Il cinema è tra i linguaggi della comunicazione uno dei più efficaci per immediatezza espressiva e capacità di coinvolgimento. Nella diversità dei suoi generi, può soddisfare ogni aspettativa d’informazione sia storico-culturale che politico-sociale e diventare un efficace strumento educativo, finalizzato alla formazione...
Un’opera d’Arte si definisce tale se riesce a coinvolgere l’utente e a suscitare passioni ed emozioni.
In tal senso il film La vie en rose assolve pienamente questo compito e guida lo spettatore per 140 minuti tra situazioni che si compongono e si snodano con un gioco di elementi, magistralmente combinati. Il film è una lezione di vita e di cinema: non solo la biografia di Edith Piaf, ma una riflessione sul senso della vita, in un rapporto costante tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere; tra una gioia immensa, ma momentanea, e un dolore infinito per ciò che si vorrebbe e ciò che ci è negato.
Il regista, Olivier Dahan, inizia il racconto della vita di Edith Piaf con toni narrativi che non sfiorano mai il patetico, pur toccando le sfere più intime dello spettatore, che assiste alla crescita di una vita simbolo di tante storie che si conglobano in quella della piccola Edith.
Sembra Cosette de I miserabili di Victor Hugo, quella bimba che si aggira per le vie di Parigi e nulla potrebbe contraddire la sensazione se non la contingenza del tempo storico e delle situazioni; quella bimba che vive dalle fasce tutte le avversità della vita: vestita miseramente, abbandonata dalla mamma e lasciata dal padre in un bordello, conoscerà solo privazioni e affetti occasionali; apparentemente fragile, però dimostra fin da piccola un carattere forte e volitivo.
La voce è l’unico tesoro che possiede e ne fa mostra, quando, costretta dal padre a esibirsi, canta per strada La Marsigliese. La sua voce è un canto forte e melodioso, che, apprezzato dagli intenditori, la porterà a calcare i migliori teatri. Arrivano il successo, gli affetti e l’amore: il “Passerotto” che traduceva così il suo nome diventa un “Usignolo” che canta al mondo la sua prospettiva di vita; è il 1946 e Edith, felice, scrive le parole de La vie en rose:
due occhi che fanno abbassare i miei/ Un sorriso che si perde sulla sua bocca/ Ecco il ritratto senza ritocchi/ Dell'uomo a cui appartengo/ Quando mi prende tra le sue braccia/ Mi parla piano/ Io vedo la vita in rosa/ Lui mi dice parole d'amore/ Le parole di tutti i giorni/ E in me questo provoca qualcosa/ Lui è entrato nel mio cuore/ Una parte di felicità/ Di cui conosco la causa/ Lui è per me e io per lui/ Nella vita/ Lui me l'ha detto, l'ha giurato, per la vita/ E da quando me ne sono accorta/ Allora io sento in me/ Il mio cuore che batte/ Notti d'amore a non finire/ Una grande felicità prende il suo posto/ I fastidi, i dispiaceri si cancellano/ Felice, felice da morire
Il 1948 è per lei un momento magico: incontra Marcel Cerdan, l’amore della sua vita e la sua prospettiva futura diventa realtà:
no! Niente di niente/ no! non rimpiango niente/ è pagato, spazzato, dimenticato/ Io mi stacco dal passato/ con i miei ricordi/ io ho acceso il fuoco/ i miei dispiaceri, i miei piaceri/ io non ne ho più bisogno/ spazzati gli amori/ e tutti i loro tremoli/ spazzati per sempre/ io riparto da zero.../ no! niente di niente…/ no! io non rimpiango niente... /né il bene che mi hanno fatto/ né il male, tutto ciò per me è uguale...!/ no! niente di niente.../ no io non rimpiango niente.../ perché la mia vita, perché le mie gioie/ oggi, tutto ciò comincia con te!
Ma un destino ineluttabile intesse fitte trame che imprigionano e soffocano i suoi sogni: Marcel muore e la sua morte stronca per sempre la vita di Edith che precipita in un baratro da cui non risalirà; chiusa in un dolore incomparabile, avvolta da una solitudine immensa, rivive in immagini oniriche il suo passato.
