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Alpinismo. “Marco e Rosa” a prova di bufere
10 Luglio 2007
 

La scorsa settimana Giancarlo “Bianco” Lenatti, gestore del rifugio “Marco e Rosa De Marchi – Agostino Rocca” al Bernina, di proprietà della Sezione Valtellinese del C.A.I., con due abili artigiani di Primolo, Francesco “Cico” Fanoni e Giordani “Bepi” Giuseppe e gli aiutanti Michele Fanoni e Daniele Lenatti di Chiesa, ha curato i lavori di sistemazione interna della capanna “Marco e Rosa”, che si trova nei pressi del più moderno e tecnologico rifugio inaugurato nel 2003, dopo lo smantellamento della capanna costruita nel 1964.

La vecchia capanna, attualmente utilizzata come ricovero invernale, fu costruita nel 1913 da un’idea venuta a Marco De Marchi, che nel 1910 era stato respinto dal maltempo durante un’ascensione al Pizzo Bernina, con il suo compagno di cordata, l’illustre alpinista e fotografo dott. Alfredo Corti.

A monte della capanna “Marinelli” non esisteva ricovero per alpinisti e il balcone naturale nei pressi della Forcola di Cresta Guzza, già luogo ideale per una beve sosta sulla via verso la cima, sembrò a Corti l’ovvio sito dove costruire la piccola capanna, che ancor oggi è lì a testimoniare l’eccellente lavoro e le dure fatiche dei tenaci alpigiani ed operai di Torre S. Maria che, sotto il suo sguardo vigile e le sue direttive e grazie al generoso contributo dei coniugi Marco e Rosa De Marchi, ai quali il rifugio è intitolato, in due mesi di tempo spesso infernale terminarono i lavori.

Il nuovo rifugio fu così inaugurato il 14 settembre 1913, dopo alcuni rinvii causati dal maltempo.

Scrive il Corti ricordando quel giorno speciale: «La cerimonia inaugurale fu breve, ma sentita. Le energie infernali dell’atmosfera urlavano le loro gelide forze crudeli, e il Rifugio sferzato ne vibrava tutto; ma all’interno i cuori caldi sentivano tanto più che il rito che si celebrava procedeva dall’amore verso il bello ed il bene! E l’intensità dei sentimenti che tutti avvinse, esprimevano le lacrime gentili che brillavano sulle gote delle signore, che videro correre sui visi adusti degli operai, di alpinisti, di qualche guida valorosa! Quel sentimento profondo ha detto ai donatori il gradimento e l’affetto di tutti gli amanti della montagna».

Quale differenza, non solo climatica, benché l’amore per la montagna sia rimasto negli anni immutato, rispetto all’inaugurazione del 2003, avvenuta sotto un sole cocente, nonostante la quota di 3.600 mt., che impediva di stare a capo scoperto!

Dopo così lungo tempo la capanna aveva necessità di alcuni lavori interni; il gestore e guida alpina “Bianco”, sempre amorevole verso i due rifugi che la Sezione gli ha affidato, si è così generosamente offerto di provvedervi. Detto fatto: con l’aiuto dei suoi compagni in tre giorni di lavoro ha completamente rifatto il pavimento e le pareti di legno, riportando l’interno a nuovo splendore e isolandolo completamente in modo tale da reggere le bufere che lassù si scatenano inclementi. Ancora qualche piccolo ritocco interno e la capanna sarà completamente nuova, pronta ad affrontare altri cento anni di onorato servizio e di intemperie come quelle della foto.

La Sezione Valtellinese invita gli alpinisti a fermarsi alla Forcola di Cresta Guzza e godere della calorosa accoglienza dei due rifugi.


Lucia Foppoli

Presidente Sezione Valtellinese del C.A.I.

(fondata nel 1872)


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