Vorrei suggerire ai lettori di TELLUSfolio un’idea per una giornata inconsueta da trascorrere in una totale immersione nella natura e nell’arte: la visita alla collezione di Giuliano Gori presso la Fattoria di Celle.
Da quando sono arrivata in Toscana dal Friuli - ormai sono più di trent’anni - ho seguito con grande interesse le varie esperienze e poetiche di “arte ambientale” create su questo territorio, che ultimamente si sono moltiplicate divenendo pratica consueta di intervento sia sull’arredo urbano all’interno dell’ampia gamma dei centri storici (vedi Il Muro di Enrico Baj a Pontedera), sia sul paesaggio all’interno di parchi e collezioni private.
Ricordo l’inaugurazione della Fattoria di Celle nel 1982 con Amnon Barzel, Renato Barilli, Francesco Gurrieri e Knud Jensen durante la quale Giuliano Gori esprimeva la sua convinzione di dare inizio a una collezione in progress di “arte ambientale” partendo dall’idea di sperimentare il comportamento dell’artista contemporaneo nei confronti di una committenza che ponesse come condizione l’utilizzo dello spazio non più come semplice contenitore bensì come parte integrante dell’opera realizzata. Da quel momento le relazioni tra opera e ambiente sarebbero state affrontate nella loro dinamica complessità, superando una statica e improbabile concezione ornamentale dell’installazione en plein-air. E iniziava anche una bella sfida per un collezionista-mecenate che si poneva così al di fuori degli schemi tradizionali del mercato dell’arte.
Dice Giuliano Gori: «l’artista all’esterno deve adattarsi allo spazio così come lo trova, e siccome ritengo che l'arte ambientale sia l'unica che tuteli la natura, questo ci consente anche di poterla mantenere nello stesso modo in cui l’artista l’ha trovata…». Infatti, per arte ambientale si intende quella che prevede prima di ogni intervento un’indagine approfondita del luogo dove sarà installata e che fa sì che le opere realizzate non possano essere trasferite in un posto diverso da quello per il quale sono state create. In questo si trova la principale differenza con quella che si usa definire come arte ambientata dove l’artista crea un’opera che invece può avere una varietà di possibili collocazioni.
La tenuta di Celle, situata a Santomato su una collina che domina la pianura tra Pistoia (5 km) e Firenze (35 km), è un insieme composto di varie architetture tra le quali la Villa e la Cappella, che risalgono alla fine del Seicento, la Voliera realizzata dal poeta-architetto Bartolomeo Sestini, la Palazzina del Tè, il Monumento egizio, immerse in un tipico parco romantico dal fitto bosco che si interrompe su campi assolati di ulivi, che poi ancora riprende con esuberanti faggi, aceri e querce, a volte interrotto da scogliere, cascate, fontane e laghi avvolti da impenetrabili bambù… il tutto mantenuto e curato come un raro esempio della cultura sei-settecentesca del paesaggio e della conservazione della natura come era intesa ai tempi del Granducato.
A Celle, come viene affettuosamente chiamata da coloro che la amano, ogni anno, degli artisti accuratamente selezionati vengono invitati a realizzare installazioni sia negli suggestivi spazi all’aperto, come il parco o la zona agricola, sia all’interno degli edifici storici e in varie altre strutture rurali. Ormai si possono contare 66 installazioni permanenti per la maggior parte disseminate su oltre 40 ettari, altre all’interno degli edifici e alcune sono in corso di allestimento.
In 25 anni di attività sono stati coinvolti numerosi artisti nazionali e internazionali ma ciò che più conta è che l’iniziativa ha dato vita a un grande laboratorio creativo che continua senza sosta nella produzione e nella sperimentazione di nuovi linguaggi espressi nelle diverse discipline artistiche contemporanee. Legata alla collezione e al parco si svolge ogni anno una ricca attività di mostre e performance, che trovano spazi suggestivi anche all’interno di un teatro-scultura all’aperto.
Chissà che la Toscana, dove storicamente il paesaggio ha contribuito in modo prezioso alla nascita della cultura umanistica e rinascimentale, anche grazie alle numerose operazioni di “arte ambientale” in corso, non possa riprendere un’autentica tradizione di salvaguardia paesaggistica e diventare, al tempo stesso, un’area innovativa nello scenario dell’arte contemporanea.
Dal 23 giugno al 30 settembre 2007
“Voliare” installazione temporanea di Sissi
“Un’utopia possibile?” mostra di Piero Fogliati
Artisti delle installazioni permanenti:
Magdalena Abakanowicz, Alice Aycock, Daniel Buren, Roberto Barni, Alberto Burri, Enrico Castellani, Giuseppe Chiari, Pietro Coletta, Fabrizio Corneli, Stephen Cox, Nicola De Maria, Luciano Fabro, Ian Hamilton Finlay, Pietro Fogliati, Michel Gerard, Hossein Golba, Bukichi Inoue,Menashe Kadishman, Dani Karavan, Joseph Kosuth, Olavi Lanu, Sol Lewitt, Richard Long, Luigi Mainolfi,Fausto Melotti, Aiko Miyawaki, Maurizio Mochetti, Robert Morris, Hidetoshi Nagasawa, Max Neuhaus, Nunzio, Dennis Oppenheim, Mimmo Paladino, Marta Pan, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, A.R.Penck & Frank Breidenbruch, Giuseppe Penone, Beverly Pepper, Michelangelo Pistoletto, Jaume Plensa, Anne & Patrick Poirier, Dimitrij Prigov, Andrei Roiter, Ulrich Ruckriem, Gianni Ruffi, Richard Serra, Susana Solano, Alan Sonfist, Giuseppe Spagnulo, Aldo Spoldi, Mauro Staccioli, George Trakas, Costas Tsoclis, Emilio Vedova, Gilberto Zorio, Robert Morris, Claudio Parmiggiani.
Pubblicata una nuova guida Fattoria di Celle - Collezione Gori. Un percorso nell’arte ambientale, Gli Ori, 2007
Il Parco e la Villa sono visitabili solo su richiesta scritta nel periodo primavera-estate.
La richiesta va inviata al seguente indirizzo:
Fattoria di Celle - Via Montalese, 7 - 51030 Santomato di Pistoia (PT)
Tel. 0573 479908 - Fax 0573 479486.
Alessandra Borsetti Venier