È stato approvato oggi alla Camera con un voto trasversale il mio ordine del giorno presentato al disegno di legge "Delega al Governo in materia di riordino degli enti di ricerca" (C. 2559). Nonostante il Governo avesse espresso parere contrario, la maggioranza dei deputati ha ritenuto importante e utile l'impegno di «valutare l'opportunità di elaborare strategie per attrarre capitali italiani e stranieri per il potenziamento dei nostri atenei italiani, anche attraverso agevolazioni fiscali per coloro che investono nell'università e nella ricerca».
In Italia i finanziamenti pubblici per la ricerca scientifica sono pari all'1,1 per cento del Pil rispetto ad una media dei Paesi Ocse dell'1,5 per cento e ancora meno sono gli investimenti privati. Per questo è necessario andare oltre la mentalità secondo cui solo lo Stato può gestire l'università e la ricerca. Senza investimenti privati l'Italia rimarrà sempre un nano a livello internazionale, i soldi pubblici, in assenza di competitività, non basteranno mai e continueranno ad essere più volte sprecati.
Per fare un esempio di come potrebbe essere diversa e migliorabile la situazione italiana cito il caso statunitense dove le migliori università sono in gran parte private. Secondo una ricerca dell'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), otto piccole università private degli Stati Uniti spendono più di tutti gli atenei pubblici italiani! Le sole tre università0 di Princeton, Yale e Harvard (che sono private) spendono praticamente un terzo dell'intera somma spesa in Italia per le università pubbliche.
Peccato che il Governo non abbia colto l'occasione di fare suo questo provvedimento così da non andare in minoranza. Mi auguro però che abbia colto l'importanza del voto trasversale verificatosi oggi in aula: certi provvedimenti sono necessari per riportare la ricerca italiana ad un livello almeno vicino a quella degli altri Stati europei.
Donatella Poretti
Qui il testo dell'ordine del giorno