L’idea mi è venuta, anzi la considerazione, in questo momento, mentre sto in cucina a preparare un panino con la mortadella dall’odore inebriante per il mio uomo. Nasce dal ricordo di uno scambio di battute avute con un amico. Si discuteva di litblog e di certe liti che si svolgono (e che spesso si recitano come un copione) all’interno di alcuni di essi, da chiamare quindi litiblog e non più litblog. Il mio amico, ad un certo punto, mi chiede:
– Sai cosa rispose il coltello alla mortadella quando questa gli domandò: tu cosa provi per me? Il coltello rispose: Affetto!
– Eh già, perché il coltello l’ama! – Dico io.
Coltello e mortadella, sembrerebbe una simbiosi perfetta.
Il termine simbiosi deriva dal greco ed è l'unione di due parole che significano rispettivamente: insieme e vivere. Di conseguenza la simbiosi è una relazione di due specie diverse che vivono insieme.
Ci sono diversi tipi di rapporto che si instaura fra due diverse specie:
La competizione: le specie condividono le stesse esigenze contendendosele;
La Protocooperazione: entrambe le specie traggono vantaggio dal loro rapporto obbligatorio;
Il Mutualismo: entrambe le specie traggono vantaggio dal loro rapporto non obbligatorio;
Il Commensalismo: una specie trae dei vantaggi, l'altra non ottiene nulla, ma non perde nulla;
L’Inquilinismo: una specie trae dei vantaggio, l'altra no;
Il Parassitismo: una specie ottiene dei forti vantaggi, l'altra addirittura ne soffre;
La Predazione: una specie domina sull'altra.
Ma il coltello affettando la mortadella consuma la sua lama e fetta dopo fetta la mortadella, essa piano piano scompare nel nulla, o nella pancia di un uomo affamato com’è questo pomeriggio mio marito. In questo modo non abbiamo la simbiosi e quindi un vantaggio per una specie o per l’altra o per entrambe, come nel caso della protocooperazione, del mutualismo, del commensalismo o dell’inquilinismo, e non c’è neppure la competizione, non c’è il parassitismo o la predazione, perché nessuno ci guadagna niente; c’è, invece, un consumo di energie, di esistenze, un logorio, un costante degrado da parte di entrambe le specie, perché il coltello taglia e porta via e distrugge e tagliando consuma se stesso e la sua lama.
L’ama o non l’ama. Non l’ama ma lama.
Ma cosa c’entra questo col discorso amoroso? C’entra visto che si parla di affetto, c’entra perché sto preparando per mio marito, che ho sposato e che mi ha sposata più di trent’anni fa, un panino con la mortadella e la sto affettando con un coltello. E penso, intanto, che il nostro amore, che il nostro affetto non è come l’affettato che ho messo dentro al panino, e che lui non è il mio coltello e io non sono la sua mortadella. Noi non ci consumiamo perché l’amore non ci consuma, l’amore ci accresce, l’amore dà senza chiedere e senza nulla togliere; è una sorgente inesauribile, un coltello che usato e riusato per anni non consuma mai la sua lama e non affetta l’altro, non l’assottiglia, anzi lo aumenta, lo amplia, lo amplifica, lo arricchisce. La mortadella e il coltello non vivono in simbiosi. Mio marito non è un coltello. Io non sono una mortadella. L’amore non è una mortadella e neppure un coltello. L’amore non è simbiosi, neppure nel caso di mutualismo, nell’amore non si considerano i vantaggi che si possono ricevere, ma è un dare senza chiedere, un dare che accresce e che ti accresce. L’amore però è questo panino con la mortadella che sto preparando, che gli darò e che lui dividerà con me e che ci sazierà, e ci accrescerà, e non solo nel giro vita. Solo in quest’ultimo caso posso affermare con sicurezza che l’amore è un panino con la mortadella, nel gesto, nel taglio, nel piacere, nella condivisione, un panino mangiato in cucina, non in simbiosi ma: Insieme.
Antonella Pizzo
http://antonellapizzo.wordpress.com