Tellus ha parlato di Elemire Zolla (e ha ospitato un suo contributo, "La montagna", in Tellus 10, 1993 - ndr). Io sono debitore a Zolla del concetto di archetipo (Elemire ZOLLA, Gli archètipi, Marsilio, Venezia 1988).
Da lui ho tratto un ragionamento che mi fa tipicizzare gli ultimi 2500 anni come Civiltà dell’Individuo ed i precedenti come Civiltà della Vita.
Nella Civiltà della Vita l’archetipo era DA DUE UNO.
Nella Civiltà occidentale odierna l’archetipo è DA UNO DUE.
Vedremo in seguito che cosa significhi in breve.
La civiltà greca pose uno spartiacque in mezzo ad Eurasia attorno al 500 a.C. inventando culturalmente il continente Europa. L’ideologia indoeuropea, oggi prevalente –che Semerano chiamò favola–, nega l’origine diretta della cultura occidentale dal Vicino Oriente.
Stiamo lavorando per avere nel prossimo ottobre il convegno “Antares, Alle origini perdute della cultura occidentale”. La nostra tesi è: Le origini dell’Occidente sono perdute in Oriente. Ce lo insegna la teonomasiologia, lo studio comparato dei nomi degli dèi. Ci viene facile in questa prospettiva cogliere come segni premonitori fatti che altri osserveranno magari distrattamente.
Ad esempio, il Venerdì di Repubblica n. 990 (9 marzo) contiene l’articolo di Luigi Bignami: “Gli Etruschi venivano dall’Asia. Lo dicono le mucche”, dove si parla del DNA della razza chianina studiato da Marco Pellecchia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.
Una ricerca genetica dell’Università di Pavia sugli uomini etruschi conferma:
Secondo la genetica gli Etruschi arrivarono dal Medioriente. Lo afferma un gruppo di ricercatori dell’Università di Pavia, guidato da Antonio Torroni, sulla rivista The American Journal of Human Genetics. Il team di genetisti è partito dall’analisi del Dna mitocondriale degli abitanti odierni della Toscana per confrontarlo con quello di altri popoli. I dati studiati hanno evidenziato un legame abbastanza diretto fra il patrimonio genetico degli attuali toscani e quello di alcune popolazioni mediorientali.
Usiamo questi due esempi come captatio benevolentiae da lettori diventati scettici su ragionamenti di scienze umane letterarie, ben sapendo che sulla questione degli archetipi lo scetticismo sarà ancora più forte.
Con l’archetipo intendiamo: ‘tutto nasce da’.
La nostra mente è la fonte di ogni rappresentazione.
Ad esempio: noi diciamo ‘mente’ che scriviamo ‘mente’ così come i Latini (in abl.). I Sumeri scrivevano TE MEN, e leggevano MEN TE, incominciando la lettura dalla seconda sillaba.
La loro forma mentis era diversa dalla nostra: era conformata in modo circolare mentre la nostra è modellata in modo lineare.
Con questa parola scandita verbalmente in modo uguale da Sumeri, Latini ed Italiani noi proponiamo il filo storico linguistico vero.
La diversità dell’archetipo ha finora impedito il riconoscimento della continuità linguistica.
Carlo Forin