In It al ia: ‘terre alte del Sole’
‘Ideologia’ si può definire ‘rappresentazione del mondo’, in generale.
In senso tecnico sociologico, ‘ideologia’ è ‘rappresentazione falsa del mondo’, secondo l’insegnamento di Karl MANNHEIM, Ideologia e Utopia, 1957 Bologna. Il testo del sociologo ungherese è rimasto un cardine della sociologia della conoscenza. Lo possiamo ben dire a cinquant’anni dalla sua edizione italiana.
La rappresentazione del mondo antico da parte del mondo moderno può essere falsa, affermo io in applicazione del suo concetto generale di ideologia. Badate: ‘rappresentazione falsa da parte del mondo’, non solo ‘di una persona’, o di un gruppo, o di un popolo. Intendo dire, anche se fatico ancora a rendermene conto del tutto, che il mondo intero può avere una rappresentazione del mondo antico consolidata falsa.
Abbiamo visto assieme l’esempio più clamoroso, per me: Virgilio, il poeta etrusco che si espresse in latino e viene insegnato a scuola fin dai suoi tempi per cento generazioni, non è riconosciuto nella sua origine etrusca; perciò Virgilio rimane Proteo, incatenato, in tutto il suo messaggio vero, nascosto rispetto a quello apparente: un madrelingua etrusco sapiente ha mascherato ciò che raccontava (ovvero: i Romani sono Eneide, di origine non umana sì, ma escono dall’Inferno! mentre i Tuschi scendono dal Cielo [TUS KI]1). Addirittura ci sono latinisti moderni che ‘spiegano’ a Virgilio che la sua pretesa di essere etrusco è di tipo fantasioso anziché accettare seriamente la sua identità notata. Questa spiegazione mostra come l’ideologia possa portare a posizioni di tipo addirittura cretinista (come può una persona normalmente in senno mettere per iscritto cose così?).
Continuo a sognare il fatto che il salone Madre Terra a Torino lo porterà un giorno ad emblema: un madrelingua etrusco diventato campione in lingua latina.
Riconoscere l’etnia vera del più grande letterato della nostra Italia può essere il punto di partenza anche per leggere l’antico nome di Italia:
IT AL IA, terre (IA) alte (AL) del Sole (IT), così in accado/sumero.
La vita era in etrusco U IT A, Sole tra Cielo e Terra, e Aldilà era A IT A, Sole tra Terra e Terra.
Abbiamo visto assieme un altro esempio: Apuleio, sacerdote gnostico di Iside Maat. In questo caso abbiamo osservato il canone come criterio che, dal punto di vista della Chiesa ha preservato l’ortodossia e, sul piano laico ha perduto il riconoscimento della verità creduta da Apuleio attraverso la settorializzazione delle letture: quoquoversus obvio, gaudens obibam,2 in qualunque direzione io sia orientato ci andrò pieno di gioia [per via della mia fede]. I letterati agnostici preferiscono alterare la traduzione ignorando il suo senso religioso e la conversione dichiarata dal suo Lucio.
Vero e falso sono solo punti di vista diversi, dice l’ideologia liberista moderna: ognuno ha il suo e nessuno varrebbe più dell’altro. Non esisterebbe la possibilità di riconoscere il Virgilio vero e Virgilio Maro, cioè sacerdote etrusco: l’ultima sarebbe solo un’idea di questo pellegrino. Se io l’accettassi mi chiuderei nelle mie cose e lascerei gli altri sbagliare secondo le loro idee. Questa prospettiva orrenda viene vanificata dal concetto tecnico di ideologia: il falso c’è e può essere falso anche il punto di vista di tutti, come ha sostenuto Popper.
Continuo a cantare per me solo, come Semerano; cioè: io canto, ma nessuno concorda con me? Sono entrato nel nono anno di questa ricerca solitaria e mi pare di vedere dei segnali di fumo: sei studiosi mi hanno dato la loro adesione a questo convegno sulle origini:
“Antares, Alle origini perdute della cultura occidentale”.
