Domenica , 29 Dicembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Nave Terra > Sì, viaggiare
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Gianmario Bonfadini: La testa perduta (e poi ritrovata) di San Giovanni Nepomuceno a Sondrio
La testa ritrovata
La testa ritrovata 
07 Giugno 2007
 

  Urla e vento, bestemmie e fulmini. Gli alberi si piegano, l’acqua piena di energia, rabbia, vomito... trascina a valle un fiume di follia, vortici di paura. Buia nella notte e nel giorno del luglio 1758, quando la furia del Mallero travolse il ponte dell’allora piazza grande (ora piazza Cavour) e portò con sé la statua di San Giovanni Nepomuceno che vi si trovava sopra, scaraventandola tra terra e massi. Mutilata. Decapitata.

Si trattava di una scultura settecentesca, alta circa due metri e mezzo, commissionata da Lorenzo Botterini Benaducci, sondriese emigrato in Messico alla ricerca delle radici spirituali dei popoli locali. Trovò fortuna e gloria e volle ricordarsi delle proprie origini facendo scolpire, in pietra arenaria, il Santo posto spesso sui ponti a protezione dall’invasione delle acque. In provincia di Sondrio si hanno tuttora gli esempi di Morbegno, Chiavenna e Traona.

Circa duecento anni dopo il disastro, un bambino dorme nel mattino ancora tiepido di un settembre in riva al Mallero, o forse si trova appena in uno stato di dormiveglia e il rumore del maglio dei fabbri Scarì trasposto nel sogno, diventa lo stanco progredire di un battello a vapore lungo il Mississippi mentre lui, seduto sulla riva, lo sta guardando passare. Ancora non sa che nel pomeriggio giocoso, nell’andare a riprendere un pallone fatto di stoffe finito dentro un cortiletto lì accanto, vedrà la testa di San Giovanni Nepomuceno, segretamente ripescata, posta ad ornamento di una fontana.

Successive segnalazioni ne hanno poi permesso l’acquisizione da parte del Comune di Sondrio il quale, dopo un attento restauro affidato a Giorgio Baruta, l’ha recentemente collocata nel museo del Castello Masegra, sorretta da un supporto abilmente costruito da Massimo e Michele Scarì, figli e nipoti dei proprietari del battello sul Mississippi.

 

Gianmario Bonfadini


Foto allegate

Castello Masegra
Articoli correlati

 
 
Immagini correlate

 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 71.0%
NO
 29.0%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy