Dopo l'audizione in commissione e le ultime dichiarazioni del ministro della Salute Livia Turco in merito alla legge 40, possiamo solo prendere atto della sua non volontà di intervenire sulla legge. Nascondendosi dietro un ruolo tecnico e non politico di ministro, si limita a registrare l'unico vantaggio di avere una legge, ossia l'avere regolamentato -vietato, diremmo noi- la materia.
Nascondendosi dietro ad un programma che non dice cosa non fare, e che tra gli interventi da fare non mette la legge 40, si dichiara impossibilitata ad agire su una legge che ha visto un ampio dibattito in Parlamento. Occorrerà ricordarle che molte leggi approvate dal Parlamento hanno visto ampi dibattiti e -in parte per questo- chi da minoranza diviene maggioranza interviene sulle leggi che non aveva condiviso, e su cui aveva impegnato anche i propri partiti, militanti ed elettori in campagne referendarie per la loro modifica.
Al ministro Turco possiamo solo augurare buone vacanze, confidando che il mese di agosto le porti consiglio e anche un po' di coraggio politico per sapersi schierare dalla parte delle donne e delle coppie con problemi di fertilità e portatrici di malattie ereditabili.
Appuntamento a settembre in Commissione per discutere sia della revisione delle linee guida che della relazione sulla legge, con l'auspicio che le forze politiche, di maggioranza e di opposizione sappiano essere più coraggiose anche affrontando il rischio di trovare maggioranze trasversali.
Donatelli Poretti