'A mossa. Così potremmo definire la convocazione dei petrolieri fatta dal ministro allo Sviluppo economico, Pierluigi Bersani (e dei sui predecessori). Già nei giorni scorsi aveva convocato i vertici della Mattel (giocattoli) per un problema che non riguardava l'Italia (tossicità dei giocattoli). Non bastava una telefonata di chiarimenti? Oggi, si sa le notizie scarseggiano, il ministro convoca i vertici dell'Unione Petrolifera perché in Italia, che il ministro governa, il prezzo del gasolio primeggia e quello della benzina è al terzo posto in Europa.
Forse il ministro non sa che il mercato petrolifero è diviso a meta tra Unione Petrolifera e l'Eni, che è pubblica? Forse il ministro non sa che due terzi del prezzo della benzina sono dovuti alle tasse (accisa e Iva) e che basta una rimodulazione dell'accisa per tenere sotto controllo il prezzo del carburante? Forse il ministro non sa che gli automobilisti quando fanno benzina pagano ancora la guerra di Abissinia? Riportiamo qui sotto, per memoria di tutti, la tabella degli aumenti per “cause eccezionali” che sono diventate cause ordinarie perché il tutto è rientrato nella fiscalità generale.
* 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
* 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
* 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
* 10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966;
* 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
* 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
* 75 lire per il terremoto dell'Irpinia del 1980;
* 205 lire per la missione in Libano del 1983;
* 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
* 39 lire (0,020 euro) per il rinnovo del contratto degli autoferrotranviari del 2004.
Il tutto per 0,25 euro, cioè 486 lire.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc