In genere si dice che la montagna ha partorito un topolino per significare che un provvedimento adottato è del tutto insufficiente a risolvere un problema. I provvedimenti adottati dal ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, per risolvere il caos dell'aeroporto di Fiumicino, sono il nulla, meno del topolino. Si annunciavano ritiro delle concessioni, sanzioni e sfracelli, si è invece deciso di attivare una task force di 80 persone per sopperire all'emergenza, ma le 80 persone erano già state assunte da tempo e quindi non c'è nessuna task force aggiuntiva. Quanto ai “maggiori poteri” attribuiti al direttore dell'aeroporto, questi sono sempre gli stessi, cioè quelli di coordinamento dell'attività aeroportuale. Dunque una gigantesca bufala propinata ai cittadini da un ministro inadeguato e che tutto fa meno quello che dovrebbe fare, cioè il ministro. E stiamo parlando di bagagli in ritardo, figuriamoci per il resto!
L'Enac dovrebbe far pace con il proprio cervello che, notoriamente, è fatto da due emisferi che evidentemente non sono connessi. Il suo presidente, Vito Riggio, dichiara che «ho il fondato sospetto che gli impianti vengano manomessi» mentre il suo direttore, Silvano Manera, dice: «dai controlli non sono emersi elementi che facciano pensare a un sabotaggio». Se ai vertici hanno le idee così confuse è ovvio che l'ente è in uno stato di incapacità operativa.
Al ministro Bianchi e al presidente Riggio chiediamo una cosa: far sì che gli utenti vengano risarciti. Riusciranno i nostri eroi?
Primo Mastrantoni, segretario Aduc