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“Keeper of Darkness” 
Intervista a Davide Magatelli, cantante della metal band tra le più apprezzate della provincia per tecnica e precisione...
08 Agosto 2007
 

Ciao Davide, parlaci un po’ dei Keeper, che genere di metal fate?

Ciao Nik, parlare di generi nel metal è una sorta di giuoco, se per certi versi sembra far maggior chiarezza sullo stile di una band per altri, a volte, è come porre dei confini alla band stessa. Mi spiego: possiamo dire che il mondo del Metal è veramente molto vasto, per l’infinità di modi in cui si può esprimere questo tipo di musica, da quello più classico al più contaminato od estremo. Diciamo che la nostra scelta, forse anche inconsapevole, è stata quella di unire diversi stili, decisione che deriva anche dal fatto che ognuno di noi ascolta qualcosa di diverso; non credo che abbiamo inventato nulla di nuovo, ma se qualcuno ritiene che abbiamo un sound personale be' questo per noi sarà sicuramente il raggiungimento di un importante traguardo.

Tu ti occupi principalmente della scrittura dei testi… so che sei molto attento a quello che scrivi. Ce ne vuoi parlare?

Sì, non mi sono mai sentito un bravo scrittore, ma già da quando ero più “giovane” sentivo il desiderio in certi istanti di metter le mie emozioni, le mie delusioni, i miei sfoghi su carta. Quando ho iniziato a far leggere qualcosa ad altri, hanno iniziato a dirmi che secondo loro ero molto capace di rappresentare questi miei sentimenti in parole; allora ho cominciato a crederci e a voler buttare tutto me stesso in questa nuova avventura. Ma il mio vero difetto, lo riconosco, è quello di non saper scrivere quando sono felice, ma chi legge tra le righe del dolore, sono convinto che può sempre veder accesa una luce di speranza.

Non ti è mai passato per la testa di cantare in italiano?

Sì, più di una volta abbiamo preso in considerazione questa ipotesi; un pezzo che stiamo scrivendo da molto tempo sarà certamente in italiano ed è intitolato “Guscio blu”. Sono anni che, poco per volta, portiamo avanti questa canzone, e spero che un giorno potrà veder la luce questa idea che ci portiamo dentro; poi, se devo confessare una cosa, la stessa “death of a dream”, l’ultimo pezzo messo sul nostro myspace, avevo provato a cantarla in italiano ma poi... mi sembrava di non esserne capace o che la mia voce suonasse forzata: ecco un altro limite. Speriamo, col tempo, di superare anche questo.

Il vostro genere ha dei codici ben precisi. Avete mai pensato di contaminare la vostra musica con materiali estranei a questo mondo, per esempio, strumenti inusuali o cantati stile Lanegan o alla Nick Cave?

A volte è vero che il metal può apparir pieno di codici prefissati, forse questo deriva dalla figura del metallaro classico, intransigente e strettamente defender, ma non è sempre così e già molti gruppi si sono cimentati in diverse sperimentazioni più o meno riuscite. Un mio personale gruppo di riferimento sono i Pain of Salvation che si può davvero definire un gruppo camaleontico a cui sta stretta qualsiasi etichetta. Per quel che ci riguarda, il nostro viaggio musicale per ora sta nei confini del metal anche se, a detta di molti, ci stiamo sempre più allontanando da quella che è la classica idea di metallo, forse perché ognuno di noi, sia studiando il proprio strumento, sia passando momenti di vita ricchi di esperienze differenti, sta compiendo un percorso musicale che poi nell’unione ci porta a creare delle composizioni che spero viaggeranno come noi e si trasformeranno per esser di continuo fresche e dentro, o fuori magari, con un'anima sempre di metallo.

Sono certo che a livello strumentale non saremo mai troppo sedentari sul tipo di musica che vogliamo fare. A livello vocale posso dire che io sto studiando e cerco di arricchire il mio bagaglio di conoscenze per poter dare più colore alla voce, forse una timbrica ala Nick Cave è un po’ lontana dalla mia, ma è un cantante che apprezzo molto e forse ascoltandolo maggiormente ne resterò certamente influenzato. E chi può dirlo: nel prossimo pezzo magari avrò assimilato e getterò fuori un po’ della sua malinconia, ma questo dipende da come saranno le parti strumentali che assieme comporremo.