Le origini sono perdute appunto perché l’ideologia ha annebbiato le idee a tutti sul mondo antico; il passare dei secoli ha agito come fa la lontananza sull’osservazione in un tempo nebuloso e le cose distanti risultano alterate. Un criterio per vedere oltre la nebbia ideologica ci viene offerto dall’archeoastronomia. Ci aiuterà a cercare le origini perdute l’astronomo Adriano Gaspani, con il tema: La misurazione del tempo nel mondo antico fino ai Celti….
Ci piacerà ascoltarlo, sia perché potrà dirci come gli antichi potessero misurare l’ora esatta –con l’approssimazione di due ore – solo guardando la posizione delle stelle, sia perché desideriamo connettere la doppia ora, minimo temporale misurato dai Sumeri, col miglio romano, misura di 1450 metri, pari a mille doppi passi.
Giuseppe Brunod, iconologo, ovvero studioso delle immagini lasciateci dagli antichi, ci ha prospettato questo tema: La rosa camusa come traccia della grafica del mondo orientale passato in occidente.
Noi abbiamo osservato la parola rosa, come latina rosa derivata dalla sumero/accada RU SHA, ‘sacro utero’. Il nostro orientamento sociologico ci sorregge nella fiducia del rispetto rigoroso dei nomi sacri da parte della società ritualista e religiosa antica. In questo contesto di ideologia vi poniamo la domanda: quanti apprendisti della lingua latina avranno compitato rosa, rosae senza domandarsi, magari in stadi più avanzati: ma avrà mai avuto un senso religioso questa rosa? Eppure fu un cespuglio di rose mangiato da asino a ridare a Lucio, vel Apuleio, la sua forma umana!
Dario Sceglie, conservatore museale, verrà a dirci: La conservazione della memoria contenuta nell’arte rupestre.
Lo ascolteremo consapevoli del filo memoria < memoria < ME MUR IA, luogo di vita-morte del ME, il nome che crea, e del fatto che l’umanità immemore non è nulla. Lo ringraziamo fin d’ora, prima di avere certezza del convegno, per aver ricevuto da lui, ambasciatore Unesco, la prima adesione.
Giovanni Caselli, non sazio di migrare da un convegno all’altro per far emergere la verità dal suo oscuramento ideologico, racconterà: Quello che l'Occidente ha preso dall'Oriente, cioè quasi tutto.
Ci pare così chiaro da non tollerare commenti.
Micol Perfigli, incaricata di antropologia a Siena, verrà a parlarci su Indigitamenta.
Ovvero, vedremo come il culto dei sacerdoti romani che prevedeva l’invocazione nominale esatta degli dèi abbia preservato nel tempo i nomi come fossili linguistici, inalterati dalle ideologie successive.
Attilio Mastrocinque, dell’Università di Verona, e coautore di un testo di commento dei ritrovamenti archeologici del monte Altare, antico monte de Antares e colo Maledico, verrà a raccontare: I Santuari prelatini del Veneto orientale.
Il presupposto per convenire è la convinzione che la rappresentazione del mondo antico da parte del mondo moderno può essere falsa e, dunque, andrebbe rivista. I nomi degli dèi saranno i fari antinebbia in questo viaggio possibile.
La levata eliaca di Antares –da questo il nome del convegno– era la luce di una stella (lux per i Latini, LU GH per i Sumeri, Lugh per i Celti) che appariva poco dopo il sorgere del Sole, e poi spariva US, dopo mezzo minuto, da cui LU GH US, il Logos greco.
Questo fenomeno accadeva ogni trent’anni circa nel segno dello Scorpione: serviva a fissare l’inizio dell’anno per i Sumeri, in epoca accadica, l’11 novembre del 2270 a.C. alle ore 7,06 ed era osservato dai Druidi celtici nel 501 a.C. nelle tre notti di Samonion, convenzionalmente il 31.10-1.11.
La notte di Halloween? La notte di Halloween.
Ritroveremo un’origine che coincide, in un certo senso, con la fine, dal momento che la ruota del tempo indica che
TI ME > time, vita del ME.
Carlo Forin
1 Posti sulla Terra (dal Cielo Saturno).
2 Termine finale de Le Metamorfosi.