La regia, priva di eccessi drammatici, ma fortemente espressivi, guida lo spettatore verso la fine, chiudendolo in una visione delle cose tra il surreale e il metafisico: il volto di Edith, trasformato dal -suo male di vivere-, ricorda i personaggi di Théodore Géricault; un silenzio assordante avvolge le urla soffocate di Edith per la morte di Marcel nell’impotenza degli astanti; gli occhi di lei morente, in quel letto, sproporzionato alle sue fattezze, ripercorrono la sua breve vita e rivivono, in un lirismo intriso di una malinconia struggente, i fantasmi del passato dove l’immagine della bambola tanto desiderata, diventa simbolo di un’infanzia rubata e di una vita negata: a che il successo? A che l’amore? A che lottare? Sembrano dire i suoi occhi! L’ingiustizia della vita spegne ogni speranza.
Il regista compie un lavoro magistrale nel cogliere pensieri, reazioni e sentimenti, affidandone il ruolo alla sublime interpretazione di Marion Cotillard: non ci sono confini tra realtà e finzione, tra Edith e la sua interprete, tra teatro e vita, tra cinema e realtà.
Una storia quella di Edith, che riflette altre storie e altri pensieri: –A me la vita è male– dirà Leopardi nel Canto notturno, –Spesso il male di vivere ho incontrato– reciterà Montale, –vinta la Speranza piange– scriverà Charles Baudelaire nella lirica Spleen:
Quando il cielo basso e greve pesa come un coperchio sullo spirito che geme in preda a lunghi affanni, e versa, abbracciando l'intero giro dell'orizzonte, un giorno nero più triste della notte;
quando la terra è trasformata in umida prigione dove la Speranza, come un pipistrello, va sbattendo contro i muri la sua timida ala e picchiando la testa sui soffitti marci;
quando la pioggia, distendendo le sue immense strisce, imita le sbarre d'un grande carcere, e un popolo muto d'infami ragni tende le sue reti in fondo ai nostri cervelli, improvvisamente delle campane sbattono con furia e lanciano verso il cielo un urlo orrendo, simili a spiriti vaganti e senza patria, che si mettono a gemere ostinatamente.
– E lunghi trasporti funebri, senza tamburi né bande, sfilano lentamente nella mia anima; vinta, la Speranza piange; e l'atroce Angoscia, dispotica, pianta sul mio cranio chinato il suo nero vessillo.
Ogni linguaggio della comunicazione, e tra questi il cinema, può narrare la vita ed esplicitarne il senso, sta all’individuo scoprirne l’essenza.
Edith, da piccola e da grande, affronta la vita a muso duro e ci regala un esempio di coraggio e di dignità.
In Edith il canto e la vita vivono un rapporto d’identità e di reciprocità e il suo ritorno, alla fine, in teatro è per lei un ritorno alla vita per dare a se stessa e a noi un messaggio – Non, Rien De Rien, Non, Je Ne Regrette Rien – di un domani di speranza.
La vie en rose
Des yeux qui font baisser les miens
Un rire qui se perd sur sa bouche
Voilà le portrait sans retouche
De l'homme auquel j'appartiens
{Refrain:}
Quand il me prend dans ses bras,
Il me parle tout bas
Je vois la vie en rose,
Il me dit des mots d'amour
Des mots de tous les jours,
Et ça me fait quelque chose
Il est entré dans mon cœur,
Une part de bonheur
Dont je connais la cause,
C'est lui pour moi,
Moi pour lui dans la vie
Il me l'a dit, l'a juré
Pour la vie.
Et dès que je l'aperçois
Alors je sens en moi
Mon cœur qui bat.
