giovedì, 09 agosto 2007
Parentesi dantesca?
Che c'entra Dante con l'Albania?
Forse niente. Forse, ad uno sguardo più attento, molto.
Ruppemi l’alto sonno ne la testa
un greve truono, sì ch’io mi riscossi
come persona ch’è per forza desta
Ogni tanto rileggo volentieri qualche canto o ascolto l'audiolibro di Vittorio Sermonti: la Divina Commedia è davvero un pozzo di meraviglie e di insegnamenti. Il quarto canto dell'Inferno sembra didascalico e innocuo: è quello dove Dante incontra gli spiriti magnanimi intrappolati nel limbo. I grandi del passato, insomma, che non possono essere accolti in Paradiso solo perché non ebber battesmo.
Tra di essi, Ettore, Enea, Socrate, Platone, Lucrezia, i Gracchi... Per non dirne che alcuni.
Quello che, però, mi preme dire qui è che Dante ci mette, in bella posizione, anche Avicenna e Averroè, filosofi arabi che ebbero il merito di rendere disponibili le opere di Aristotele per l'allora nascente società occidentale.
Ma il mio stupore sta tutto in questo verso
...e solo, in parte, vidi ’l Saladino
Il Saladino era il temibile condottiero, già sultano d'Egitto, che seminava il panico in Europa per diffondere la fede in Maometto.
Ieri parlavo con Ilir ed Etleva, sua moglie: lui è ortodosso, lei musulmana. Un grande rispetto vige tra le tre principali religioni, in Albania: i cattolici sono minoranza (il 10% circa della popolazione), ma chiese cattoliche, ortodosse e moschee crescono vicine l'una all'altra, in grande armonia.
Le uniche liti, mi dice Ilir, sono le classiche scaramucce tipiche del buon vicinato (piuttosto comprensibili, a dire il vero, se si pensa che alle 4 il muezzin col megafono urla le sue preghiere litaniche mentre la città, ancora, dorme serena – immagine d'apertura, ndr).
Tornando a Dante, trovo semplicemente ammirevole che un poeta conservatore (come Dante era), in una società integralista, quale quella cattolica di allora, divisa dalle mille dispute tra guelfi bianchi e neri, conceda con la massima tranquillità sommo onore a tre figure della civiltà islamica. Civiltà che i cristiani condannavano pubblicamente.
Il tutto per dire che dovremmo fermarci a pensare. A sospendere la nostra distratta tolleranza, che nasconde (in realtà neanche troppo) un'insofferenza irrisolta per tutto ciò che non siamo noi.
Non mi sorprende che 2 milioni di persone scendano in piazza a celebrare la famiglia, mentre impunemente lascia indifferenti l'incendio di una piccola moschea a Segrate.
E il papa nomina come rappresentante un sacerdote polacco antisemita...
Scusate, ma per me questo è arabo.
venerdì, 10 agosto 2007
Tutto il mondo è paese...
Dicesi globalizzazione...
Una nuova forza politica, giovane e intraprendente, sta facendo breccia nel cuore degli abitanti di Tirana: il suo simbolo è semplice a accattivante. (in calce, foto1)
Tirana Ndes significa Tirana Accesa... Nasce dall’unione di audaci commercianti, capitanati (così pare) dal noto venditore di tessuti, Il Bagashir, uomo dalle mille risorse e dalle sagaci intuizioni.
Il programma della nuova formazione politica è conciso quanto trasparente:
- un’urbanistica al passo coi tempi, all’insegna del cambiamento tecnologico (foto2)
- recupero delle tradizioni e dell’identità attraverso la storia (foto3 e 4)
- mobilità sostenibile, per prendere di petto il futuro (foto5)
- città più pulita e rispettosa dell’ambiente (foto6)
- promozione dei veri valori della città (foto7)1
Accendi la città coi tuoi sogni; Tirana Ndes illuminerà il futuro con la luce che nasce dall’energia.
Ora scusate, perché è andata via la corrente.
Dunque, dicesi globalizzazione... Quel processo per mezzo del quale è maledettamente semplice dare del cretino a G.W. Bush e semplicemente maledetto fare la stessa cosa col presidente della tua banca.
1 Lo sviluppo nasce non solo dalla partnership pubblico-privato, ma dalla vera e propria fusione dei loro interessi. Tirana Ndes crede ciecamente nel brillante progetto di Melashnik, presidente di Banka Popullore (la Banca al centro dei Balcani) per la creazione di una biblioteca sovraccomunale che raccolga gli scritti di Tèlomet Inculerovic.
sabato, 11 agosto 2007
Strategie di sviluppo
Poche settimane fa G.W. Bush ha fatto una sortita in Albania, trascorrendo ben 6 ore a Tirana. Accolto trionfalmente dalla popolazione, ha ricordato che gli Stati Uniti prestano molte attenzioni allo sviluppo di questo piccolo Paese, promettendo grossi investimenti in un settore che arranca: produzione e distribuzione alimentare.
C'è da credere a Giorgione? (foto8)
Io penso di sì: in effetti, a Tirana non c'è Mc Donald's. (foto9)
Luciano Canova