Dopo le audizioni, le decine di emendamenti e di lettere, le ostetriche scendono in piazza contro la proposta di legge approvata dalla commissione Affari Sociali “Norme per la tutela dei diritti della partoriente, la promozione del parto fisiologico e la salvaguardia della salute del neonato”. Dispiace che il lavoro che per mesi ha occupato la Commissione non sia apprezzato da una delle parti in causa, cioè dalle ostetriche che hanno tentato di boicottare il testo fin dall'inizio, con evidente pregiudizio per il parto senza dolore e in analgesia.
Io sono stata tra quelle che ha più voluto la legge, in particolare per dare alla donna la libertà di scegliere su come e dove partorire: in ospedale, a domicilio (con controlli e requisiti sanitari), insistendo molto sull'opportunità del parto senza dolore e sulla presenza dell'anestesista in sala parto per garantire a tutte le donne la possibilità dell'epidurale.
Dagli emendamenti e dalle valutazioni che le ostetriche hanno fatto arrivare in Commissione, l'unica cosa che è emersa con chiarezza è stata la preoccupazione -tutta corporativa- di sentirsi emarginate o subordinate al medico.
Nessun vuol nuocere o escludere la figura dell'ostetrica, ma al centro della legge abbiamo pensato di mettere la donna e il neonato, e al centro dell'attenzione del legislatore i diritti di questi due soggetti.
Da parte mia, ovviamente, sono disponibile ad ascoltarle se vorranno fornire spunti propositivi, ma non mi interessa quando vogliono solo demolire il testo approvato in commissione.
Mi auguro che il ministero della Salute tenga su un testo che è anche suo e non ceda alle pressioni di una categoria che “spaccia” come battaglie per le donne quelle di una categoria professionale, pur se composta da sole donne!
La libertà della donna non può essere garantita né dalle ostetriche, né dai ginecologi, né dagli anestesisti, ma dalla stessa donna grazie all'opportunità di scegliere –informata– come partorire, avvalendosi delle capacità professionali del personale sanitario, incluse le ostetriche.
Tra le finalità del testo approvato in commissione:
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favorire il parto fisiologico;
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la possibilità di ricorrere al parto senza dolore anche per ridurre l'eccessivo numero di parti con taglio cesareo;
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potenziare l'attività dei consultori familiari;
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rafforzare gli strumenti per la salvaguardia della salute materna e del neonato;
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la promozione dell'allattamento al seno;
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garantire e assicurare la qualità dell'assistenza ostetrica, anestesiologica e pediatrico-neonatologica;
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dimissioni precoci e appropriate dall'ospedale garantendo l'assistenza domiciliare ostetrica e pediatrica;
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contrastare le disequità territoriali e sociali;
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promuovere la continuità assistenziale per tutta la durata della gravidanza, ma anche dopo la nascita;
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corsi preparto, ma anche incontri post partum e scambi di esperienze.
Nella pratica si tratta di inserire tra i Lea (livelli essenziali delle prestazioni a carico del Sistema Sanitario Nazionale) l'epidurale, scrivendo testualmente nella legge: «nel quadro di una sempre maggiore umanizzazione dell'evento nascita, mediante il controllo e la gestione del dolore nel travaglio parto». Attenzione particolare viene rivolta al diritto della donna a vivere l'evento in un contesto umanizzato e sicuro, con la possibilità di fruire di uno spazio riservato dove abbiano accesso le persone con cui la donna ha deciso di condividere l'evento.
Donatella Poretti