È di oggi la notizia di una bambina morta azzannata nel giardino di casa dai due suoi cani rottweiler da guardia. Pur rendendoci conto della drammaticità della situazione, ci poniamo una semplice domanda: è servita a qualcosa la recente ordinanza del ministro della Salute, “Tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione di cani” (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 10 del 13 gennaio 2007) per evitare questa tragedia?
L'ordinanza - già da noi ampiamente criticata - sta dimostrando che il rinnovo della lista di cani pericolosi e l'obbligo a museruola e guinzaglio in qualunque luogo pubblico, è inefficiente per affrontare il problema dell'agggressività dei cani. Le statistiche infatti indicano che la maggior parte delle aggressioni avviene all'interno delle mura domestiche e i nuovi obblighi a nulla servono per i giardini delle nostre case.
Norme di questo tipo servono solo per lavarsi la coscienza e lasciare intatto il problema. Per prevenire le aggressioni occorre un lavoro culturalmente più complesso, bisogna partire dall'approfondimento del rapporto umano-cane. Occorre lavorare sulla prevenzione facendo particolare attenzione all'addestramento degli animali e alla responsabilizzazione del proprietario e non sulla criminalizzazione del cane.
Di questo il ministro Livia Turco non sembra rendersene conto, a fronte di una rituale e ipocrita dichiarazione di disponibilità di dialogo, l'unica risposta ottenuta con interpellanze e richieste di informative è stata una fredda, burocratica e antiscientifica posizione che non ha indagato le cause delle aggressioni, non interrogandosi sui comportamenti umani e animali. Tutto è stato liquidato con una misura che criminalizza alcune razze di cani senza affrontare il problema. Chiediamo, quindi, con la massima urgenza al Ministro, di predisporre iniziative più consone al miglioramento del rapporto umano-cane, a partire dalla modifica dell'ordinanza.
Donatella Poretti e Bruno Mellano
deputati della Rosa nel pugno