Voglio esprimere il mio sincero apprezzamento per il documento approvato all'unanimità dalla Federazione internazionale della Croce Rossa. La nuova strategia globale di questa organizzazione sarà improntata anche sulla riduzione del danno. È certamente uno degli eventi più significativi degli ultimi anni sul triste fronte della guerra alla droga, altrimenti caratterizzato da un monolite di governi e organizzazioni internazionali improntato prevalentemente alla repressione.
La Croce Rossa non entra nel dibattito sulla proibizione o legalizzazione; semplicemente chiede di poter avanti la propria missione al meglio nel nome di coloro che assistono, i tossicodipendenti. Sono molte le cose che possono salvare la vita a centinaia di migliaia di loro: offrire l'analisi chimica delle sostanze prima della loro assunzione; supervisione medica (safe injection room); distribuzione controllata di eroina; etc. Tutte misure di buon senso, razionali, che tendono a limitare l'impatto sulla salute di sostanze stupefacenti. L'irrazionalità è continuare a respingere queste misure nel nome dello Stato etico.
Credo sia stato fondamentale il contributo della Croce Rossa italiana, il cui presidente, Massimo Barra, da tempo si adopera per una politica sulla droga più ragionevole.
Mi auguro davvero che il documento della Federazione internazionale della Croce Rossa faccia riflettere coloro che ostinatamente percorrono invano la strada della repressione “senza se e senza ma”. In particolare, mi auguro che il Governo, in attesa di una improbabile riforma della Fini-Giovanardi, si attivi da subito nella direzione adottata dalla Croce Rossa, non ostacolandone gli obiettivi. In fondo era ciò che aveva promesso ai propri elettori.
Donatella Poretti