Finalmente Villa Romana verrà riaperta il 7 settembre 2007, dopo lunghi e consistenti lavori di restauro e risanamento, con una cerimonia di inaugurazione alla presenza di Bernd Neumann ministro tedesco per la Cultura e i Media, del sindaco di Firenze Leonardo Domenici e della nuova direttrice Angelika Stepken, alla quale approfitto per porgere i miei più solidali auguri per un ottimo inizio!
Da più di vent’anni seguo le iniziative e le mostre organizzate a Villa Romana dall’ex direttore Jochim Burmeister che, con la sua straordinaria personalità, è stato capace di coinvolgere con genialità e simpatia anche gli intellettuali e gli artisti fiorentini, e di promuovere confronti interdisciplinari sui temi dell’arte, in una città così restia verso la ricerca contemporanea.
La storia di Villa Romana risale ai primi anni del Novecento.
… Scopo di questa istituzione è quello di dare ad artisti di talento la possibilità di lavorare per un certo periodo in un luogo bello e tranquillo, offrendo al contempo l’occasione per riflettere sul proprio lavoro al cospetto delle numerose opere d’arte di tutte le epoche e di tutti gli stili, così ben rappresentati a Firenze…
Così sosteneva nel 1905 il celebre pittore e incisore simbolista tedesco Max Klinger appena acquistata la Villa in stile neoclassico, costruita sulle colline di Firenze verso il 1840, circondata da un parco suggestivo con cipressi, olivi, agavi e limoni di oltre 15.000 mq e da un giardino incantevole con un boschetto di bambù, e una vista mozzafiato su tutta la città. Il Premio Villa Romana, è stato fondato dalla cerchia di artisti che gravitava intorno a Klinger con l’obiettivo di creare un centro dedicato all’arte contemporanea indipendente dallo Stato, all’insegna del motto “Da artisti per artisti”. Klinger sottopose al consiglio direttivo del Deutscher Künstlerbund di Weimar il suo progetto di una casa a Firenze per gli artisti vincitori di un Premio consistente in una borsa di studio e una residenza, con queste parole: Non deve essere né una scuola per artisti immaturi, né un istituto previdenziale per artisti bisognosi. Già ad un anno dall’acquisto giunsero a Villa Romana i primi borsisti, tra cui Georg Kolbe e l’anno successivo Max Beckmann che qui dipinse il suo Selbstbildnis Florenz, autoritratto conservato oggi alla Kunsthalle di Amburgo. Ma Klinger aveva già in mente di creare anche un centro cosmopolita. Infatti, tra i primi vincitori del Premio ci furono subito tre stranieri, Henry van de Velde, Gustav Klimt e Olaf Gulbransson, fatto che non mancò di suscitare un certo malcontento in Germania. In realtà, l’idea di una colonia internazionale per artisti si è realizzata solo negli anni Settanta con gli “atelier” per gli ospiti e il “Salone”, dove l’ex direttore Joachim Burmeister e sua moglie organizzavano ogni anno varie mostre aperte agli artisti sia fiorentini che internazionali. Molto apprezzata come spazio espositivo è stata anche la “limonaia” che, quando non accoglieva le piante durante l’inverno, costituiva uno spazio eccezionale per i progetti legati alla natura.
Ricordo sempre con molta ammirazione e affetto Joachim e Victoria, e so bene con quanta malinconia abbiano lasciato la Villa lo scorso anno, alla fine dell’incarico, pur tra i festeggiamenti per il centenario della nascita di quella era diventata, dopo oltre trent’anni di permanenza, la loro casa e, in particolare per Joachim, l’opera della sua vita.
La storia del Premio di Villa Romana, “Villa Romana Kunstpreis” il più vecchio premio tedesco ancora esistente per l’arte visiva, si intreccia con quella di numerose personalità di rilievo, come per esempio Max Beckmann, Käthe Kollwitz ed Ernst Barlach, Georg Baselitz e Markus Lüpertz, Karin Sander, Katharina Grosse, Dellbrügge & de Moll e Amelie von Wulffen e ancora Anne e Patrik Poirier fino a Marina Abramovic. In molti casi, proprio il Premio conferito ai giovani borsisti ha segnato l’inizio di una carriera professionale, contribuendo così a scrivere la storia dell’arte contemporanea internazionale.
Georg Baselitz racconta che il suo amore per l’Italia è nato proprio qui. Anche Markus Lüpertz, vincitore del premio nel 1970, è rimasto legato da una profonda amicizia alla Villa, dove - si dice - abbia dipinto il suo primo elmo d’acciaio.
