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JEREMY RIFKIN. Un relatore di eccezione a Poschiavo per parlare di energia
Jeremy Rifkin
Jeremy Rifkin 
25 Ottobre 2005
 

«Le grandi rivoluzioni economiche della storia sono avvenute in concomitanza di due cambiamenti fondamentali:
- il primo nel modo di organizzare l'energia
- il secondo negli strumenti di comunicazione, impiegati per organizzare i nuovi motori energetici.

Stiamo per assistere alla convergenza di due importanti cambiamenti; un nuovo modo di comunicare e una nuova energia.

La sinergia tra i nuovi strumenti di comunicazione decentralizzata e i sistemi distribuiti basati sull'energia dell'idrogeno daranno il via alla terza rivoluzione industriale».

Questo l'esordio con il quale il Prof. Jeremy Rifkin, presidente della Foundation of Economic Trends di Washington, ha dato il via alla conferenza tenutasi sabato 1° ottobre 2005 presso il salone de La Tor a Poschiavo.

Titolo della conferenza The Power Plant in Your Car? (La centrale elettrica nella tua auto?). Un tema di attualità quello dell'energia e un ospite di eccezione Jeremy Rifkin, autore di due libri di successo sull'argomento, Entropia e L'economia all'idrogeno.

La conferenza è stata la prima di un ciclo di incontri che l’Associazione Polo Poschiavo sta organizzando per delineare lo scenario energetico del futuro. L’Associazione Polo Poschiavo (APP) è un centro di competenza per la formazione continua e l’accompagnamento di progetti di sviluppo riconosciuto a livello cantonale e federale e con questo appuntamento intende lanciare la sua nuova ambiziosa iniziativa: un Centro Studi sull'Energia. (www.polo-poschiavo.ch)


Rifkin si riallaccia al tema delle grandi civiltà che si distinguono dalle società più semplici proprio per le loro capacità di organizzare grandi quantità di energia ovvero di accumulare, gestire e trasformare l'energia. Prosegue poi precisando con degli esempi il primo concetto espresso.

Nel 3500 a.C. i Sumeri, nella Mesopotamia meridionale, tra i due fiumi Tigri ed Eufrate, nella parte occidentale dell'Asia, corrispondente oggi grossomodo all'Iraq, svilupparono una fiorente agricoltura favorita dai sistemi di irrigazione; lì si sviluppò la scrittura cuneiforme, che si suppone possa aver preceduto ogni altra forma di scrittura; scrittura ed agricoltura, comunicazione ed energia, un fattore moltiplicativo che ne decretò il successo per migliaia di anni.

Attorno al 1450, agli inizi dell'era moderna, l'invenzione della stampa tipografica di Gutenberg fornì nuovi strumenti di comunicazione per organizzare l'energia del vapore e del carbone.

Ancora, a cominciare dal 1844, con il brevetto del telegrafo elettrico e con il telefono brevettato nel 1860 da Antonio Meucci, comparvero i dispositivi di comunicazione per organizzare la seconda rivoluzione industriale; moltiplicati per l'introduzione dell'uso dell'elettricità nella vita quotidiana, il petrolio e tutti i suoi derivati, diedero come risultato il ventesimo secolo.

«Abbiamo avuto una grande rivoluzione nel mondo della comunicazione negli ultimi dieci anni: i personal computer, internet, il web, le comunicazioni wireless, i satelliti e il wifi. Abbiamo connesso tra loro miliardi di persone alla velocità della luce, abbiamo modificato il modo di comunicare delle persone. Ma forse non abbiamo ancora intuito il significato profondo di questa rivoluzione nelle comunicazioni. Questo nuovo regime di comunicazione decentralizzato, che state introducendo nella vostra vita quotidiana, ha una missione più profonda: è un sofisticato meccanismo di controllo pronto per comunicare un nuovo regime energetico. Stiamo andando verso l'economia dell'idrogeno».

A questo punto la direzione degli argomenti trattati si avvia verso la strada maestra: un nuovo regime energetico, indispensabile per superare le gravi crisi che rappresentano ormai argomenti di attualità, assicurare alle generazioni future uno sviluppo realmente sostenibile ed evitare il collasso economico globale.

L'idrogeno, il primo e in assoluto il più diffuso elemento nell'universo, usato come strumento per depositare l'energia e per poterla sfruttare quando necessaria. I dispositivi che avranno un ruolo chiave in questa rivoluzione non potranno che essere le celle a combustibile, che convertono l'energia chimica di un combustibile in energia elettrica; il combustibile utilizzato è l'idrogeno.

Una cella a combustibile funziona secondo un processo inverso a quello dell'elettrolisi. Una cella a combustibile è costituita da un anodo caricato negativamente e un catodo caricato positivamente, e da un elettrolito nel mezzo, composto da una soluzione alcalina o idroacida, o una membrana speciale plastica che permette agli atomi di idrogeno, caricati elettricamente, di passare dall'anodo al catodo. L'alimentazione dell'idrogeno avviene sul lato dell'anodo, dove una reazione chimica scinde l'atomo di idrogeno in un protone ed un elettrone. Gli elettroni così liberati escono attraverso il circuito elettrico esterno sotto forma di corrente elettrica continua, mentre gli ioni di idrogeno (i protoni) viaggiano attraverso lo strato elettrolitico verso il catodo positivo. Il flusso di elettroni ritorna verso il catodo, dove reagisce con gli ioni di idrogeno e l'ossigeno dell'aria, formando acqua. I prodotti generati sono elettricità (corrente continua), calore e acqua distillata.

