Da una parte l’idea, stuzzicante e ambiziosa, di contribuire alla lotta alla disoccupazione in Valtellina e dall’altra quella di dare una risposta concreta alle esigenze delle aziende vitivinicole del territorio: nasce così, grazie a una strettissima collaborazione tra Fondazione ProVinea e Provincia di Sondrio (sotto l’assessorato di Carlo Fognini), il corso per operatore del territorio vitato terrazzato valtellinese, presentato oggi a palazzo Muzio alla presenza di tutti gli altri partner dell’iniziativa: Coldiretti, CGIL, CISL e Centro di Formazione Professionale. Il progetto prevede la formazione di nuove figure professionali, tra cittadini comunitari ed extracomunitari, disoccupati o inoccupati, da inserire poi nella macchina produttiva di uno dei comparti più felici del tessuto economico provinciale.
Nel suo intervento, il presidente di ProVinea, Domenico Triacca, è stato molto chiaro: «È inutile nasconderlo e girarci intorno: l’età media di chi lavora le vigne in Valtellina è alta. Piuttosto alta. Molto di più di quello che accade in altre parti d’Italia, e i motivi sono lì da vedere: terreno impervio, redditività limitata e impegno costante. Ma qualcosa sta cambiando: c’è una nuova presa di coscienza che fa ben sperare e che, mai come in questo momento, va alimentata. Ai giovani, ai nostri giovani, così come a quelli che vedono nella Valtellina uno sbocco professionale, bisogna dare soprattutto certezze e garanzie, oltreché figure professionali in grado di farli crescere. Ecco perché ProVinea, in collaborazione con i prestigiosi partner che oggi sono qui con noi, ha deciso di puntare sulla formazione, perché soltanto facendolo in modo incisivo si può sperare di avere dei buoni risultati».
La conferma, ovviamente, arriva da questo corso: «Vogliamo coinvolgere più cittadini possibili» ha proseguito Triacca, «siano loro disoccupati o inoccupati, anche perché un altro problema di questo territorio è il reperimento di manodopera qualificata per lavori spesso umili e di grande fatica. Il progetto, tra l’altro, permetterà di creare una banca dati con i partecipanti al corso e con tutti i requisiti necessari per rispondere poi alle esigenze del mondo vitivinicolo, spesso in sofferenza e principalmente nei periodi più critici dell’anno, con conseguenti difficoltà organizzative da parte delle aziende, che adesso, però, avranno un sbocco importante per le loro richieste».
Come si diceva, la parola d’ordine sarà la formazione. «Apriremo ai cittadini extracomunitari, non dimenticando giovani e meno giovani di casa nostra» ha concluso Triacca: «sovente, infatti, le nostre frontiere si aprono a cittadini provenienti da Paesi con una forte cultura del vino e della vite e quindi il nostro lavoro potrebbe essere facilitato, oltrechégratificante per chi ha intenzione di avvicinarsi a un mercato che può ancora dare soddisfazioni. Il corso per “operatore del territorio vitato terrazzato valtellinese”, ne sono sicuro, potrà rappresentare un importante spartiacque verso nuove figure professionali e gratificanti possibilità di reddito: la lotta alla disoccupazione, in pratica, potrebbe diventare anche la fortuna di un comparto troppo importante per la storia, la cultura e, perché no?, l’economia della Valtellina».
ProVinea