Keith Tippett, piano, conduction; Julie Tippetts, voice; Louis Moholo-Moholo, drums; Canto Generàl [Gianna Montecalvo, Cinzia Eramo, Gabriella Schiavone, Teresa Vallarella, Loredana Perrini, Maristella Schiavone, voices; Vittorino Curci, alto saxophone; Roberto Ottaviano, soprano and alto saxophone; Fabrizio Scarafile, tenor saxophone; Felice Mezzina, tenor saxophone; Nicola Mitoli, trumpets, flugelhorns; Beppe Caruso, Lauro Rossi, Franco Angiolo, Michele Marzella, trombones; Giogio Vendola, Francesco Angiuli, acoustic and electric basses; Livio Minafra, piano, keyboards; Vincenzo Mazzone, drums].
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Mra (04.24)
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Thoughts to Geoff (08.32)
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Dedicated to Mingus (05.01)
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Mongezi Feza (01.34)
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Four whispers for Archie's chair (02.07)
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Traumatic experience (04.39)
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Cider dance (04.03)
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A song (04.11)
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Dancing damon (04.03)
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Septober energy (13.08)
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South African National Anthem (03.39)
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You ain't gonna know me 'cos you think you know me (05.44)
Recorded live at Ruvo Di Puglia on 5 September 2004.
Progetto nato a Ruvo di Puglia durante il “Talos Festival” del 2004, riunisce le composizioni dei grandi musicisti sud-africani in fuga dall'apartheid e approdati a Londra negli anni 70, alla direzione artistica di Keith Tippet con il supporto di Canto General, una grande orchestra composta da musicisti italiani di area prevalentemente pugliese. Julie Driscoll Tippett è la voce solista, perfettamente sostenuta dalle sei voci di Faraualla, un ensemble vocale di raffinata fattura. Louis Moholo è l'icona vivente, ultimo e unico musicista sud-africano ancora in vita di quel manipolo di grandi e formidabili solisti accomunati da sorti tragiche e sfortunate. I temi sono tratti dalle storiche composizioni di Dudu Pukwana, Harry Miller, Mongezi Feza, più nuovi e vecchi brani di Tippett. Esaltante la partenza, con “Mra”, il bellissimo tema di Pukwana che è un fuoco di fila di riffs, trampolino per infuocati assoli e vibranti insiemi. Il gruppo orchestrale non si muove con i tempi e gli stilemi di una big band ma con fiammate, orgiastici furibondi collettivi e assoli stupefacenti in particolare di Roberto Ottaviano e Nicola Mitoli.
La musica è un assemblaggio di temi conosciuti (perfino l'inno “South African National Anthem” già registrato dalla Liberation Orchestra di Charlie Haden), trattati senza compiacimento né nostalgia, al contrario vivificati e straniati da nuova linfa, rinnovata energia e diversi arrangiamenti. Memorabile ascoltare Julie cantare “Septober Energy”, a distanza di trent'anni e più da quel magistrale album (Centipede, anno 1971) dal quale il brano è tratto, e che dire del testo da lei stessa scritto (unite for every nation, unite for all the land, unite for liberation, unite for the freedom of man...), puro e attualissimo idealismo pacifista e anti-razzista. C'è la sensibilità leggera del jazz sud-africano nella originale miscela anni 70 e i vocals sono scorrevoli e aderenti alle proprietà strumentali del resto dei membri nel gruppo.
Un concerto bellissimo e un album che rilancia la Ogun con una proposta illuminata ed illuminante.
Roberto Dell'Ava
VALUTAZIONE: * * * * ½