Rifkin prosegue poi con un parallelo: «Le celle a combustibile alimentate ad idrogeno sono simili ai personal computer. Nel corso dei prossimi trent'anni, milioni di persone acquisteranno centrali elettriche proprie. Le celle a combustibile installate nelle automobili, nelle abitazioni, nelle fabbriche, e negli uffici, saranno tutte capaci di produrre elettricità per uso personale e saranno in grado di far tornare alla rete il surplus di energia elettrica per poterlo condividere con gli altri».

Saranno davvero così tante? Per poter credere a questo possibile scenario di un futuro ormai prossimo Rifkin ricorda la profezia di Mr. Thomas J. Watson, il CEO di IBM, quando, nei primi anni di nascita del colosso americano, predisse che in 25 anni nel mondo sarebbero stati sufficienti ben 4 computer; adesso ne abbiamo oltre un miliardo.

L'intera organizzazione della vita di tutti i giorni verrà completamente rivista e questo sarà quello che Rifkin vuole definire con un vecchio slogan rivisitato per l'occasione: “Power to the people”, energia alla gente comune.


Dopo questo assaggio di una visione positiva di quello che potrebbe essere lo scenario nel prossimo futuro, ritorna a riflettere su due gravi crisi che rappresentano i problemi di attualità ai quali dovremmo porre particolare attenzione.

Innanzitutto le fonti energetiche non rinnovabili. Il prezzo del barile di petrolio negli ultimi 30 anni è passato da 3 dollari a 70 dollari. Il petrolio continua a salire perché ormai la domanda è cresciuta oltre ogni possibile previsione e continuerà inevitabilmente a salire; secondo Rifkin arriverà a 100 dollari il barile entro i prossimi due anni. Anche il prezzo del gas naturale è destinato ad aumentare. Il rincaro del prezzo del petrolio provocherà una crescita della richiesta di gas che a sua volta, essendo una risorsa finita, sarà soggetto ad un picco di produzione oltre il quale sarà inevitabilmente destinato ad esaurirsi come il petrolio.

Il secondo problema riguarda i cambiamenti climatici dovuti al riscaldamento globale. Gli uragani che hanno colpito le coste americane nelle scorse settimane sono stati causati dal riscaldamento globale; la correlazione tra i due fenomeni è stata ampiamente dimostrata. Allo stesso modo lo scioglimento dei ghiacciai è un altro segnale inequivocabile di questo fenomeno. Un terzo di tutti i cambiamenti climatici avvenuti negli ultimi 100 anni, si sono verificati in meno di 10 anni e questo indica chiaramente che siamo di fronte ad una svolta significativa;

Un elenco di fatti descritti mantenendo una tensione che raggiunge il culmine con il pensiero delle scene del film The Day After tomorrow.

I problemi generati dall'utilizzo indiscriminato dalle fonti energetiche non rinnovabili ci portano a sostenere con forza la necessità di muoverci nella giusta direzione nel più breve tempo possibile, prima che sia troppo tardi.

L'idrogeno è una risorsa energetica rinnovabile, ma non è disponibile allo stato naturale e pertanto deve essere estratto da altre risorse. Questo è il prezzo che dobbiamo pagare. Possiamo estrarlo dal gas naturale; la maggior parte dell'idrogeno impiegato oggi proviene da lì. Questo sistema potrà essere sufficiente in una prima fase di transizione, ma certo non sarà la strada definitiva. Oggi sarebbe possibile estrarre l'idrogeno dal carbone oppure dall'energia nucleare, ma non sarebbe certo una fonte di energia pulita.

L'energia del sole, del vento, delle biomasse, quelle idroelettrica e geotermica, sono le energie rinnovabili. Dobbiamo generare energia elettrica da fonti di energia rinnovabile, trasformarla in idrogeno ed accumularla per poterla trasportare e utilizzare quando serve.

Il costo dell'energia del petrolio continua a salire e quello dell'energia dell'idrogeno continua a scendere; le curve stanno cominciando ad incontrarsi; è l'inizio di una nuova era e la fine di un'altra.

Le prime macchine ad idrogeno cominciano ad uscire dai laboratori di ricerca. Un esempio interessante è quello della General Motors che sta investendo notevoli risorse in questa direzione ed è costituito dall'ultimo prototipo presentato, la Sequel (www.gm.com/company/gmability/adv_tech/400_fcv). Interessante leggere sul sito quelle che sono le principali caratteristiche dichiarate dalla GM:

Acceleration: 0-60 mph in under 10 seconds

Top Speed: 90 mph/145 km per hour

Operating Range: 300 miles/480 km

Fuel Cell System Power: 73 kW

Battery: Lithium ion 65 kW battery pack

Front Electric Motor Power: 60 kW

Rear Electric Wheel Hub Motors Power: 2 times 25 kW.

Una centrale elettrica da 73kW! Quando pensate che una piccola centrale idroelettrica per lo sfruttamento dei così detti piccoli salti genera in media circa 500kW... E pensiamo che un terzo della razza umana non dispone di energia elettrica: cosa significherebbe per queste persone disporre di generatori in grado di erogare simili quantità di energia dentro una semplice macchina?

Infine Rifkin conclude con un apprezzamento alle iniziative di ricerca nel settore dell'energia che il Polo Poschiavo ha avviato e una riflessione sui vantaggi offerti dalle caratteristiche del nostro territorio. Le montagne vicino alle quali viviamo ci pongono in una posizione privilegiata: le riserve di acqua e la possibilità di generare energia elettrica completamente pulita ci offrono l'opportunità di realizzare un laboratorio di ricerca sull'energia di riferimento a livello internazionale.

Giampiero Raschetti


Foto allegate

Rifkin alla conferenza del 1° ottobre 2005 al Polo Poschiavo
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