L'avevamo detto. L'incontro del ministro alla Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, e i petrolieri si sarebbe risolto in un flop. “A mossa” avevamo titolato la riunione. Come l'allora ministro Claudio Scajola (agosto 2005) annunciò una commissione per lo studio dei prezzi della benzina, che non ci risulta abbia prodotto alcunché, così il ministro Bersani convoca una riunione i cui esiti sono chiari fin dall'inizio: il nulla...
Così come il ministro ai Trasporti, Alessandro Bianchi, annuncia sfracelli per i bagagli in ritardo all'aeroporto intercontinentale di Fiumicino e poi annuncia una task force aggiuntiva che non c'è perché gli 80 facchini erano già stati assunti a giugno e attribuisce al direttore dell'aeroporto i compiti che già ha, così il ministro Bersani mena il can per l'aria e non fa quello che dovrebbe fare: rimodulare l'accisa in modo da tener costante il prezzo del carburante alla pompa. Il motivo è evidente: per ogni aumento di 1 centesimo lo Stato incassa 20 milioni di euro e in periodo di vacche magre tutto fa brodo. Al ministro Bersani chiediamo di restituirci quello che ci è stato ingiustamente tolto: 0,25 euro (486 lire) di maggiori tasse finalizzate a sostenere iniziative, riassunte nella precedente nota, che da tempo non esistono più. Si tratta di semplice atto di giustizia.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc