«Di più nin zò!» Non sono certo si scriva così, ma questo strano ritornello che ricordava in una pubblicità una mozzarella o qualcosa di simile, qualche anno fa, mi sembra azzeccato. Di più non so! Che dire, cosa sperare, cosa chiedere ancora ai ragazzi della Maganetti nel basket dopo un’annata sportiva del genere?
Sembra una favola immaginata in un tiepido giorno di fine estate, tra un allenamento e l’altro, magari buttata lì come battuta… “quest’anno ci sono Sondrio e Morbegno, annata di derby, chissà come andrà”, “be' non siamo poi male, secondo me qualche scherzetto in giro possiamo farlo”, “non sarebbe male finirgli davanti nel campionato”… e poi come in ogni bel film arriva il colpo di scena… “su ragazzi sveglia, non battiamo la fiacca”… la voce del capo, l’allenatore Gianni Pensini, riporta alla realtà, corse ed esercizi sotto canestro sudore ma anche una bella dose di divertimento. Il campionato deve ancora iniziare e si pensa già alla sua fine? Non scherziamo.
Un quadro forse immaginario, forse immaginato, le battute di un gruppo di ragazzi che da anni corrono dietro a una palla per non prenderla a calci ma infilarla nei modi più strani in un alto cerchio di ferro impreziosito da una gonnella di corda.
Un gruppo di ragazzi che ha dato e sta dando grande lustro allo sport tiranese continuando a stupire stagione dopo stagione, dalla Promozione alla Serie D, dai derby con il Ponte e Delebio, con tutto il rispetto, a quelli con le regine storiche del basket valtellinese, Rigamonti e Pezzini, ossia Sondrio e Morbegno.
Una bella avventura iniziata fin da subito con buone prospettive, una serie di vittorie che hanno proiettato il Tirano ai primi posti della classifica, l’ebbrezza da vetta non si è fatta particolarmente sentire e vedere, partita dopo partita, le rivali di casa alle spalle, ha dato ancora più fiducia. Certo brucicchiano i due derby col Morbegno persi, ma dà lustro la vittoria con Sondrio, e soprattutto è la Maganetti a tagliare il traguardo dei play-off come quarta classificata dopo una stagione incredibile.
Incredibile come le ultime giornate, due partite con le dirette concorrenti per il sogno paly-off, alle spalle una flottiglia di mastini pronti ad azzannare i calzoncini, l’agile Tirano però non ci sta e invece di mollare le asce decide di lottare per fare di una bella stagione un grande campionato e forse qualcosa di più. Scottati dalla sconfitta interna con il Morbegno a fine aprile di soli tre punti, i ragazzi di Pensini si sono rifatti in casa, di misura sul Cassano Magnago, una vittoria che però non basta per staccare il passaporto play-off così si sono rimboccati le maniche e sono andati a masticare, pezzettino per pezzettino il parquet di Cantù, una lotta finita con la vittoria netta della Maganetti. Cantù già qualificata forse, ma Pennati e C. ben decisi a respirare ancora l’aria fine anzi finissima dell’alta classifica.
Il Tirano è quarto e sfida il Cermenate primo nella regular season, una partita tutta da giocare anche se i pronostici non sono certo dalla parte dei tiranesi. La conferma purtroppo nella prima partita in trasferta, il divario è netto, i padroni di casa sfiorano i 100 punti, i nostri sono al freddo, quasi a meno trenta!
Si perde un po’ di convinzione o forse i piedi tornano a toccare quella terra lasciata per il sogno di metà maggio targato play-off. C’è però il ritorno e Tirano sa di poter contare sul proprio tifo che da sempre è il sesto uomo nelle partite in casa. La sfida è tosta, Cermenate è quasi sempre avanti, la Maganetti non molla, ma sono troppi gli errori in fase di tiro, la differenza la fanno l’intensità difensiva degli ospiti e i centimetri a nostro sfavore, 74-65 per gli ospiti, ma alla fine il palazzetto è tutto in piedi per festeggiare un anno di infinite emozioni e chiedere al coach di restare.
La conferma che il basket tiranese sta alzando, anzi ha ben alzato la testa, arriva dal settore giovanile con la vittoria dei ragazzi di Stefano Vesnaver nel campionato provinciale Under 13, nella finale sono ancora i morbegnesi da battere, ma una prova maestosa di Baggi fa la differenza, 50 punti, roba da Michael Jordan, un talento che andrà coltivato e a cui potranno fare da corona tanti giovani giocatori.
Andrea Gusmeroli
(da Tirano & dintorni, giugno 2007)