Bene la mediazione arrivata oggi in commissione Giustizia del Senato per il testo di legge sui doppi cognomi per i figli. Il relatore del provvedimento, Cesare Salvi, ha presentato un nuovo testo che sembra superare le difficoltà che il ddl (disgeno di legge) aveva incontrato in aula. Avrei preferito la libera scelta dei cognomi da parte dei genitori al momento della nascita, ma la mediazione raggiunta (il cognome del padre messo prima di quella della madre con la possibilità comunque di stabilire un ordine diverso) nella sostanza è la stessa cosa pur se conserva una forma istituzionale di prevalenza del cognome paterno. Ci sarà tempo in altri momenti per rimediarvi, ma intanto è bene che cessi il tabù sul cognome materno.
Ritengo positiva anche la parte del nuovo ddl che prevede la sostituzione delle espressioni «figlio legittimo e figlio naturale» rispettivamente con «figlio nato nel matrimonio e figlio nato fuori dal matrimonio».
A questo cambio formale di definizione dovrà però seguire una modifica sostanziale che elimini le discriminazioni oggi esistenti tra figli legittimi e naturali, come previsto anche in una proposta di legge da me presentata.
Le discriminazioni tra figli legittimi e naturali che ancora oggi sopravvivono, riguardano sia il modo in cui lo status di figlio si assume e le azioni relative, sia la materia ereditaria. L'art. 537, terzo comma, prevede un anacronistico ed ingiustificato meccanismo dal quale può derivare l'esclusione dei figli naturali dall'eredità. L'art. 565, a sua volta, non riconosce un rapporto di parentela tra fratelli naturali. Questa norma e' stata oggetto di dichiarazioni di incostituzionalità, ma la Corte Costituzionale, nell'affermare il principio, l'ha modificata solo in parte, sostenendo che compete al legislatore una riforma integrale.
Mi auguro, quindi, che con questa buona mediazione sul testo per i cognomi si arrivi velocemente anche all'eliminazione delle citate discriminazioni per dare diritti, fino ad ora negati, a soggetti che non sono stati coinvolti nelle scelte dei genitori. Una coppia può decidere di non sposarsi, ma non dovrebbe decidere di tutelare in maniera diversa i figli!
Donatella Poretti