Ho notato, da diversi commenti riportati dalla stampa, che il centenario della Ferrovia Retica per qualcuno possa sembrare un evento “a parte” sul quale concentrarsi. Al contrario è proprio il centenario RhB che ha portato la Retica ad intraprendere il progetto UNESCO. Quindi non si può parlare delle due iniziative separatamente senza ingenerare confusione.
Per prima cosa bisogna inquadrare l’argomento nei giusti confini. Non è la città di Tirano ad essere candidata ad entrare nei “paradisi del mondo”, ma il territorio italo-svizzero che segue il tragitto del trenino rosso che, in Italia, sfocia nella città aduana, che, essendone capolinea, ne potrà beneficiare in misura superiore. L’impegno della Fondazione ProVinea ha permesso inoltre di inserire nel perimetro delle cosiddette core zone e buffer zone anche gran parte della città.
Ho notato anche un certo allarmismo sul fatto che il label UNESCO dovrà essere conservato e questo comporterà chissà che cosa. Per quanto concerne Tirano, a meno che si decida di demolire centro storico, piazza della Basilica, corso Italia e piazza della stazione il marchio non potrà essere revocato dall’organizzazione dell’ONU, e soprattutto solo a Tirano. La candidatura non è divisibile e se da un lato questo assicura delle garanzie future, dall’altro questo comporta che le iniziative che ne scaturiranno in futuro dovranno essere coordinate necessariamente con i partner elvetici.
Ben altra discussione invece riguarda il giusto sfruttamento dell’opportunità per cui ProVinea sta lavorando. Già perché non è finito il lavoro della candidatura. Quotidianamente si sta lavorando in sinergia con gli enti preposti, in Italia e in Svizzera, perché le ispezioni e l’iter rigoroso che viene seguito non incontri ostacoli imprevisti.
Non è ancora il momento quindi di stappare bottiglie, ma di lavorare, e seriamente, anche per quanto riguarda la promozione, la comunicazione e l’accoglienza. A tal riguardo la Retica finora, nonostante disponesse di materiale sufficiente per decine di comunicati stampa ha centellinato gli interventi sui media e sempre solo ad obiettivi raggiunti. Sarebbe auspicabile che anche da parte nostra si calmierassero i comunicati che annunciano le intenzioni e i progetti per concentrarsi sui fatti.
Del resto è chiaro che i 500.000 turisti all’anno che, secondo le stime svolte a Coira, dovrebbero raggiungere Tirano nei prossimi anni necessiteranno un ripensamento totale dell’accoglienza turistica e degli strumenti operativi per farvi fronte che dovranno necessariamente aumentare di capacità, struttura e competenze, per non disperdere un’opportunità turistica, ma anche economica, irripetibile.
I turisti stranieri che intraprenderanno il viaggio sul trenino rosso non lo faranno esclusivamente per venire a Tirano o in Valtellina, ma in Italia. La differenza è di non poco conto, perché è su questo aspetto che gli esperti di marketing oltre confine si sono basati. Noi dovremo essere bravi a far sì che visitino anche Tirano e la Valtellina. Questa è la scommessa da vincere, tutti insieme, con una regia attenta e determinata come quella elvetica.
Quando un turista decide una vacanza (anche se breve) sceglie quelle località che, a suo parere, sono le migliori, intendendo con questo termine una serie di motivazioni che non elenco per motivi di spazio. In realtà quasi mai le scelte corrispondono alla migliore disponibile sul mercato. E proprio in questo punto del percorso di scelta che potrà intervenire il label UNESCO, in grado di modificare la scala di valori che portano alla scelta della località turistica.
Un elemento importante da sottolineare è anche la conformazione territoriale della città che, quando il traffico (soprattutto quello pesante) non vi passerà più in mezzo, ritengo si presti molto bene ad un discorso di accoglienza turistica sull’asse Basilica - stazione - centro storico, tra l’altro con una buona possibilità di spazi pedonali. Su questo aspetto sicuramente gli amministratori pubblici dovranno concentrarsi.
La Retica però sta investendo sulla tratta nord-sud da subito e quindi questo è già un importante banco di prova, che non può esaurirsi solo sull’apertura di mezzogiorno dei negozi tiranesi, ciò sarebbe riduttivo delle potenzialità insite nel progetto.
Il marchio UNESCO è una grossa opportunità, ma anche una grossa responsabilità e per non deludere le aspettative servirà il contributo di tutti. Il tempo di valutare è finito, ora si deve passare alla fase operativa. L’obiettivo è far diventare il turismo la prima attività economica della città entro 5 anni. La Fondazione ProVinea farà sicuramente il proprio dovere fino all’estate del 2008, il consiglio di amministrazione è determinato in tal senso, ma a label assegnato non potrà che considerare esaurito il proprio compito e consegnare nelle mani degli enti preposti, e in ultima istanza dei tiranesi e dei valtellinesi, la totale gestione del marchio, come del resto è riportato nel piano di gestione italo-svizzero consegnato all’UNESCO a Parigi.
Arrivare pronti alla gestione del riconoscimento UNESCO per la data di cui sopra sarà difficile e faticoso, ma non impossibile, e fin d’ora siamo disponibili a fornire il nostro contributo perché tutti gli obiettivi si realizzino.
Sandro Faccinelli, Direttore Fondazione ProVinea
(da Tirano & dintorni, maggio 2007)