Djerba, la più grande isola del Nord d’Africa, situata nel Golfo di Gabes di fronte alle coste della Tunisia, è collegata alla terraferma da un ponte romano. È considerata uno dei luoghi turistici più frequentati del Mediterraneo, in particolare è visitata dai francesi, dai tedeschi e dagli italiani. Dall’Italia infatti dista solo un paio d’ore d’aereo e il suo clima mite e asciutto quasi tutto l’anno, le spiagge di sabbia fine, la limpidezza delle acque, la ricezione alberghiera confortevole, spinge numerosi vacanzieri a scegliere questa meta per la propria villeggiatura.
Il capoluogo di Djerba è Houmt Souk, la cui caratteristica peculiare sta nelle case di colore bianco a forma d'alveare, chiamate dagli isolani “Menzel”. La lingua ufficiale è l’arabo, ma si parla anche il francese. La moneta è il dinaro tunisino.
Se si vogliono assaggiare i piatti tipici locali si può scegliere tra gli spiedini e il couscous, l'agnello cucinato in anfore di terracotta, il brik, una specie di crêpe farcita con uova, carne e verdura. Molto importanti, anche per l’esportazione sono i rinomati datteri. Le bevande più diffuse sono il tè aromatizzato alla menta ed il caffè dal gusto intenso. Tra gli alcolici si trovano abitualmente la boukha, una grappa di fico e la “cedratina”, un digestivo a base di datteri.
Per chi vuole conoscere il territorio è possibile effettuare delle escursioni, organizzate dai vari tour operator presenti nelle varie strutture alberghiere, oppure si trovano altre opportunità offerte dai locali. Si va dalla passeggiata a cavallo, sui dromedari oppure sul calesse. Due volte la settimana si celebrano matrimoni berberi molto folkloristici ai quali possono assistere anche i turisti.
ESCURSIONI
Diverse sono le opportunità che vengono offerte ai turisti che vogliono esplorare il territorio per scoprirne le varie peculiarità.
Uno degli aspetti più caratteristici delle cittadina di Houmt Souk è il mercato, nel quale si possono trovare oggetti di ogni genere, a partire dai gioielli in argento ai manufatti in pelle fino ai tappeti variopinti di ogni grandezza e terracotte molto originali. In un souk (mercato) non possono mancare le profumate e coloratissime spezie, tra le quali troviamo la menta, l’anice e il cumino.
Un altro giro tipico è quello delle abitazioni berbere. Berberi o “uomini liberi”, sono denominati i gruppi etnici minoritari del Maghreb. Tra le attrazioni folkloristiche che vengono proposte ai villeggianti c’è il matrimonio berbero. In genere si viene accompagnati alla cerimonia in calesse. Altre occasioni per conoscere Djerba consistono nel Safari nel deserto, l’avventurosa notte trascorsa nelle tende berbere, oppure la visita in un’oasi marittima o per chi è amante del solo relax una gita in barca.
Diario di un’escursione
Djerba, aprile 2007
Il modo più libero di esplorare Djerba, senza particolari vincoli di orari, è lo scooter.
Ci siamo trovati alle due del pomeriggio all’ingresso del villaggio nel quale eravamo alloggiati. Eravamo un piccolo gruppo, muniti di scooter, con una guida e siamo partiti alla scoperta dell’isola. Il giro prevedeva alcune tappe fondamentali in un tempo di circa tre ore. Abbiamo percorso alcuni km sulla strada principale e poi abbiamo imboccato una strada sterrata che ci ha condotto in un luogo stupendo chiamato “Laguna blu”. Il mare calmo, di un azzurro intenso, la spiaggia bianca, piccole barche di pescatori ormeggiate poco distanti, il senso di pace che si provava facevano desiderare di fermarsi lì. Invece dopo una breve passeggiata e alcune foto ci siamo rimessi in marcia. Ancora km, attraversando le tipiche case berbere, in quanto Djerba ha mantenuto nel corso dei secoli la sua tradizionale architettura. Fuori dal centro abitato si possono ammirare i maestosi ulivi, piante secolari piene di fascino. Abbiamo visitato un palmeto con dei pozzi antichi molto profondi. Siamo arrivati fino ad una fabbrica di terracotta molto interessante e abbiamo visitato anche le cave sotterranee. Siamo scesi in cunicoli molto stretti e profondi, illuminati solo da minuscole candele, dalle quali si estraeva il materiale per la lavorazione di anfore e oggetti molto particolari.
Dopo aver visto un vasaio all’opera e aver fatto alcuni acquisti, siamo ripartiti. Abbiamo sostato presso un torchio antico nel quale si macinavano le olive.
Dopo alcuni km abbiamo raggiunto una piccola moschea non più in funzione; la bianca struttura era distribuita su due piani.
L’ultima tappa è stata al lago salato. Un’immensa distesa a perdifiato… Abbiamo girato un pochino con gli scooter e poi paghi della giornata abbiamo fatto rientro nel villaggio.
Paola Mara De Maestri