I tempi infiniti della giustizia amministrativa -e non solo- non sono purtroppo un'opinione. Il presidente del Consiglio di Stato, Mario Egidio Schinaia, nella sua relazione annuale sullo stato della giustizia amministrativa, ha dichiarato che «al 31 dicembre 2006 l'arretrato complessivo per i TAR è pari circa a 600 mila ricorsi e per il Consiglio di Stato è pari a 20.465 appelli», e che «per l'eliminazione di questi arretrati occorrerebbe almeno un decennio». Qualcosa si sta facendo ma non è abbastanza, come si legge sempre nella relazione: «Va riconosciuto il merito all'ultima legge finanziaria di aver previsto un significativo, anche se ancora insufficiente, aumento del personale di supporto alla giustizia amministrativa nel suo complesso».
Sono migliaia i cittadini coinvolti nelle lungaggini dei meccanismi giudiziari. A titolo di esempio cito il caso di un cittadino umbro che ci ha fatto pervenire la sua storia. Nel 1995, dopo essersi visto recedere, prima del termine previsto, il contratto che lo legava alla Pubblica Amministrazione è ricorso al TAR, che ha emesso la sentenza –per lui negativa– dopo 7 anni, nel 2002. Anno in cui ha fatto appello al Consiglio di Stato. Nonostante i ripetuti e più che giustificati solleciti per fissare una data dell'udienza, il nostro è in attesa da 5 anni di una risposta.
Ho rivolto, quindi, al ministro della Giustizia (Clemente Mastella, foto) un’interrogazione per chiedere quali provvedimenti si intendono intraprendere per garantire ai cittadini che si rivolgono alla giustizia amministrativa giudizi certi e rapidi.
Donatella Poretti