Michele Cavallari al pianoforte, Luca Fogagnolo al contrabbasso e basso elettrico e Giuliano Ferrari alla batteria sono gli Chat Noir, il trio romano che sta destando notevole interesse tra gli appassionati, e che giunge alla seconda prova discografica approdando alla Universal Music. Otto brani originali più una rilettura personale di un celebre brano di Fabrizio De Andrè, “Via del Campo”.
Musica ed atmosfere visibilmente ispirate a musicisti scandinavi, con una particolare vicinanza alle soluzioni ed ambientazioni care agli Esbjorn Svennson Trio. Se avessi ascoltato “Soft focus” senza conoscere l'album di provenienza avrei tranquillamente attribuito la musica agli E.S.T. tanto le similitudini sono esplicite. Persino l'uso dell'elettronica, la medesima sonorità ed un colore pressoché identico riportano le matrici dell'ispirazione ai musicisti del nord Europa. D'altronde il titolo stesso dell'album, Decoupage, è un programma d'intenti piuttosto chiaro.
La proposta musicale non si riflette in un unico indirizzo, anzi, si percepisce distintamente che i tre musicisti provengono da esperienze molteplici. Il jazz è il linguaggio prescelto, ma definire esclusivamente jazzistica questa musica non è del tutto corretto. Progressive, rock, musica da colonna sonora, tutto si sovrappone, riemergendo in chiavi di lettura scomposte e frammentate. Non è un caso che un brano degli Chat Noir (“Noir 451”) è stato scelto da Cristina Comencini per la colonna sonora del film La bestia nel cuore. Le motivazioni per parlare in maniera positiva di questo album non mancano e non sono poche. Il trio suona compatto ed ad un livello di interplay piuttosto alto, non c'è predominanza del solista, ma una integrazione ed una scambiabilità di ruolo accentuata. Il tocco del pianista è sensuale, flessuoso e pulito. L'uso dell'elettronica è moderato e mai invasivo, i brani sono accattivanti e diversificati. Considerando la giovane età dei protagonisti, tutti e tre hanno 28 anni, questo album è solo la promessa di un futuro ancora più maturo e profondo, magari a discapito del sound patinato, e con una personalità musicale messa ulteriormente a fuoco.
Roberto Dell'Ava
VALUTAZIONE: * * *