Circa 1,4 miliardi di persone non ha acqua potabile a sufficienza, 1 miliardo beve acqua non sicura, 3,4 milioni muoiono ogni anno per malattie trasmesse dall'acqua. È così impossibile avere acqua potabile?
Il 71% del globo terrestre è ricoperto di acqua. Sembrerebbe sufficiente per evitare carenze, conflitti ed epidemie. Purtroppo le acque dolci rappresentano solo il 2% dell'acqua disponibile mentre il restante 98% è acqua salata. Di quel 2% l'acqua utilizzabile è solo l'1%, perché il resto sta nei ghiacci polari (75%) o nel sottosuolo (24%), ed è mal distribuita e mal utilizzata. Se per le esigenze di vita bastano 2,5 litri al giorno, in realtà nel nostro paese ne consumiamo ben 215.
Si prevede che nel 2020 3 miliardi di persone non avranno accesso all'acqua. La dotazione minima d'acqua per vivere è di circa 50 litri al giorno. Un africano fortunato di una regione rurale subsahariana ne consuma meno di 20.
Siamo quindi responsabili del cattivo uso di una risorsa indispensabile? In parte sì, ma il nostro apporto al consumo è minimale. La Fao ha calcolato che su 5.000 chilometri cubi di acqua consumati nel mondo, circa 3.500 vanno all'agricoltura, 1.000 circa all'industria e circa 200 agli usi civili. Dunque il maggior consumo è quello agricolo e in questo settore si dovrebbero sfruttare sistemi di irrigazione più razionali. C'è poi l'acqua salata che potrebbe essere utilizzata con opportune tecniche di desalinizzazione che potrebbero essere sviluppate per l'abbattimento dei costi. Per converso l'Italia è il Paese con il più alto consumo di acqua imbottigliata in Europa: il 60% dei cittadini non beve più l'acqua degli acquedotti. E questo ci dovrebbe far riflettere sulla fiducia che hanno i consumatori dell'acqua che sgorga dai rubinetti. Nel 2005 si consumavano 188 litri pro-capite l'anno di acqua in bottiglia; una spesa di 260 euro/anno a famiglia, per un giro d'affari nazionale di 2.840.000.000 euro e una produzione di 100.000 tonnellate di plastica.
Certo anche noi possiamo fare la nostra parte, in piccolo, e fare un uso razionale di una risorsa così preziosa. La tabella seguente può aiutare a capire lo spreco.
Ripartizione percentuale del consumo di acqua potabile in una famiglia italiana:
1. il 23% per pulizie personali (bagno, doccia, denti e mani);
2. il 14% per lavaggio (vestiti, biancheria, piatti e pentole);
3. il 13% per usi di cucina (cottura, verdura, frutta);
4. il 28% negli sciacquoni di gabinetto;
5. il 14% nelle annaffiature;
6. l'8% in perdite di impianti.
Fa una certa impressione constatare quanto ne buttiamo!
Primo Mastrantoni, segretario Aduc