L’artista ha mantenuto le promesse. Pino Marino, uno dei migliori nomi dell’attuale scena cantautorale, ha tenuto sabato 17 marzo un concerto denso di emozioni, sulla spinta dei suoi testi composti tra favola e cronaca, ironia ed impegno. Accompagnato da una band di musicisti affiatati e seriamente coinvolti nella scena musicale romana a tutto campo: Massimo Giangrande, per l’occasione al basso, ma polistrumentista, compositore ed arrangiatore, che ha anche cantato un brano con bravura e intensità tali da porsi a pari con lo stesso Pino; Fabio Aziz Rondanini batterista essenziale e attento alla ricerca delle sonorità, mai eccessivo e preciso nel sottolineare la delicatezza delle composizioni; Andrea Pesce al pianoforte a coda, maestro di cerimonie sonore della band.
Scorrono così le canzoni tratte dai tre album finora pubblicati, con brani come Fatto una volta fatto per sempre, Palle di polvere, Le scale del Paradiso, l’intensa Lo strozzino, composta in una serata alcolica con l’amico Roberto Angelini dal vivo e quasi per scherzo. Questa verve ironica e scanzonata si nota anche quando il cantautore alterna i brani a chiacchierate con il pubblico, dimostrandosi ottimo intrattenitore, curioso ed interessato verso gli “autoctoni”, per usare parole sue, che sono veduti a sentirlo. La dote principale di Pino è la leggerezza, che è poi solo apparente, vale a dire che non ha nulla a che vedere con la superficialità. Le sue canzoni sono piccoli gioielli dove parole e musica si incastrano alla perfezione, lasciando una piacevole malinconia.
A Pino piace nascondere dietro un velo di ironia, di umorismo trattenuto, messaggi anche di un certo peso; sa scrivere e usa la penna con una spiccata tendenza al sottrarre, più che all'aggiungere. Sfugge alla retorica, alle tinte forti, si affida all'intelligenza del suo ascoltatore per far decifrare i suoi reali pensieri. Verso la fine della serata un bellissimo stornello romano, cantato sul ritornello di Quanto sei bella Roma («…gira se la voi girà/ canta se la voi cantà…»), inizia l’omaggio agli spettatori presenti perché “quando si va in casa d’altri è bello portare qualcosa di proprio” che continua dopo la chiamata sul palco per il bis quando parte una canzone improvvisata con alcune immagini del viaggio verso la Valtellina che lo hanno colpito, come le lunghe gallerie, il lago e le montagne, per poi innestarsi su una canzone che termina con una densa suite strumentale. Una serata da incorniciare nella galleria dei propri ricordi.
Il prossimo concerto della rassegna “Live al Frassati” è in programma per il 14 aprile, ospiti i livornesi Sursumcorda, un ottetto acustico composto da: voce, chitarre acustiche, piano, batteria, contrabbasso, violoncello, oboe e clarinetto. D'impostazione sostanzialmente cantautorale la loro è una musica suggestiva e suadente, sia per le incantevoli atmosfere che evoca, sia per la poesia che si respira ascoltandone i testi.
Quadrato Magico