In conformità con una ricerca che la vede particolarmente attenta alla produzione di scrittori ebrei, Andrée Ruth Shammah porta in scena il racconto di Joseph Roth (1894-1938) La leggenda del santo bevitore, nota al pubblico italiano anche grazie alla riduzione cinematografica che ne propose Ermanno Olmi nel 1988.
A reggere il lungo monologo in cui il racconto è trasformato nella versione teatrale, è chiamato Piero Mazzarella, attore che da oltre sessant’anni calca con successo le nostre scene e che è in certo stesso egli stesso una leggenda. Ma non è la sua corpulenza, sottolineata dal lungo pastrano straccio e liso che ne rende goffi i movimenti, la causa della sua recitazione affaticata e roca. No, questo modo di porgere il testo è voluto, teso a sottolineare la fatica di vivere del clochard protagonista e del suo ideatore, come lui sempre in preda ai fumi dell’alcool, come lui dedito a un lento quanto inesorabile processo di autodistruzione. Roth, dopo una vita che da Brody, la cittadina orientale dell’Impero asburgico in cui era nato, si era trasferito prima a Vienna e poi a Berlino, per andare a concludere infine la propria vita raminga – “un’esistenza da hotel” la definiva lui stesso – a Parigi, vittima di qual cognac cui aveva delegato il compito di azzerare la sua disperazione.
Andreas, il protagonista del racconto-copione, vive un ultimo momento di speranza e di attesa di un’epifania risolutiva quando uno sconosciuto gli regala un bel gruzzolo, che il beone, persona sostanzialmente onesta pur nella sua fragilità, promette di restituire appena possibile. In un altalenante susseguirsi di momenti di iella e di fortuna, il disgraziato sembra per un momento ritrovare la forza di credere nel miracolo e in una bontà ultraterrena, salvo poi accasciarsi sul bancone del bar senza essere riuscito a pagare il suo debito.
Nella recitazione di Piero Mazzarella, interrotta solo a tratti da una voce recitante femminile, da brevi stacchi musicali e da una voce fuori campo che riprende brani critici su Roth, attore, autore e narratore della vicenda si confondono di continuo, trasformandosi in un’unica figura che illustra una storia marginale, in apparenza semplice, che in realtà nasconde significati molteplici e complessi.
Gabriella Rovagnati
Milano - Teatro Franco Parenti
Sede Temporanea di via Cadolini (Sala Pirelli)
Dall’8 marzo al 1 aprile 2007
Feriali ore 21:00 – Festivi ore 16:30
Piero Mazzarella
in
La leggenda del santo bevitore
di Joseph Roth
regia di Andrée Ruth Shammah
spazio scenico ideato da Gianmaurizio Fercioni
con suggestioni visive di Stalker
e con
Linda Gennari e Giovanni Lucini