Des nuits d'amour à plus finir
Un grand bonheur qui prend sa place
Des ennuis, des chagrins s'effacent
Heureux, heureux à en mourir
{au Refrain}
{Nota: variante pour le dernier couplet:}
Des nuits d'amour à en mourir
Un grand bonheur qui prend sa place
Les ennuis, les chagrins s'effacent
Heureux, heureux pour mon plaisir
Je ne regrette rien
Non, Rien De Rien, Non, Je Ne Regrette Rien
Ni Le Bien Qu`on M`a Fait, Ni Le Mal
Tout Ca M`est Bien Egal
Non, Rien De Rien, Non, Je Ne Regrette Rien
C`est Paye, Balaye, Oublie, Je Me Fous Du Passe
Avec Mes Souvenirs J`ai Allume Le Feu
Mes Shagrins, Mes Plaisirs,
Je N`ai Plus Besoin D`eux
Balaye Les Amours Avec Leurs Tremolos
Balaye Pour Toujours
Je Reparas A Zero
Non, Rien De Rien, Non, Je Ne Regrette Rien
Ni Le Bien Qu`on M`a Fait, Ni Le Mal
Tout Ca M`est Bien Egal
Non, Rien De Rien, Non, Je Ne Regrette Rien
Car Ma Vie, Car Me Joies
Aujourd`hui Ca Commence Avec Toi
Spleen
Quand le ciel bas et lourd pèse comme un couvercle
Sur l'esprit gémissant en proie aux longs ennuis,
Et que de l'horizon embrassant tout le cercle
Il nous verse un jour noir plus triste que les nuits;
Quand la terre est changée en un cachot humide,
Où l'Espérance, comme une chauve-souris,
S'en va battant les murs de son aile timide
Et se cognant la tête à des plafonds pourris;
Quand la pluie étalant ses immenses traînées
D'une vaste prison imite les barreaux,
Et qu'un peuple muet d'infâmes araignées
Vient tendre ses filets au fond de nos cerveaux,
Des cloches tout à coup sautent avec furie
Et lancent vers le ciel un affreux hurlement,
Ainsi que des esprits errants et sans patrie
Qui se mettent à geindre opiniâtrément.
- Et de longs corbillards, sans tambours ni musique,
Défilent lentement dans mon âme; l'Espoir,
Vaincu, pleure, et l'Angoisse atroce, despotique,
Sur mon crâne incliné plante son drapeau noir.
Note biografiche
Edith Giovanna Gassino, in arte Edth Piaf nasce a Parigi il 19 dicembre 1915 e muore l’11 ottobre 1963.
Di aspetto fragile e spaurito, possedeva un carattere forte e brusco e una voce possente.
Grande interprete del filone realista (chanteuse réaliste), incantò le folle tra gli anni ’30 e ’60 e con le sue canzoni anticipò il senso d’inquietudine tipico di alcuni intellettuali del tempo come: Juliette Greco, Roger Vadim, Boris Vian, Albert Camus e altri.
Sullo sfondo di un'epoca irripetibile della canzone francese, sfilarono, intorno a lei nomi noti, Yves Montand, Charles Aznavour, Maurice Chevalier, Jean Cocteau, Gilbert Bécaud, Leo Ferré, George Moustaki e negli Stati Uniti: Marlene Dietrich, Charles Boyer e Orson Welles.
Non si sa quanto abbia guadagnato, ma non la si vide mai sfoggiare ricchezza; la sua casa e i suoi camerini erano frequentati da diversi uomini che contribuirà a lanciare come artisti nel mondo della canzone francese e mondiale. Alcuni nomi: Gilbert Bécaud, Charles Aznavour, Leo Ferré, Eddie Constantine; Georges Moustaki scriverà per lei la musica della famosa canzone Milord, Charles Aznavour Jezebel.
Vantò un entourage di amici fedeli (tra tutti Louis Barrier - l'attore Pascal Greggory), che la compresero e ne sopportarono le intemperanze caratteriali.
Informazioni sul film
Titolo: La Vie en rose
Titolo Originale: La Môme
Genere: Musicale
Anno: 2007
Nazione: Francia
Casa Distribuzione: Mikado
Durata: 140 minuti
Data uscita: 04-05-2007
Sito ufficiale: tfmdistribut...om/lamome
Sceneggiatura: Isabelle Sobelman, Olivier Dahan
Regista: Olivier Dahan
Interpreti: Pascal Greggory, Jean-Paul Rouve, Emmanuelle Seigner, Clotilde Courau, Catherine Allégret, Sylvie Testud, Jean-Pierre Martins, Marion Cotillard, Gérard Depardieu, Marc Barbé
Anna Lanzetta