Il “3° Rapporto sull'evento nascita in Italia” del ministero della Salute, ha confermato il primato italiano del parto cesareo. Un dato che ci allontana sempre di più dalle raccomandazioni dall'Oms. L'Organizzazione mondiale della sanità ritiene equilibrato il ricorso al taglio cesareo nel 10-15% dei parti, ma nel nostro Paese un bambino su tre nasce col cesareo: il 36,9%. Soprattutto al sud (Campania 59%, 48,6% Basilicata, 46,5% Puglia, 46,7% Sicilia) e nelle cliniche private (convenzionate 57,8% e non convenzionate 74,2%).
Un dato che manca nella pubblicazione è ancora una volta quello del parto senza dolore. Partorire con l'analgesia epidurale è ancora un miraggio in Italia e poterlo fare sarebbe sicuramente un incentivo a non ricorrere al parto cesareo che, oltre ad essere un trauma maggiore per la partoriente, rappresenta anche un costo maggiore per il sistema sanitario (oltre a quelli dell'operazione in sé, c'è la degenza ospedaliera, che da una media di tre giorni per un parto non cesareo, in quest'ultimo caso sono minimo una settimana).
Vediamo ora, nel Rapporto, i dati delle presenze delle figure professionali al momento del parto: ostetrica (96,28%), ginecologo (91,94%), pediatra/neonatologo (68,10%) e anestesista (45,56%). Considerando che per il taglio cesareo (con cui nasce il 36,9% dei bimbi) è obbligatoria la presenza dell'anestesista, essendo questo professionista presente nel 45,56% di tutti i parti, vuol dire che lo stesso, quando non si tratta di parti cesarei ma fisiologici, è presente solo meno di una volta su 10 (45,56 - 36,9= 8,66). E questa bassa presenza dell'anestesista nei parti fisiologici non vuol dire che sia la percentuale di applicazione dell'analgesia epidurale. I soli dati Istat disponibili in materia (del 2001), dicono che «complessivamente il 63,3% delle partorienti non è stata sottoposta a nessun tipo di anestesia. [...] Soltanto per l'11,2% dei parti spontanei è stata fatta l'anestesia; il 7,2% locale, il 3,7% epidurale». In Gran Bretagna e Francia in parti con epidurale sono il 70%, mentre in Usa sono il 90%.
Per ridurre il ricorso al cesareo e promuovere il parto fisiologico con la scelta del parto senza dolore, la Commissione Affari sociali della Camera ha adottato un testo unificato di varie proposte di legge, tra cui quella del Governo. Si chiede di inserire tra i Lea (livelli essenziali di assistenza, cioè delle prestazioni a carico del Sistema Sanitario Nazionale) le prestazioni di controllo del dolore nel travaglio-parto, effettuate tramite ricorso a tecniche avanzate di anestesia locale e di tipo epidurale.
Dalla prossima settimana questo testo(1) sarà in discussione e sottoposto ad emendamenti per essere poi inviato nelle commissioni di competenza e quindi in aula.
Se verrà confermata la disponibilità di maggioranza e opposizione, e se il Governo reperirà i fondi necessari, i tempi potrebbero essere molto brevi!
Donatella Poretti
(1) “Norme per la tutela dei diritti della partoriente, la promozione del parto fisiologico e la salvaguardia della salute del neonato”