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Dino Campana nelle note dei Secondamarea 
Ancora sulla Mostra alla Sala D’Arme di Palazzo Vecchio
Tamara De Lempicka,
Tamara De Lempicka, 'La musicienne' (1929) 
13 Luglio 2007
 

Quale posto occupa la Musica nella nostra esistenza? Nella varietà delle sue espressioni, è l’essenza stessa della nostra vita. Da quando schiudiamo gli occhi e ci incantiamo al suono della voce materna o di una ninna nanna, la musica scandisce i nostri cicli di vita, ne caratterizza i momenti essenziali e ne annoda i ricordi; innumerevoli e mutevoli sono i suoni, i ritmi e i rumori che nella metamorfosi incessante degli stati d’animo scandiscono stati di gioia, di dolore, di tristezza e di malinconia.

La musica, nella combinazione dei suoni, comunica messaggi e stabilisce -un rapporto di amorosi sensi- tra il musicista e l’ascoltatore, in una simbiosi alta e sublime. La musica esprime emozioni e stati d’animo che emergono e s’intrecciano sul filo di una percezione visiva fatta di suoni di forte suggestione e che tali restano nel Tempo: dalla musica tribale alla musica sacra, dal Melodramma alla canzone sentita e ripetuta, all’identificazione delle Arti, in cui la Musica diventa un collante tra altri linguaggi quali Poesia e Pittura e tale è la musica dei Secondamarea per i Canti di Dino Campana.

Il connubio delle Arti è linfa vitale per il cuore che in esso si appaga; è un’interazione che nasce dalla penna del poeta, dai pennelli del pittore, dalle note del musicista; una sincronia di elementi che trasformano l’universo in musica e armonia; un canto eterno atto al progetto di pace universale.

La sincronia tra poesia, musica e pittura rende ragione al sentimento e visitare una mostra, accompagnati da note, nate dal sentimento puro di chi crede nella funzione dell’Arte in tutte le sue espressioni è una cosa esilarante.

La mostra “Nel sogno abitato. Storie dipinte di Dino Campana” di Antonio Possenti, esposta alla Sala D’Arme di Palazzo Vecchio, è l’espressione tangibile di un’armonia creata su un sincretismo dinamico in cui le Arti come Muse, prendono vita e ci guidano attraverso accese sinestesie create dalla combinazione di colori, versi e note dove la musica in sottofondo, rende visibile al cuore l’invisibile del sentimento più profondo.

Si ritorna all’antico, quando le Muse intrecciavano canti e balli armoniosi; quando i poeti dilettavano le corti di poesia e musica; quando le Arti vincevano ogni abbrutimento dei tempi e chiara appare all’immaginazione Orfeo che con le Arti chiede giustizia al cuore e alla vita.

Il duo acustico Secondamarea ha messo in musica alcune tra le poesie di Dino Campana e canzoni da loro scritte e ispirate alla vita del poeta. La loro musica è coinvolgente e traduce perfettamente in note l’animo di Campana e la pittura di Possenti attraverso scelte tecniche suggestive su un impianto convergente di linee, forme e colori: elementi connotativi di musica, pittura e poesia.

 

Anna Lanzetta

 

 

(…) In occasione della mostra “Nel sogno abitato. Storie dipinte di Dino Campana” di Antonio Possenti è stato presentato in Sala D'Arme a Palazzo Vecchio il nuovo lavoro cantautorale dei Secondamarea interamente dedicato a Dino Campana: Chimera - Concerto per Dino Campana.

I Secondamarea, duo acustico (Ilaria Becchino: voce, Andrea Biscaro: chitarre) hanno messo in musica e canto sue poesie e scritto canzoni ispirate alla sua vita e opera per un programma di 16 canzoni che verranno mandate in diffusione a ciclo continuo per tutta la durata della mostra del pittore, dal 28 Giugno al 29 Luglio.

Il Cd, patrocinato dal Centro Studi Campaniani di Marradi, sarà in mostra al book-shop di Sala D’Arme dove saranno indicati i punti vendita dove poterlo acquistare.

Lo presenteranno inoltre in concerto in varie librerie di Firenze e in teatri d’Italia.

Non è la prima volta che i Secondamarea mettono in musica poeti: hanno già lavorato sui versi di C. Bukowski, E.A. Poe, Paul Klee, Alda Merini, Gianfranco Rossi, Giorgio Bassani, quest’ultimo presente nel loro lavoro cantautorale di prossima realizzazione sul tema del lavoro in miniera. Sempre giocato sull’intreccio tra letteratura e musica lo spettacolo Sens’amore - il corpo è l’unico potere che ci è rimasto, spettacolo di teatro-canzone ispirato ai racconti di Simona Vinci.

La stimolante collaborazione con Antonio Possenti nasce da una coincidenza d’intenzioni nella creazione artistica: un comune e fruttuoso rivolgerci alla poesia per abitarla, perché avvenga un incontro di esperienze, persino di sogni, che si può compiere nell’immaginario di un quadro o, nel nostro linguaggio, nella vita di una canzone.

Campana ci ha permesso di confrontarci con più registri e ritmi per un disco caratterizzato da una grande varietà musicale in cui allo stesso tempo si conserva la nostra matrice acustica, essenziale.

