Cari amici,
vi invio l'appello congiunto dell'Iniziativa per la Libertà d'Espressione in Iran, Information, Safety & Freedom e Articolo21 per salvare dal boia due giornalisti curdi, cittadini iraniani, condannati a morte lo scorso 17 luglio. Hanno aderito finora alla campagna politici (tra gli altri Umberto Ranieri e Daniele Capezzone), giornalisti, scrittori e centinaia di semplici cittadini, oltre a organizzazioni come FNSI, Nessuno Tocchi Caino, e la Tavola della Pace. L'adesione di ognuno sarà una voce in più a levarsi per la vita!
Roberto Malini
(da http://groups.google.com/group/ANED-TORINO)
SALVIAMO I GIORNALISTI CURDI
CONDANNATI A MORTE
Adnan Hosseinpour (foto) e Hiwa Boutimar sono stati condannati a morte, lo scorso 17 luglio. La sentenza, è stata emessa dal Tribunale della Rivoluzione di Sanandaj, una delle maggiori città del Kurdistan iraniano. Adnan, giornalista del settimanale Asu, è accusato di aver «attentato alla sicurezza dello Stato», per aver scritto articoli su alcune manifestazioni popolari che nel 2006 si sono svolte in alcune città del Kurdistan iraniano. Hiwa Abdolvahed Boutimar, giornalista freelance e attivista per i Diritti Umani, è invece accusato di contatti con organizzazioni sovversive. Le organizzazioni sovversive a cui si riferiscono le autorità iraniane, sono il Partito Democratico del Kurdistan Iraniano (Pdki), e il Komala. Il primo fa parte dell'Internazionale Socialista, e il secondo è stato più volte ospite delle istituzioni internazionali ed europee. Adnan e Hiwa hanno una sola colpa, quella di essere curdi e sunniti, in un paese dove appartenere ad una minoranza sembra costituire un reato.
Nella Repubblica Islamica la situazione dei Diritti Umani, negli ultimi due anni, con l'elezione di Mahmoud Ahmadinejad, è peggiorata. Nei primi sei mesi del 2007, secondo Amnesty International, sono state eseguite 177 condanne a morte. Proprio nei giorni scorsi, a Takestan, un uomo è stato lapidato. Altre 8 donne, in diverse carceri del paese, attendono il loro turno per essere lapidate, secondo quanto scrive il quotidiano Etemad Melli di Teheran. Altre 20 sentenze capitali, sono state annunciate nei giorni scorsi dal portavoce dell'Autorità Giudiziaria, Alireza Jamshidi. Sono 20 i giovani, sospettati di aver avuto relazioni omosessuali, o di aver molestato sessualmente persone dell'altro sesso, ad essere condannati alla forca. 21 sono invece i condannati a morte, in attesa dell'esecuzione della pena, che al momento dei delitti a loro attribuiti, erano minorenni.
Tacere, su quanto sta accadendo in Iran, non è più lecito. Bisogna fermare il boia. Salvare la vita di Hiwa e Adnan, cosi come tutte le altre persone che rischiano l'impiccagione in Iran, è un dovere. L'Iniziativa per la Libertà d'Espressione in Iran, assieme al Comitato per la salvezza di Hosseinpour e Boutimar, chiede alle forze politiche italiane, alla società civile, ai singoli uomini e donne che credono nella libertà e nella giustizia di far sentire la loro voce e di impegnarsi per salvare la vita ai due giornalisti curdi, Hiwa e Adnan.
Per adesioni e informazioni contattare
iranfreepress@libero.it
Ahmad Rafat