamata scrittrice, e che abita sulle colline pisane è stato molto apprezzato e letto e commentato. Sono queste le voci che molto ha care il disegno editoriale di TELLUSfolio e di TELLUS, perché al di fuori di qualsiasi recinto accademico o snobisticamente letterario. Costume che purtroppo sta allignando anche sul web. Dove molti autori e autrici pensano esclusivamente al proprio particulare, leggi sito o blog, usando i giornali-riviste e dunque anche TELLUSfolio come fossero tram per farsi un giretto sul web. Ed è la comparsa di voci come quella della Zanobini che confortano e rappresentano l'universo dell'adolescenza senza i trucchi mimetici imperanti  a base di sesso e linguaggio finto-pulp, che credo vadano fatti conoscere. Anche sul piano della liberta d'espressione e della vocazione di anti-carriera letteraria - fra l'altro vetusta e patetica, nel tempo delle nuove linee planetarie di comunicazione - che queste prove di scrittura esprimono. I testi della Zanobini sembrano una specie di Journal in forma narrativa senza pretendere alcuna qualifica di letterarietà. E questo li rende interessanti. TELLUSfolio è disponibile ad ospitare voci genuine e che compaiono all'improvviso come dono o dolce frutto.

 

Claudio Di Scalzo

 

 

CARLOTTA ZANOBINI: CARA STELLA

 

Cara Stella,

 

in questo momento sono in camera mia, come vedi ti sto scrivendo. Negli ultimi tempi a scuola è una noia mortale, la mamma sta facendo il giro degli insegnanti e, ormai, da giorni, per me è sempre… musica …la stessa musica: “…Signora, sua figlia è troppo vivace, avrebbe le capacità… se solo si applicasse un po’ di più…”, “sua figlia è di disturbo per gli altri compagni, è un continuo ridere e sghignazzare…”, “…durante le lezioni si distrae molto facilmente, scrive, disegna insomma, pensa ai cavoli suoi…”.

La mia “creatrice” ultimamente indice numerose riunioni al vertice, nelle quali si parla principalmente del mio scarso rendimento scolastico.

Dato che non troverei le parole adatte per giustificarmi, non mi resta che socchiudere i miei occhini lucidi e languidi che, per una eventuale emergenza, lasciano intravedere una sottile lacrimuccia. Talvolta la situazione diventa per me insostenibile, si lascia cadere dolcemente sulla mia guanciotta rosa. Se ciò non basta a calmare gli animi infervorati dei miei, do libero sfogo alle mie corde vocali, gridando l’immenso dispiacere per aver ridotto in uno stato pietoso i miei genitori, di essere consapevole di gettare il mio promettente futuro al vento! Prendo atto di tutte le mie mancate responsabilità di studentessa e, perfino del mio pessimo carattere, orgoglioso e fiero, al quale porrò rimedio. Da oggi in poi s’intende.

Sopraggiunge in questi casi un impetuoso singhiozzo, nel mezzo al quale, si distinguono abbastanza debolmente parole stracolme di speranza e promesse verso i tempi prossimi futuri. (la critica ha definito questa mia sfera: utopica).

Mescolando pianto e singhiozzo, ottengo uno strano mugolio, dal quale si emergono rumori simili a delle scuse… (in genere a questo punto mi chiedono di parlare più forte…), allora mostro tutta la mia disperazione ed il mio rammarico, chiedendo di nuovo la grazia… o almeno l’indulto. Poi, da veterana, mi asciugo le lacrime con un fazzoletto accuratamente stirato per dimostrarne l’autenticità. Prendo lo zaino con i libri e chiedo, come ultimo desiderio, quello di potermi ritirare nella mia stanza, dove ho intenzione di trascorrere il resto della mia giornata, oltre che le prossime avventure. Così, cara Stella, sono qui, sulla scrivania ho sparpagliato più libri possibile e, con gli auricolari ben incastrati nelle orecchi e, ovviamente, nascosti dai capelli, mi metto a… STUDIARE… Generalmente il mio studio finisce alle 16:00 con la conclusione di un noto programma radiofonico. Neanche ad immaginarlo, oserei dire che casualità!!…. è proprio l’ora della merenda e, qualche buon samaritano bussa sempre alla mia porta per offrirmi assistenza di cibo e bevande. Io da buona cattolica seguo le istruzioni della Bibbia: “bussate e vi sarà aperto…” Apro gentilmente la porta e mi trovo la mamma che, guardandomi, si rende conto che lasciarmi chiusa per tutto il giorno fittonata sui libri, è veramente una punizione troppo dura! Mi dice che ha parlato con papà e che di comune accordo trovano giusto che io esca un po’, d’altronde l’ora d’aria non si nega neanche ai carcerati!!! Io naturalmente mi oppongo, ma alla fine devo cedere ai loro voleri di genitori… e, sottolineando come pocanzi e ancora una volta l’inizio della mia serietà.

La sera a cena, è ancora… banda, qui non si tratta più di un vertice, ma di una riunione con tutti i soci, intervengono fratelli e nonni al completo, ai quali però ho già riferito in privato l’accaduto… con qualche piccolo ritocchino, ricoprendo la veste della poveretta che, pur impegnandosi al massimo, non riesce a superare quel maledettissimo blocco psicologico che ha la sua espressione somatica nel mutismo davanti al prof. Non ti dico, Stella, quanto mi raccomando agli altri familiari di non far parola di questo mio problema psicologico con mamma e papà! Al fratello aggiungo anche se esce qualcosa a riguardo… potrebbero anche tornarmi in mente strani episodi di cui non vale la pena parlarne adesso… Avviso solo per correttezza e previdenza.

Comunque di me puoi pensare cosa vuoi, ma non che non sono onesta!!!

Non ho bigiato, ripeto mai (notare il doppio mai!), infatti il mitico libretto delle assenze è immacolato! Non ho neanche una giustificazione falsa, tutte originali! La mia teoria su certi fatti, aggiungo un po’ singolare, è che: se bigiare è il metodo illegale per non andare a scuola, quello di restare a casa è quello legale.

Certo non ci si improvvisa una febbre da cavallo, ormai è cosa vecchia, il mal di pancia prima del compito in classe ce l’aveva già Pinocchio… bisogna rispettare una prassi particolare, oltre ad avere spiccate doti naturali tipo: la prontezza della risposta nonché la varietà e la spontaneità nel rispondere adeguatamente alle domande. Non defilarsi come Mennea, ma descrivere accuratamente la patologia con un’anamnesi molto dettagliata. (Se avete bisogno di corsi di recitazione, vi informo che ho dato il via alle iscrizioni, alla modica cifra di 35.000 lire l’ora. Prima di dire che è troppo, vogliate gentilmente pensare ai benefici. Grazie…). Molto importante è il self-control a tavola. Mi spiego. È buona norma saltare almeno uno dei due pasti principali, riportate la merenda della mattina a casa (banalmente: ve ne comprate un’atra sul momento), e andare presto sotto coperta. Nel caso siate piuttosto vivaci, per due, o meglio tre giorni, restatevene a bocca chiusa. Occhio anche alla televisione… non guardare i soliti programmi, Piero Angela con Quark vi aiuterà nel depistaggio, se poi volete fare apparire proprio una cosa grave: Rai tre. Chi l’ha visto.

Che dire, Stella, tu sei lontana e forse tante cose ti sembreranno assurde, ma qui è una giungla, te lo assicuro. E poi mi conosci, non ti racconterei mai e poi mai una bugia.

 

Straordinariamente tua Gilda.

 

 

p.s. = Stella è un pianeta. Forse.


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