Il collegio dei consulenti medici dopo l’autopsia sul cadavere di Piero Welby aveva dichiarato: «in conclusione è possibile affermare che l’irreversibile insufficienza respiratoria che ha condotto al decesso il Sig. Welby Piergiorgio sia da attribuire UNICAMENTE alla sua impossibilità di ventilare meccanicamente in maniera spontanea a causa della gravissima distrofia muscolare da cui lo stesso era affetto».
Non comprendiamo perciò – anche se nel quadro del funzionamento della giustizia italiana non ci sorprendiamo, tutt’altro - quali considerazioni di altra natura abbiano portato il GIP La Viola a rigettare la richiesta di archiviazione avanzata dal Pubblico Ministero.
Rinnoviamo a Mario Riccio (foto La Repubblica) il nostro profondo ringraziamento, anche a nome di Mina Welby, per aver accettato di fornire il suo contributo professionale ed umano all’azione della quale siamo, su indicazione di Piero, corresponsabili ideali e organizzatori materiali. Rivendichiamo infatti di avere concretamente operato per organizzare ed affermare il diritto costituzionalmente garantito di Welby ad interrompere il trattamento sanitario al quale era sottoposto, da lui considerato una tortura insopportabile.
Abbiamo lottato al fianco di Piero, in ogni sede e con le armi della nonviolenza. Se il Dottor La Viola deciderà di formulare coattivamente l’imputazione, siamo pronti a continuare quella lotta nelle aule dei tribunali.
Marco Cappato e Marco Pannella
(da Notizie radicali, 2 aprile 2007)