Il Sindaco di Milano, Letizia Moratti, stimola le famiglie a comprare kit per verificare se i figli si drogano, il ministro della Salute, Livia Turco, le fa eco e vorrebbe ampliare portando i Nas dei Carabinieri nelle scuole. Un ragazzo si fa di crack-cocaina a scuola e muore. Alcuni presidi chiamano la polizia per verificare se nella loro scuola circola droga, altri si trovano le forze dell'ordine nell'istituto senza neanche essere stati interpellati.
In questo turbinio di notizie in cui il consumo di droghe degli studenti a scuola è al centro, la polizia, andando a spulciare nei bagni e nei banchi, le sostanze le trova... e cosa ci si aspettava, di non trovarle? Non era un mistero che quasi tutti gli studenti si fanno le canne, dentro e soprattutto fuori delle scuole. Crediamo che se in tutto gli istituti superiori e università le forze dell'ordine vadano a cercare droga, la troveranno. Così come la troveranno in tutte le discoteche e in tutti i luoghi di aggregazione dei giovani, al chiuso e all'aperto, così come in qualunque bus di gita scolastica. Per fortuna i ragazzi sono abbastanza assennati e prendono molto raramente sostanze diverse dal classico spinello, per cui quelli che corrono pericolo sono pochissimi, e l'allarme sanitario in merito è quasi inesistente (checché ne dicano quelli che dopo il quarto grappino sostengono che lo spinello sia pericolosissimo).
Ma cosa abbiamo intenzione di fare, polizia e controlli ovunque? Cioè limitazione delle libertà individuali e della privacy in nome di un presunto bene collettivo e della sicurezza pubblica? I ragazzi che si fanno gli spinelli rappresentano questo pericolo per se stessi e per la collettività? O non è piuttosto un pericolo la trasformazione del nostro Stato da quello di Diritto a quello di Polizia, perché è di questo che si tratta nel momento in cui l'appartenenza ad una categoria (studenti in questo caso) o la frequentazione di certi luoghi (scuole e discoteche, per esempio) è quello che fa scattare il sospetto e il controllo. È questo il metodo che lo Stato e il Governo intendono utilizzare per governare un fenomeno diffusissimo? Un poliziotto che cerca droga in ogni luogo in cui c'è una persona?
Eppure ci sembrava che nel programma di questo Governo ci fosse un cambiamento in senso meno punizionista dell'attuale legge Fini-Giovanardi, mentre prendiamo atto che, non solo si sta attuando quella legge che quando fu approvata fu dagli oppositori dell'epoca (oggi governanti) molto contestata, ma si ha intenzione di andare molto oltre, inasprendo le pene e mettendo in pericolo lo Stato di Diritto.
Forse è il caso che, nel Governo e nel Parlamento, tra le priorità in agenda sia inserita anche questa. Altrimenti se facciamo fare ai singoli ministri e alle singole autorità (presidi inclusi) ci facciamo un male a cui poi sarà molto difficile porre rimedio.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc