Ho inviato oggi al Comitato Nazionale di Bioetica una breve nota che spero possa essere considerata un contributo per la decisione che il comitato stesso, dal 13 luglio al 28 settembre, dovrà prendere sulle cellule staminali del cordone ombelicale e la loro conservazione.
La necessitò nasce dal fatto che sono la prima firmataria di una proposta di legge depositata alla Camera dei Deputati che chiede di intervenire sulla regolamentazione della conservazione autologa. Inoltre, essendo segretario della Commissione Affari Sociali, seguo con interesse la vicenda e tutte le implicazioni di legge, dall'ordinanza da poco rinnovata all'applicazione della legge sul sangue, dalla legge sul parto appena votata dalla Commissione fino al recepimento della direttiva europea.
Sono molti i fattori in gioco che dovrebbero essere soddisfatti senza creare conflitti:
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la salute pubblica e la necessità di promuovere la cultura della donazione e al tempo stesso di renderla praticabile,
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la libertà di decidere del proprio corpo e per il bene del proprio figlio,
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la libera circolazione delle merci e delle persone all'interno dell'Unione Europea,
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il favorire l'iniziativa del privato anche a supporto del pubblico,
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l'applicazione di leggi che rispondano alle esigenze dei cittadini fornendo loro quella corretta informazione utile ad una libera e consapevole scelta.
Da qualunque punto si affronti la tematica (bioetico, giuridico o sanitario) credo che potremmo tutti concordare sull'importanza delle cellule staminali derivate dal cordone ombelicale e sull'importanza del loro prelievo e successiva conservazione come alternativa alla loro distruzione. Ogni cordone conservato è un potenziale aiuto per un malato, nonché un prezioso materiale per la ricerca scientifica!
Lascio aperta la questione bioetica di stabilire la titolarità del cordone (se della mamma o del bambino), ma oggi di fatto è la mamma che decide se donarlo o buttarlo. Un domani auspico che la mamma possa decidere se donarlo, conservarlo per il figlio o buttarlo. Ciò che non vorrei, invece, è che fosse lo Stato a decidere per entrambi!
Augurandomi di aver fornito informazioni utili e confidando in una scelta che non precluda alcuna possibilità e lasci alla donna, al momento del parto, la decisione di fare una scelta libera e consapevole, auguro al Comitato Nazionale di Bioetica un buon lavoro!
Donatella Poretti
Qui il testo completo della nota