Alcuni anni fa, precisamente nel 2005, avete registrato un demo. Avete cercato un'etichetta discografica o un produttore?

Dopo l’uscita del demo, ci siamo dati molto da fare spedendo i dischi ovunque fosse possibile, eravamo consci, e lo siamo ancor più oggi, che la registrazione qualitativamente era molto penalizzante, e che musicalmente eravamo un po’ acerbi, e per dei lati lo siamo tutt’ora, ma l’entusiasmo non è mancato e siamo stati ricompensati con molte recensioni anche all’estero. Le etichette non si sono interessate a noi, ma siamo stati comunque molto soddisfatti di aver avuto qualche riscontro positivo al di fuori dei confini del nostro paese, e della nostra valle, è stata un’ottima spinta per non mollare e continuar a credere nel custode e nel volerlo portare sempre più avanti e sempre più in alto.

Nei live siete riconosciuti tra i migliori nel vostro genere sia per la tecnica che per la precisione di esecuzione. L’esperienza al “So Rock” dell’anno scorso mi pare sia stata molto positiva…

Prima di tutto grazie di cuore per i complimenti. Il “So Rock” è stata per noi una splendida opportunità di condividere il palco con band che si muovono di già nel panorama metallico nazionale ed internazionale. Potersi confrontare con queste band è stato per noi motivo di orgoglio, e ricevere buoni pareri sia da musicisti affermati che da parte di un pubblico per l’occasione decisamente numeroso ha ripagato tutte le fatiche che facciamo per portar avanti questo progetto per noi davvero importante.

Sei stato in Filnlandia recentemente.. Hai avuto contatti con altre bands o comunque gente del campo?

Sì, quest’inverno ho passato un mese e mezzo in Finlandia; devo dire che è molto semplice aver contatti con le band in quel paese, perché nei piccoli paesi Lapponi è molto probabile imbattersi in qualche cantante tipo Ville Laihiala dei Sentenced o Jyrki dei 69 eyes perché sono persone che frequentano molto i locali dove c’è musica dal vivo e, come tutti i finlandesi, dove ci sono serate da riscaldare con l’alcool. Ho avuto modo di conoscere anche molti musicisti, magari meno famosi, ma appassionati del genere e con cui ho potuto confrontare le diverse realtà tra i nostri paesi di origine.

Che cosa c’è di speciale in quelle terre, come mai metal e generi affini sono così presenti?

Io credo che l’ambiente, unito alla storia e alla cultura, possa essere l’origine dell’esplosione di metal band dei paesi nordici. Se ci pensiamo, immaginando il Brasile le spiagge l’estate e il caldo, la prima melodia che forse ci viene alla mente è quella latino-americana, o comunque una musica allegra e spensierata; ma se immaginiamo lunghe giornate invernali fatte di sola oscurità, dove per mesi mai appare la luce del sole, il gelo che stringe in una stretta morsa l’origine pagana del proprio popolo e l’attaccamento alle tradizione, forse si può ipotizzare che da lì ha origine la voglia di esprimere oscuri sentimenti in musica e di volerli urlare al mondo.

Immagino che in questo modo ha avuto origine la cultura metal, e poi i giovani dai primi anni hanno modo di scontrarsi con questa realtà, di farla loro e la esprimono in maniera sempre più differente e personale e tramandano questa tradizione sempre con una chitarra distorta tra le mani.

In fondo Bormio (Davide vive e lavora a Bormio, ndr) per certi versi assomiglia alla Finlandia. Cosa manca, alla valle in genere, per essere la “patria del Metal” in Italia? Sarebbe un vanto per la provincia!

