Premessa (Arte, Musica e Letteratura)
Storia è la poesia di un autore antico, la musica di un popolo tribale, la pittura che ammiriamo in un museo. La Storia è la nostra vita e un giorno, anche noi le apparterremo.
Ascoltando il fruscio dei libri di testo e di ogni più piccolo reperto che ci riporta all’antico, ma anche a un passato che non è remoto, ci rendiamo conto che la Storia ci appartiene e si rende nostra come le orme che ci lasciamo alla spalle (espressioni degli studenti).
Cosa ci dà la Storia? Avvenimenti che, per così dire, ci sono noti solo negli aspetti esterni; ciò che gli uomini hanno compiuto; Alessandro Manzoni
Con questo lavoro, vogliamo dimostrare che un fatto storico può essere rappresentato con vari linguaggi espressivi e tra questi: la Musica, la Pittura e la Letteratura.
Abbiamo pertanto scelto alcune opere, collegandole alle forme espressive, precedentemente citate:
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in Letteratura: Marzo 1821 di Alessandro Manzoni; Il giuramento di Pontida di G. Berchet; Fratelli d’Italia di G. Mameli e I Lombardi alla prima crociata di T. Grossi;
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in Musica: l’origine e lo sviluppo del Melodramma e in particolare le opere di G. Verdi: La battaglia di Legnano, il Nabucco e I Lombardi alla prima crociata;
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per la Pittura di storia: La battaglia di Legnano di A. Cassioli, La Libertà che guida il popolo di E. Delacroix, I Profughi di Parga e Pietro l’eremita di F. Hayez.
Da una prima lettura delle opere abbiamo capito che i temi comuni e ricorrenti sono: Libertà e Indipendenza.
Marzo 1821 è un’ode politica scritta da Manzoni nel 1821, quando i patrioti speravano che Carlo Alberto avrebbe guidato l’esercito piemontese in aiuto ai Lombardi contro gli austriaci.
Manzoni precorse gli eventi, immaginando che i patrioti piemontesi avessero già varcato il Ticino, l’azione invece non si verificò e l’ode fu pubblicata nel 1848 dopo le Cinque giornate di Milano.
Particolare importanza, assume la dedica a Teodoro Koerner, poeta e soldato tedesco morto in battaglia contro Napoleone, simbolo di tutti coloro che in ogni nazione combattono contro l’oppressione e muoiono per la libertà.
I versi che abbiamo preso in esame vanno dal 41° al 56° e dal 73° all’80°.
Per comprenderne il significato, ne abbiamo analizzato i termini per noi più significativi:
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Stranieri, riferito agli Austriaci;
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Cara Italia, parole che esprimono l’amor di Patria;
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Dio e Spada, Dio aiuta coloro che combattono per la Patria;
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Stendardi, per indicare la bandiera, simbolo della Nazione;
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Madre, termine usato anche da Foscolo per indicare la Patria;
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Speme e Libertade, Speranza e Libertà per tutti i popoli.
Il termine spada, a nostro giudizio, richiama simbolicamente il Giuramento degli Orazi di David e assume un valore altamente morale.
Ma la frase che ci ha colpito per la sua veemenza è stata: Dio rigetta la forza straniera, ogni gente sia libera, e pera della spada l’iniqua ragion, che dimostra la fiducia che Manzoni riponeva in Dio e il suo desiderio che tutti gli uomini fossero liberi e che si ponesse fine alle guerre.
Da quest'analisi abbiamo compreso che in un testo, le parole vengono scelte dall’autore in base ai contenuti che egli vuole esprimere e all’obiettivo che si propone di raggiungere.
Da quest’opera risulta chiaro che abbiamo scelto testi che esprimono il bisogno dei popoli di rendersi liberi dallo straniero e l’Ottocento prese a modello momenti del Medioevo in cui i Comuni lottarono per la libertà.