 

PROGRAMMA:

CHIMERA

Concerto per Dino Campana


  1. CHIMERA “strumentale” – musica: Andrea Biscaro

  2. NOTTE VIOLA – testo e musica: Andrea Biscaro

  3. L’INVETRIATA – testo: D. Campana, musica: A. Biscaro

  4. POESIA FACILE – testo: D. Campana, musica: A. Biscaro

  5. FABBRICARE FABBRICARE FABBRICARE – testo: D. Campana, musica: A. Biscaro

  6. BATTE BOTTE – testo: D. Campana, musica: A. Biscaro

  7. BARCHE AMORRATE – testo: D. Campana, musica: Ilaria Becchino

  8. LA PETITE PROMENADE DU POETE – testo: D. Campana, musica: A. Biscaro

  9. LE MIE PAROLE – testo e musica: Andrea Biscaro

  10. IL RUSSO – testo: D. Campana, musica: A. Biscaro

  11. MARRADI – testo: D. Campana, musica: I. Becchino

  12. CANTO PROLETARIO ITALO-FRANCESE a M.N. – testo: D. Campana, musica: A. Biscaro

  13. IN UN MOMENTO – testo: D. Campana, musica: A. Biscaro

  14. VI AMAI NELLA CITTÀ – testo: D. Campana, musica: I. Becchino

  15. MUSICO CUORE – testo: S. Aleramo, musica: A. Biscaro

  16. COME UNA MELODIA BLU – testo: D. Campana, musica: A. Biscaro

 

 

«Il popolo d’Italia non canta più. Non vi sembra

questa la più grande sciagura nazionale?»

Dino Campana

 

Perché un cantautore decide di mettere in musica dei versi non suoi? E perché scomodare un poeta come Dino Campana? Innanzitutto perché amiamo i suoi versi e suonarli e cantarli significa in un certo senso interpretarli; forse è il nostro modo più vero, più autentico per entrarci dentro, per esplorarli, comprenderli. È il gesto di affetto e di riconoscenza nei confronti di un poeta che è stato soprattutto un uomo spinto dal desiderio, un uomo che ha sofferto, amato, che ha visto e viaggiato molto e che ha saputo smontare il linguaggio, svecchiarlo, usandolo in un modo nuovo, moderno. Un linguaggio poetico fatto di visioni, fantasie, di suoni e atmosfere, di colorismi. Una scrittura la sua veramente musicale, piena di ritmo e profumi.

Cantare i versi di Dino e trovare una musica per le sue parole è significato principalmente avere al proprio fianco un buon compagno di viaggio, un amico che ci ha tenuto le mani e gli occhi.

Cantiamo Dino per ricordarlo. Per ricordare. Viviamo in un tempo che fa di tutto per farci dimenticare. Dimenticare nomi, luoghi, emozioni, strade, mari, amori. Dimenticarci. La musica di oggi è una non-musica fatta di oblio, una musica-supermercato, una musica-autogrill, una musica che sembra fatta apposta per farci dimenticare. E noi invece vorremmo aiutare a ricordare. A ricordare l’importanza della poesia, a ricordare che aprire un libro e leggere un poeta può aiutarci ad amare e a vivere meglio, a ricordare l’importanza del canto e della musica. Perché il canto è la radice dell’amore. Come dice Dino, il fatto che l’italiano non sia più abituato a cantare è la vera disgrazia. Non cantare più significa infatti perdere la memoria.

Crediamo che la musica sia un fattore complementare alla funzione emotiva e alla divulgazione stessa della poesia. La poesia deve sparpagliarsi per le strade, essere una moneta di tutti giorni da scambiare con gioia, un respirare in pace perché gli altri respirino. E il canto può essere un veicolo velocissimo per far volare i versi di un poeta, spanderli come un polline e farli arrivare inaspettatamente a cuori lontani. Basti ricordare che la poesia, sin dagli inizi dei tempi era cantata.

O pensiamo in tempi recenti ai più significativi poeti della beat-generation che leggevano i loro versi in pubblico a fianco di gruppi pop, jazz, folk. D’altronde il verso nasce già in comunione con la musica; è come se il musicista percepisse delle immagini musicali dietro la porta delle parole, non sgranando gli occhi, ma l’udito; è come se vedesse quell’invisibile pentagramma sospeso nel bianco che c’è tra verso e verso, tra riga e riga.

Non abbiamo seguito un criterio cronologico o tematico nel musicare Dino Campana, ma piuttosto una via sentimentale, un percorso dell’anima fatto di segni, sogni e corrispondenze; abbiamo seguito le sue rotte sghembe, i suoi amori, le sue apparizioni e, in punta di dita (e di voce), l’abbiamo cantato, molto spontaneamente e liberamente. E tutto è venuto da sé, le tematiche di Campana si sono manifestate da sole in queste 16 canzoni, srotolandosi in una grande varietà di ritmi e atmosfere: la nostra musica si è arricchita grazie alle sue parole.

Diceva il grande chansonnier Leo Ferrè a proposito di Baudelaire: «Quando mi manchi, ti metto in musica, umilmente. E’ la sola rosa che posso deporre sulla tua tomba».

 

«Sì: scorrere sopra la vita questo sarebbe necessario questa è l’unica arte possibile. Primo fra tutti sarebbe colui il quale non conoscesse che la tristezza della felicità più profonda e nessun’altra tristezza: una tale musica non è mai esistita ancora». (Dino Campana)

 

(…) (Il materiale suriportato ci è stato fornito direttamente dal duo Secondamarea)

A. L.


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