A Bormio principalmente manca spazio per la cultura, figuriamoci poi per la musica che è come non esistesse, o meglio, per i giovani la miglior opportunità è quella di fare sport e per lo sport non manca nulla, luoghi attrezzature compagnie, c’è veramente di tutto, ma se parliamo di musica allora vediamo un distaccamento della scuola civica di Sondrio che si trascina a fatica senza fondi, nessun luogo dove poter fare una sala prove per far capire ai giovani che la chitarra è alla portata di tutti, che provar a stimolar una passione come la musica non è un reato, ma un diritto che sempre più sembra mancare.

I giovani crescono carichi di agonismo e, spinti dai genitori, spendono gli anni a sacrificarsi nello sport ma guai a parlar di cultura, musica, teatro, cinema, letteratura: nulla vien presentato e offerto. Quindi giovani che portano il dono in sé, magari lo vedono svanire perché non è stato stimolato a fiorire e, certamente, musicisti che potrebbero dimostrar molto finiscono con il non trovarsi mai.

La situazione è diversa se si pensa alla Valtellina in generale, io apprezzo molto la zona di Morbegno e dintorni, perché –lo si vede già osservando i giovani– che l’approccio alla vita è differente e questo forse può esser il punto di partenza per far della Valtellina la patria del metal come tu suggerivi prima, o se non del metal della musica suonata che è la cosa più importante.

Avete in programma di incidere qualcosa?

Ora che alcuni pezzi nuovi sono pronti, vorremo registrare un disco professionalmente, in uno studio ben attrezzato; ovviamente richiederà un sacrificio economico di un certo tipo, quindi appena troveremo l’accordo per muover questo passo tutti assieme nel gruppo allora, e io ci spero sempre, vedrete ancora girare un dischetto carico di metallo per tutte la vie della valle e le rotte postali del mondo. Si fa per dire, ma io sono sempre stato sostenitore del motto “volere è potere” e quando saremo tutti ben convinti sono sicuro che potremo fare un buon lavoro.

Dove vi possiamo sentire?

Non abbiamo date imminenti fissate, poi devo dire che spendiamo tempi lunghissimi in sala prove nella stesura dei brani, e non volendo annoiare la gente con troppe date, nei soliti posti, preferiamo far un concerto ogni tanto ma carico da lasciar per un po’ un’onda di entusiasmo.

Progetti imminenti?

Un progetto che stiamo coltivando è quello di invadere la terra teutonica. Ci stiamo lavorando con calma, ma spero che presto avremo l’occasione di trovare qualche data per conquistare una terra che con il metallo ha una tenera confidenza, e speriamo che ci accolga a braccia aperte, o corna alzate che dir si voglia.

Cosa consiglieresti a chi decide di provar ad avere una band in zona?

Principalmente di provarci con tutta la determinazione che si può avere, di esser seri perché stare in un gruppo significa rispettarsi come se si fosse in una famiglia. Noi, vivendo tutti in zone differenti, ci sacrifichiamo molto per poter provare tutte le settimane assieme, ma bisogna vincere la pigrizia sempre e dedicarsi anima e corpo sia nel gruppo che individualmente, magari studiano per il proprio strumento senza mai abbandonare il feeling.

Veramente piacevole è quando si vedono suonare gruppi di giovanissimi, perché si sente che la passione non muore ma che gli sforzi di tutti daranno i loro frutti, magari facendo sì che ci saranno sempre più spazi dedicati alla vera musica live e magari meno per finti cantanti da piano bar che cominciano davvero a stancare.

Ti ringrazio molto per la disponibilità e buon lavoro.

Grazie a voi per l’opportunità di aver potuto parlare un po’ a nome del custode; mi ha fatto molto piacere e spero che qualcuno leggendo avrà voglia di conoscerci come gruppo. Ciao e buon metallo.

 

 

Line up

Davide MagatelliVoce

Mattia BereraChitarra

Simone BonettiBasso

Marco PresazziBatteria

Discografia

Keeper of Darkness (demo) 2005

Credits

Contatti: www.myspace.com/keeperofdarknessmetal

Sito: http://www.keeperofdarkness.net/

Email: info@keeperofdarkness.net

 

Nicola Mattarucchi

(da 'l Gazetin, luglio-agosto 2007)


 
 
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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