Uno dei testi chiave del Risorgimento è infatti La battaglia di Legnano.
Quest’opera ricorda un momento storico del Medioevo: nel 1167, nel monastero di Pontida, i comuni di Bergamo, Brescia, Mantova, Cremona e Milano, si giurarono fedeltà.
Nella battaglia di Legnano, Federico Barbarossa fu sconfitto dai Comuni e accettò la pace, conclusa a Costanza nel 1293.
Quest'episodio fu ripreso da G. Berchet nel 1829 nella poesia Il giuramento di Pontida, per incitare gli italiani a unirsi contro gli Austriaci, così come avevano fatto i Comuni contro il Barbarossa.
Il linguaggio da lui usato risulta forte e persuasivo:
Presto all’armi!
Chi ha un ferro l’affili
chi un sopruso patì sel ricordi
Via da noi questo branco d’ingordi!
…Libertà non fallisce ai volenti…
Queste opere avevano la finalità di educare gli italiani, attraverso episodi esemplari della storia passata, e di incitarli a combattere contro lo straniero.
L’episodio di cui parla Berchet fu ripreso anche in musica, infatti nel 1849 Giuseppe Verdi (1813-1901) musicò, su libretto di S. Cammarano, La battaglia di Legnano.
Riportiamo il coro, perché lo riteniamo molto significativo dato che esprime chiaramente una volontà unanime di unirsi e di combattere:
Viva Italia ! Un sacro patto
Tutti stringe i figli suoi:
Esso alfin di tanti ha fatto
Un sol popolo d’eroi!
Le bandiere in campo spiega,
O Lombarda invitta Lega,
E discorra un gel per l’ossa
Al feroce Barbarossa.
Viva Italia forte ed una
Colla spada e col pensier!
Questo suol che a noi fu cuna,
Tomba sia dello stranier!
Altrettanto significativo consideriamo il giuramento:
Giuriam d’Italia por fine ai danni,
Cacciando oltr’Alpe i suoi tiranni.
Pria che ritrarci, pria di esser vinti
Cader giuriamo nel campo estinti.
Se alcun fra noi, codardo in guerra,
Mostrarsi al volto potrà ribello,
Al mancatore nieghi la terra
Vivo in asilo, spento un avello;
Siccome gli uomini Dio l’abbandoni
Quando l’estremo suo dì verrà:
Il vil suo nome infamia suoni
Ad ogni gente, ad ogni età.
Atto Terzo, Scena II
Esso esprime la volontà di tutti a combattere per la Patria, tema che ritorna anche nel coro I Lombardi alla prima crociata:
O Signore, dal tetto natio
Che chiamasti con santa promessa;
Noi siamo corsi all’invito d’un pio,
Giubilando per aspro sentier.
Ma la fronte avvilita e dimessa
Hanno i servi già baldi e valenti!
Deh! Non far che ludibrio alle genti
Sieno, Cristo, i tuoi fidi guerrier!
Oh fresc’aure volanti sui vaghi
Ruscelletti dè prati lombardi!
Fonti eterne! Purissimi laghi!
Oh vigneti indorati dal sol!
Dono infausto, crudele è la mente
Che vi giunge si veri agli sguardi,
Ed al labbro più dura e cocente
Fa la sabbia d’un arido suol!
Atto IV
La funzione della Storia e l’amor di Patria sono in questi versi fortemente espressi: la Storia è intesa come elemento di congiunzione tra passato e presente per recuperare e diffondere i valori morali e combattere per la libertà e l’indipendenza.
In pittura, la battaglia di Legnano fu rappresentata da Amos Cassioli.
Nel quadro gli elementi più caratterizzanti sono: il carroccio, le trombe e il sacerdote, elementi presenti anche nel discorso di Goffredo Mameli A Genova, Marzo 1849.
