Alejandro Torreguitart Ruiz
Cuba particular
Sesso all'Avana
(traduzione di Gordiano Lupi)
Stampa Alternativa, pagg. 144, € 10,00
È in uscita, per la collana “eretica” di Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri, Cuba particular del giovane scrittore Alejandro Torreguitart Ruiz (L'Avana, 1979). In Italia, sempre per la traduzione di Gordiano Lupi, Torreguitart Ruiz ha esordito nel 2003 con Machi di carta. Confessioni di un omosessuale (Stampa Alternativa), cui hanno fatto seguito La Marina del mio passato (Nonsoloparole, 2004) e Vita da jinetera (Edizioni Il Foglio, 2005). Opere ancora inedite Bozzetti avaneri, di cui Tellusfolio ha già messo nello “scaffale” i primi racconti, e Mister Hyde all’Avana.
In calle veintitrés, nel microcosmo di una grande villa trasformata in casa particular, nel quale si incrociano da un capodanno all'altro storie personali, con finali non sempre da telenovelas, di cubani e turisti (paradigma d'elezione del periodo speciale), Isabel – giornalista laureata di Teleribelde negli anni '70, ora ridotta a tenutaria di bordello – ridiventa cronista disincantata del presente di Cuba. Chi pensasse di trovare l'erotismo crudo ma anche patinato e fantasioso cui l'autore è ricorso in precedenti opere e che l'editore richiama nel sottotitolo, potrebbe restare sorpreso di quanto il sesso, che di certo non può mancare, diventi qui una sorta di sfondo allegorico a un'energica, diretta ed efficace denuncia sociale dei mali, e ancor più della stanchezza, che affliggono il Paese della rivoluzione in cui anche la protagonista, come suo padre, aveva creduto.
Dal turismo, divenuto la base economica di un'isola da telenovela...
«Per Paco l’unica cosa che conta è quel che vuole il turista. Perché un turista soddisfatto ritorna. E Mario è pure un ottimo cliente. Paco lo sa che tutti vengono qui in cerca di emozioni. In pochi giorni chiedono di provare quel che in Europa, presi dal lavoro e dalla frenesia della vita, hanno dimenticato. Sono discorsi questi che ormai ha imparato a mente».
... al matrimonio facile («che per i cubani è come fare una passeggiata») perché «l’unico cambiamento possibile è la fuga».
«Luca e Manuela passano le giornate tra Ambasciata Italiana e Consulturia Juridica, organizzano tutto con rapidità. Ci vuole poco a diventare marito e moglie quando c’è di mezzo uno straniero, basta avere mille dollari da versare nelle casse di Fidel. Tutto il resto viene di conseguenza».
Tanto che, soprattutto quando Isabel vede finir male una storia che poteva invece essere una bella telenovela, come quelle che trasmette la televisione, lo scoramento è totale, senza scampo.
«La sua era una generazione di sconfitti, di gente che ci aveva creduto e adesso non sapeva più che cosa raccontare ai figli. Si rifiutava di credere che la fuga fosse l’unica soluzione, anche perché sapeva che spesso non lo era, ne aveva viste troppe di storie di fuga finite male».
Eppure, e anche questo forse accomuna Alejandro Torreguitart Ruiz ai grandi scrittori cubani, l'intima invincibile convinzione di una ricchezza che nemmeno il misero presente può in alcun modo scalfire.
«Sono tutte così, purtroppo, le storie che nascono tra le stanze della sua casa in calle veintitrés. Favole senza lieto fine, sogni di felicità impossibile, incubi che si stemperano in terribili risvegli. Siamo più ricchi noi, pensa Isa, pure se ci manca tutto».
Il volume sarà in libreria a patire da giugno. E per chi ancora non conoscesse la scrittura di Alejandro Torreguitart Ruiz, ma anche per chi volesse farsi un'immagine in presa diretta di Cuba, questa è davvero un'ottima, imperdibile occasione.
Enea Sansi