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“Przewalski”, musica allo stato brado
La copertina del demo
La copertina del demo 
22 Aprile 2007
 

N!k – Ciao ragazzi, quando e come nascono i Przewalski?

Luca I Przewalski, come un albero, affondano le loro radici nella terra del passato ma succhiano la loro voglia di esistere da ogni direzione esistente. Nasciamo al “lokalino” alla fine del 2004 riunendo alcuni vecchi brani che ho scritto solitariamente, ad una nascente passione per il coinvolgimento che si viene a creare soltanto nell'improvvisazione, nella jam, atto che ha per me la capacità di liberare la mente da ogni teorizzazione musicale. Avendo studiato in conservatorio in gioventù, infatti, nel fare musica da solo era per me impossibile slegarmi dalla razionalizzazione con la quale la musica era stata condita per potermela spiegare, per rendermela insomma commestibile. Incontrarmi con teo e vice ha reso questo possibile. Quando stai improvvisando non hai il tempo materiale per ragionare, ritrovi quella necessità che rende le cose belle perché vere, sentite, e non belle perché ingegnose, intelligenti.

Da dove arriva questo nome?

Il nome deriva dal cavallo di przewalski, un equino scoperto da un generale russo in esplorazione in siberia durante l'ottocento. Successivamente i naturalisti riconobbero questo cavallo come l'unica razza esistente di cavalli allo stato brado. Oggi non ne esistono più in libertà... l'uomo ne è stato attratto come un bambino è richiamato a calpestare una pianura coperta da un liscio e paffuto strato di neve fresca: non riesce a non calpestarla, a non rovinarla.

Quindi vi sentite in questo stato brado o è solo una scelta fonetica?

Vogliamo essere noi, quindi per forza originali, allo stato brado se vuoi dirla così. Non vogliamo essere tecnici della musica, io faccio fatica a parlare con i musicisti perché ogni accenno alla teoria musicale mi ricorda la musica come un dovere e non come uno sfogo. La rabbia sta alla base di tutto, la musica è soltanto la crepa nella diga che trattiene il fiume della sincerità.

I vostri testi sono ricercati, mai banali... ce ne vuoi parlare?

I testi nascono da impressioni che mi colgono anche nei momenti meno adatti, mi capita di prendere appunti sulle braccia per crocifiggere come farfalla l'ispirazione, unite ai discorsi che naturalmente nascono tra di noi. Mettiamo in musica noi stessi, ci riesce facile, sforzandoci soltanto di evitare moralismi.

In fondo l’argomento principale è sempre l’amore o comunque sentimenti forti per una persona o per un valore, mi pare.

Non trattiamo argomenti, ci piace quello che proviamo nello scrivere questi testi. Non vogliamo convincere nessuno di niente, credo che il male peggiore sia dire agli altri ciò che è giusto o sbagliato perché fa regredire la coscienza individuale. Amiamo quando qualcuno interpreta i nostri testi alla sua maniera.

Toccate gli argomenti senza mai essere diretti, sfiorandoli, lasciandoli immaginare… Se parlate d’amore in un testo sarà difficile trovarci questa parola.

Credo esista una sorta di risonanza che accomuna le sensazioni di chi scrive con quelle di chi ascolta... mi piace pensare che gli altri, quando ci ascoltano, provino quello che proviamo noi. Perciò penso a provare piacere o liberazione, quando suono. Hai ragione in fondo, scorre amore per quello che facciamo. Cerchiamo però di non dargli un volto, di lasciarlo oscuro per permettere ad ognuno di completarlo con il proprio vissuto.

C’è ancora, secondo voi, nell’era della canzone per suoneria, un pubblico attento alle particolarità di un testo, alla struttura linguistica?

Non sono certo canzonette stile tormentone estivo o sanremese.

Non siamo delle geishe, non ci importa piacere al pubblico. In un nostro testo spicca la frase «Noi faremo del nostro meglio per deludervi». Tutto ciò fa si che avvenga una naturale selezione tra chi ci ascolta, si esclude da solo chi non si rende conto di certi sbattimenti che ci sono nel nostro lavoro. Definisco la nostra musica «senza vaselina» (senza favorire consensi, ndr).

La vostra musica è permeata anche di sonorità classiche. Il clarinetto è abbastanza insolito, anzi direi molto insolito, per un gruppo che rimane pur sempre nel grande calderone del rock.

È quello che proviene inevitabilmente dal nostro passato. Non c'è volontà di fare nessun genere in particolare, ci rendiamo conto dopo, riascoltandoci, quali sono le nostre influenze. Non ci piace definirci, questo mi riporta al fastidioso sentimento di una musica razionalizzata che è proprio quello che vorrei fuggire... i generi musicali sono secondo me legati all'atteggiamento del gruppo e non alla musica che il gruppo suona.

Pensate di introdurre altri strumenti non prettamente rock ‘n roll?

Non pensiamo, se questo significa pianificare. Ma tutto è possibile, mi è successo anche di immaginare come sarebbe musicare per banda un pezzo con tanto di spartiti e tutto, riunendo quel che mi ricordo del conservatorio. Però vorremmo essere prima di tutto un gruppo, noi. E visto che gli strumenti che sappiamo suonicchiare già li abbiamo portati tutti, non penso ci saranno novità in questo senso.

A breve uscirà un vostro demo. Chi lo ha prodotto, dove si può trovare?

È stato registrato a Oro da Maglia (studio vicino a Bellano, ndr). Lo renderemo disponibile ai concerti ma ci serve soprattutto come biglietto da visita nel caso volessimo suonare in qualche locale. Ci serviva qualcosa di registrato decendemente per far sapere che musica facciamo.

Che pezzi verranno inclusi?

Il demo conterrà i nostri primi tre pezzi. Sono brani molto diversi tra di loro, a prova che non abbiamo cliché musicali alle spalle da rispettare.

Quando potremo ascoltarli? Mi pare siate in programma per suonare al nuovo Arci Demos di Talamona (ormai punto fisso per concerti fuori dal circuito dei locali di cover band e piano bar, ndr).

Esatto, saremo presenti a Talamona sabato 21 aprile in un concerto organizzato dall'Arci Demos (ex Stazione FF.SS.). Con noi suoneranno gli Psychovox, un trasognante gruppo rock del Lecchese, e un duo che musicherà in diretta un film muto proiettato sul palco.

...Allora vedremo di non mancare, grazie per la disponibilità.


FORMAZIONE: Vice: batteria ~ Teo: basso ~ Luca: chitarra, clarino, voce
CONTATTI:
przewalski@gmail.com Tel. 329 0726768

WEB SITE: www.myspace.com/przewalski

 

Nicola Mattarucchi

(da 'l Gazetin, aprile 2007)


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