Riportiamo di questo discorso i periodi che per noi sono più espressivi:
Sorgiamo tutti come un solo uomo e corriamo alle pianure di Lombardia: i Sacerdoti col Cristo nelle mani sieno i primi a dare il religioso esempio di morire per salvare la patria…Fratelli d’Italia quanti siete dall’Alpi sino a Spartivento! La Patria con voce solenne ci chiama tutti alla difesa. È richiamo di madre che avvisa i figli a darle aita. Maledetto lo spietato che non si commuove, e ricusa, ingrato, di concorre a spendere l’esistenza per Lei.
Da queste parole possiamo capire quanto fosse importante in quel momento storico per tutti i patrioti la libertà dell’Italia.
Nel 1847 Mameli scrisse Fratelli d’Italia, conosciuto come Inno di Mameli .
In esso egli richiamò episodi storici da cui gli italiani potessero trarre ispirazione per la lotta di liberazione: Roma repubblicana, la battaglia di Legnano, Francesco Ferrucci, Balilla, i Vespri siciliani:
Dall’Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
ogn’uomo di Ferruccio
ha il core, ha la mano,
i bimbi d’Italia
si chiaman Balilla,
il suon d’ogni squilla
i Vespri suonò.
Stringiamoci a corte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
Questi versi dicono che in ogni momento della nostra storia si è combattuto per difendere la Patria. Nell’Ottocento, fermenti di lotta erano comunque presenti in tutti i paesi europei, dove si combatteva per la libertà e l’indipendenza e la pittura comunicò in modo efficace questo clima.
Noi abbiamo preso a esempio La libertà che guida il popolo di Eugene Delacroix (1798-1863) dove il pittore, rappresenta un momento storico coevo, ovvero una barricata eretta dai patrioti durante la rivoluzione del 1830 in Francia.
La figura principale del quadro è la donna che ha in mano la bandiera francese con i colori: bianco, rosso e blu. Questa figura rappresenta la Libertà, che guida il popolo sulle barricate e porta il berretto frigio, simbolo dei repubblicani durante la rivoluzione del 1789.
Possiamo riconoscere il luogo dove si sviluppa la scena, Parigi, dato che è raffigurata la cattedrale di Notre-Dame
A destra della donna è dipinto il popolo, a sinistra la borghesia e tra i borghesi lo stesso Delacroix, l’uomo con il cappello e il fucile in mano.
La presenza del popolo è importante perché dimostra che esso stava già assumendo un ruolo storico.
Delacroix riesce attraverso il colore, le figure e il movimento dinamico a comunicare chiaramente il tema e a esprimere un profondo realismo nei cadaveri posizionati nella parte bassa del dipinto che ricordano La zattera della medusa di Gericault.
Come abbiamo visto il linguaggio musicale non fu estraneo a questo clima e si espresse essenzialmente attraverso il melodramma, genere drammatico largamente popolare nell’Ottocento e particolarmente fecondo.
I libretti presentavano caratteristiche simili al romanzo storico e alle novelle in versi: amori travolgenti che si concludevano con la morte, conflitti passionali tra padri, figli e fratelli, gesti di eroismo e sacrificio, di pietà e di malvagità.
Non mancavano tuttavia gli spunti patriottici, in particolare nella produzione di Giuseppe Verdi, come abbiamo potuto notare leggendo il coro del Nabucco:
Ebrei
Va', pensiero, sull’ali dorate;
Va', ti posa sui clivi, sui colli,
Ove olezzano tepide e molli
L’aure dolci del suolo natal!
Del Giordano le rive saluta,
Di Sionne le torri atterrate…
Oh, mia patria sì bella e perduta!
Oh, membrana sì cara e fatal!
Arpa d’or dei fatidici vati,
Perché muta dal salice pendi?
Le memorie nel petto riaccendi,
Ci favella del tempo che fu!
O simile di Solima ai fati
Traggi un suono di crudo lamento,
O t’ispiri il Signore un concento
Che ne infonda al patire virtù!