«… Il 1976 fu un anno travolgente, quando il coloniese Michael Buthe mise in scena i suoi miti orientali. Ci furono feste selvagge e il suo atelier sembrava un harem dopo 100 notti d’amore» - ricorda l’ex direttore Burmeister. «Nello stesso anno Martin Kippenberg fece della villa fiorentina la sua seconda casa e la pioniera del video Ulrike Rosenbach organizzò un “sabbath” notturno alla luce di fiaccole disposte secondo uno schema geometrico…»
Ebbene, i lavori di recupero della Villa, iniziati lo scorso anno ed eseguiti con attenzione all’aspetto storico dell’antico edificio, non ne hanno minimamente modificato il carattere. Anzi, si è ottimizzato lo spazio espositivo mettendo a disposizione per mostre e manifestazioni internazionali, non solo il già famoso “Salone” (42 mq), ma anche la sala prospiciente il giardino (62 mq).
La giuria di questa edizione 2008 - formata dall’artista Ayse Erkmen e Beatrice von Bismarck, docente di storia dell’arte alla Hochschule für Grafik und Buchkunst di Lipsia - si è riunita a Villa Romana il 21 luglio scorso e ha scelto, tra una rosa di dieci candidati, quattro borsisti: Clemens von Wedemeyer, Julia Schmidt, Asli Sungu e Dani Gal. Il Premio Villa Romana consiste in una borsa di studio abbinata a un soggiorno della durata di dieci mesi.
Brevi note biografiche degli artisti-borsisti vincitori 2008:
Clemens von Wedemeyer, nato nel 1974 a Göttingen, ha studiato alla Hochschule für Grafik und Buchkunst di Lipsia. Come regista, si interessa sia al linguaggio del cinema che a quello delle arti visive. I suoi video, spesso caratterizzati da una lentezza enigmatica, rielaborano elementi dell’estetica cinematografica e contenuti socio-politici trasferendoli in una nuova dimensione, al confine tra finzione e realtà. Al momento, Clemens von Wedemeyer è presente a Skulptur Projekte Münster 07. I suoi lavori sono stati esposti in prestigiosi musei, come la Kunsthalle di San Gallo, il Centre Pompidou di Parigi, il Kunstverein di Colonia e l’Argos Centre for Art & Media di Bruxelles (con Maya Schweizer), e hanno partecipato a numerose rassegne, tra cui i Kurzfilmtage di Oberhausen, la 1a Biennale di Mosca (2005) e la 4a Biennale di Berlino (2006).
Julia Schmidt, nata nel 1976 a Wolfen, ha studiato alla Hochschule für Grafik und Buchkunst di Lipsia e alla Glasgow School of Art. I suoi soggetti traggono ispirazione dalla cosiddetta “cultura aulica” e dai mezzi di comunicazione di massa. Nei suoi dipinti, l’artista esplora la cultura figurativa, la seduzione esercitata dalla pittura e la sua natura feticistica. Nel 2006 le è stato conferito il Kunstpreis Sachsen. Julia Schmidt ha partecipato a numerose esposizioni, per esempio alla Kunsthalle di Düsseldorf, la Casey Kaplan Gallery di New York, la Biennale di Praga, la Kunsthalle Fridericianum di Kassel e la Transmission Gallery di Glasgow.
Asli Sungu, nata nel 1975 a Istanbul, ha studiato pittura alla Mimar Sinan Università di Istanbul e ha frequentato la Universität der Künste di Berlino. Attraverso video e installazioni, l’artista sviluppa esperienze personali vissute in contesti culturali diversi. Nelle sue creazioni, il riferimento autobiografico si inserisce in un’analisi storico-politica dal respiro più ampio. In molti casi, dalle sue opere traspare una sorta di effetto comico prodotto da insuccessi e fallimenti. Asli Sungu ha esposto, tra l’altro, al Neuen Berliner Kunstverein e al Martin-Gropius-Bau di Berlino, alla Lothringer 13 di Monaco, al Badischer Kunstverein di Karlsruhe e all’Elgiz Museum of Contemporary Art di Istanbul.
Dani Gal, nato nel 1975 a Gerusalemme, ha studiato alla Bezazel Academy for Arts and Design di Gerusalemme e alla Städelschule di Francoforte. Nel 2005 è stato ospite della Cooper Union for the Advancement of Science and Art di New York. La sua produzione, da cui emerge un marcato approccio critico, è formata da video, animazioni grafiche e installazioni in cui l’artista re-interpreta immagini e testi per dare vita a significati nascosti, generando vari livelli di lettura. Dani Gal si è occupato anche di un archivio che riunisce importanti testimonianze audio relative a eventi storici del XX secolo. Tra i vari musei che hanno ospitato le sue opere figurano la Halle für Kunst di Lüneburg, la Kunsthalle di Vienna, il Kunsthaus Baselland di Muttenz-Basilea, lo ZKM di Karlsruhe e la Lewis Glucksmann Gallery di New York.
Per informazioni e contatti per la stampa:
Villa Romana, Via Senese, 68 - 50124 Firenze
Tel.: +39 055 221654 Fax: +39 055 2280251
office@villaromana.org – leitung@villaromana.org
www.villaromana.org