Vili, terroristici, e…
Non conosciamo ancora le reazioni di benevolenza dello stato nello Stato repubblicano, di certo oggi il ministro Fioroni riesce a unire tutti gli evangelici: conservatori e progressisti, pentecostali e fondamentalisti.
Roma (NEV), 2 maggio 2007 - Ha sollevato reazioni negative e proteste sia tra le associazione laiche che tra le confessioni religiose di minoranza l'ordinanza 26 del ministro Fioroni che, all'articolo 8 punto 13, prevede la partecipazione dei docenti dell'insegnamento dell'ora di religione cattolica (IRC) alle deliberazioni dei consigli di classe per l'attribuzione del credito scolastico. Gli studenti avvalentisi dell'IRC avrebbero così la possibilità di ricevere crediti aggiuntivi rispetto ai loro compagni non avvalentisi - è quanto denunciano, tra gli altri, le associazioni CRIBES, Democrazia laica e Scuola e costituzione.
Di questa opinione è anche il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Domenico Maselli. «L’ordinanza ministeriale» ha dichiarato Maselli «discrimina gli studenti che non si avvalgono dell'insegnamento religioso confessionale cattolico ledendo così il principio costituzionale di una scuola laica ed aperta a tutti». Sebbene l'ordinanza dia modo anche agli insegnanti delle materie alternative all'IRC di attribuire crediti, per Maselli si tratta di una parificazione di pura forma «perché in quasi nessuna scuola italiana funziona un’attività didattica e formativa alternativa all’IRC. L’ordinanza ministeriale è pertanto inaccettabile perché crea discriminazione fra gli allievi di una stessa classe. Ci riserviamo pertanto», ha concluso Maselli, «di aderire a iniziative presso il TAR per la sospensione di tale punto». Per far fronte agli effetti dell'ordinanza, infatti, è stato annunziato un ricorso al TAR del Lazio per chiedere la sospensione del provvedimento prima degli inizi degli scrutini dell’anno scolastico. Aderiscono all'iniziativa, oltre alla FCEI, associazioni laiche e confessioni religiose di minoranza, tra cui la Tavola valdese, l'Unione cristiana evangelica battista d'Italia (UCEBI), la Chiesa luterana in Italia (CELI), l'Unione italiana delle chiese cristiane avventiste (UICCA), la Federazione delle chiese pentecostali (FCP). Sostegno è giunto anche dall'Alleanza evangelica italiana (AEI).
Ecumenici pur rigettando totalmente la decisione ministeriale non parteciperà ai “nuovi” eserciti della salvezza dinnanzi a Tribunali e/o a giornate di orgoglio laico: rimaniamo semmai impegnati con la Politica, fuori dall’asse Bersani–Comunione e Liberazione, e umile ponte di dialogo con chiunque – credente e non – che abbia a cuore il dialogo e un confronto senza privilegi di potere. Fuori da logiche di orgoglio. Non abbiamo mai portato c.d. “sottane” ecclesiastiche (beninteso anche talari) e non ci interessano nemmeno le “prove di forza”, imposte sul tema dei Dico, svilenti la dignità e l’eguaglianza delle coppie fisse LGBT. Ci occupiamo semmai di matrimonio per le coppie omosessuali e di libertà religiosa, soprattutto per chi è fuori dai cori. Non è poco ci pare e non desideriamo delegare ad altri il nostro pensiero.
Ci permettiamo solo di ricordare che non produciamo e non vendiamo macchine per costruire cannoni, non abbiamo contributi pubblici dagli amici di Formigoni & Co. La non violenza non è solo un tema esterno alla nostra essenza ma dentro la nostra stessa esistenza umana. Non è ovviamente così per la Compagnia delle opere e i loro soci, vecchi e nuovi. Tutti gli uomini e le donne care al papa.
(da Ecumenici Leonhard Ragaz, newsletter 04/05/2007)