Parte terza, Scena IV
A questo punto, dopo aver posto in sinergia la Poesia e la Musica, abbiamo posto in relazione la Musica e la Pittura e abbiamo confrontato il tema del coro del Nabucco con il dipinto I Profughi di Parga di Francesco Hayez (1791-1882).
Il tema principale delle due opere è la perdita della Libertà e della Patria: i Pargalioti sono costretti ad abbandonare la loro patria per l’arrivo dei Turchi guidati da Alì così come gli Ebrei erano stati privati della Patria e della Libertà.
Il dipinto fu commissionato ad Hayez dal conte Paolo Tosio nel 1826.
Per questo dipinto Hayez si documentò sui costumi e la fisionomia degli abitanti greci di Parga e certamente una delle sue fonti fu il poemetto I profughi di Parga di Berchet.
Gli elementi di quest’opera che secondo noi esprimono chiaramente l’intento dell’autore sono:
- le vele posizionate sulla destra che indicano la direzione del mare presa dai profughi,
- l’attenzione ai costumi (il capofamiglia in costume greco, il pope con la tonaca nera),
- la luce verso la quale si rivolgono tutti gli sguardi, simbolo di speranza così come il bimbo in fasce.
La relazione tra l’opera di Hayez e il coro di Verdi l’abbiamo notata nei versi:
Dal Giordano le rive saluta
di Sionne le torri atterrate
…Oh mia patria sì bella e perduta!,
cantati dagli ebrei costretti al lavoro sulle sponde dell’Eufrate.
Conclusione
Da questa esemplificazione, abbiamo capito chiaramente che un tema storico può essere espresso con linguaggi diversi e che il messaggio trasmesso ha la stessa efficacia. Abbiamo quindi posto a confronto anche il dipinto di Hayez Pietro l’eremita predica la crociata I Lombardi alla prima crociata, romanzo scritto da Tommaso Grossi, con l’opera che G. Verdi musicò su libretto di Solera.
In tutte e due le opere viene trattato il tema della crociata e, o guardando il quadro o ascoltando l’opera, si percepisce lo stesso messaggio: un invito forte a partecipare.
Del dipinto ci ha colpito lo sfondo medievale della città, dietro la quale spunta la facciata della chiesa, simbolo della patria comune unita nella fede, dell’opera di Verdi il coro dell’atto quarto dove la parola Cristo esplicita chiaramente l’importanza della religione.
In questo percorso dunque abbiamo analizzato, con un sincretismo di linguaggi, momenti di storia medioevale presi a modello dal Risorgimento per sensibilizzare il popolo a combattere per la libertà ed abbiamo compreso che la Storia è uno strumento che ci permette di recuperare i valori del passato e di riflettere per agire nel presente.
Questo lavoro ha richiesto molto impegno e per produrlo ci siamo serviti di materiale cartaceo, visivo e multimediale.
Per tutti gli argomenti trattati abbiamo preso in esame prima i concetti storici e successivamente il loro sviluppo in pittura, in musica e in letteratura, ponendoli in sinergia.
Abbiamo capito così che il fatto storico in pittura rappresenta il momento saliente, in musica il sentimento ed in letteratura la descrizione più approfondita di fatti, luoghi e personaggi.
Questo tipo di lavoro è stato una novità sia per noi che per la scuola, poiché in un istituto tecnico questi linguaggi non rientrano nei programmi curriculari ed è stato un’esperienza utile ed istruttiva perché abbiamo imparato che i linguaggi della comunicazione sono molteplici e che tutti, nella loro specificità sono utili e funzionali ad una corretta e completa preparazione.
Gli studenti
Questo lavoro, a carattere modulare è stato realizzato dagli studenti
del biennio dell’ITIS “A. Meucci” di Firenze nell’anno scolastico 2000-01
Si ringrazia il Prof. Mario Errico per la collaborazione multimediale
L’insegnante, Anna Lanzetta