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Servizi funebri/Antitrust. Bene l'intervento ma perché così blando?
26 Maggio 2007
 

Bene ha fatto l'Antitrust a segnalare a Camera, Senato, Governo, Regioni e Comuni la situazione di trust dei servizi funebri.(1) La perversione del settore si ha in diverse fasi del servizio. L'Antitrust sottolinea come molte amministrazioni ospedaliere affidano a società di onoranze funebri la gestione delle camere mortuarie, di conseguenza i parenti del morto è molto probabile che affidino il funerale a queste società. Inoltre i Comuni, che sarebbero preposti alle sole attività igienico-sanitarie di carattere pubblico, attraverso le società comunali che gestiscono i cimiteri erogano anche i servizi funebri.

Una situazione che comporta una distorsione del mercato e, di conseguenza, una lievitazione dei prezzi per l'utente finale.

Quando muore una persona cara, il momento è delicato e traumatizzante per chiunque; gli adempimenti per il funerale e la tumulazione o cremazione sono decisi in una condizione psicologica provata e non si va tanto per il sottile rispetto a scelte. Gli operatori del settore lo sanno molto bene, e siccome non sono in tanti ad essere clienti abituali di un'impresa funebre o di un'altra, la prima che si presenta, a maggior ragione se e' quella che ha espletato i servizi igienico-sanitari di competenza dell'autorità pubblica, viene investita del servizio.

Ma quanto, quando e come l'intervento dell'Antitrust potrà influenzare la situazione? Questa domanda non è nuova, perché è il solito problema quando le nostre Autorità segnalano perché il legislatore e l'amministratore intervenga. E vuoi per la materia (chi non tende ad esorcizzare il problema facendo finta che non esista?), vuoi per gli interessi e commistioni in gioco (specialmente a livello locale), non crediamo di essere estremisti nel credere che l'auspicio dell'Antitrust resterà lettera morta.

Ci chiediamo, però, perché l'Autorità si sia limitata ad una segnalazione, non era forse il caso di avviare iniziative più incisive, tipo un'indagine conoscitiva, e arrivare anche a sanzioni? Il Parlamento, infatti, non sta dando grande prova di sé visto che il disegno di legge 504/2006 (che prevede proprio i divieti che l'Autorità auspica) è da maggio dell'anno scorso defunto in qualche commissione. Stimoli maggiori, oltre alla semplice segnalazione, farebbero decisamente bene alla latitanza del legislatore.

 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

 

 

(1) Qui il comunicato stampa dell'Antitrust.


 
 
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